Ci manca(va) un venerdì – 70

Spinoza contro Marx senza esclusione di colpi ma con idealistiche incursioni di Platone: arbitra Fabrizio “Astrofilosofo” Melodia non senza qualche scorrettezza

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«La pace non è assenza di guerra: è una virtù, uno stato d’animo, una disposizione alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia» scriveva il filosofo panteista Baruch Spinoza, nel suo noto «Trattato teologico politico».
In effetti nessuno potrebbe obiettare; la filosofia da sempre tende a ricercare la cura per ottenere la pace dell’anima attraverso l’uso attivo e critico della Ragione, non solo nella sua parte decostruttiva – in cui mette in luce le difformità e le contraddizioni del mondo – ma nel suo lato costruttivo, quando essa diventa terapia e pratica continua di cura dell’anima.
La filosofia, in questo senso, diventa dunque un ottimo antidoto a quello spirito guerresco che caratterizza la razza umana, andando oltre alla “danza” dei conflitti, anche personali, per approdare alla cura del comportamento che il ragionamento analizza e riduce ai minimi termini. Ma essa vuole essere qualcosa di più quando entra in contrasto con le sofferenze della realtà, ed ecco che qualche “buontempone” se ne esce con simili amenità: «I filosofi hanno solo interpretato il mondo in vari modi: ma il punto ora è di cambiarlo»… Avrete riconosciuto Karl Marx, all’epoca della sua «Tesi su Feurbach» che suscitò qualche scalpore.
Come sarebbe a dire? I filosofi, dall’alto dei loro pensatoi, dalla cura dell’anima attraverso l’esercizio attivo della Ragione, attorniati dai loro libri e in puro esercizio dialettico, si mescolano con il fango, il sudore e la polvere da sparo del mondo per cambiarlo?
E io filosofo, come fece Platone, dovrei cercare di fare qualcosa di buono e costruttivo nella realtà in cui vivo, cambiarla radicalmente? Ma quanto presuntosi sono questi filosofi? Già il buon Platone aveva cercato d’instaurare la Repubblica dei Re Filosofi, con scarso successo e finendo venduto come schiavo.
No, decisamente meno rischioso misurarsi con la coscienza e lavorare decisamente sulla logica interna e la Ragione buona, condotta con piglio geometrico e matematico: il filosofo deve essere una guida spirituale, a metà strada fra un personal trainer, un life coach e un consulente matrimoniale, senza dover rubare lavoro agli psicologi-psichiatri.
In questi tempi, dove il neoliberismo domina incontrastato in quanto pratica e come filosofia “forte” della classe – pardon, dell’ Eminenza Grigia – dominante e complottante, in un mondo sull’orlo della catastrofe politica, sociale, ambientale e umana, dove crescono femminicidi, stragi, intolleranze, guerre fra poveri per un tozzo di pane raffermo, ecco il Mercato dettare le leggi alle repubbliche costituzionali maciullando diritti e persone… E allora in questi tempi la filosofia cerca di essere una consolatrice delle umane sofferenze, al pari della religione – che resta vessillo di guerra e intolleranza pur con le aperture mirate di papa Francesco – e di una scienza ridotta a business per il dominio del mondo e della tecnica.
In faccia a questa filosofia dell’anima e del governo di sé – molto caro anche a Platone ma intesa come primo scalino per una visione più ampia di trasformazione attiva del reale – ecco che sempre quel mattacchione di Marx (Carletto e non Groucho) mette in luce come il vero male del mondo consista nel lavoro, e in particolare, nella sua alienazione: «Il lavoro alienato […] il lavoro non è cosa sua ma di un altro; che non gli appartiene, e in esso egli non appartiene a sé, bensì a un altro. […] Il risultato è che l’uomo (il lavoratore) si sente libero ormai soltanto nelle sue funzioni bestiali, nel mangiare, nel bere, nel generare, tutt’al più nell’avere una casa, nella sua cura corporale etc, e che nelle sue funzioni umane si sente solo più una bestia. Il bestiale diventa l’umano e l’umano il bestiale. Il mangiare, il bere, il generare etc sono anche schiette funzioni umane, ma sono bestiali nell’astrazione che le separa dal restante cerchio dell’umana attività e degli scopi ultimi e unici». In sostanza la moltitudine di esseri umani che lavorano vengono alienati e ridotti in una schiavitù attraverso i mezzi a disposizione della classe dominante. Mai come ora questa riflessione risulta attuale, quando il mondo è chiamato a firmare un accordo commerciale, il Ttip, che porterà a un’egemonia estrema le lobby delle sementi le quali di fatto controlleranno il cibo di tutto il pianeta sprofondando nella catastrofe i Paesi – cioè i popoli – meno forti.
Dunque la filosofia, ben lungi dall’essere aggressiva, è chiamata a combattere per influire sulle coscienze in modo pratico e attivo, con il preciso scopo di uscire da questa gabbia della guerra fra poveri, con quegli aspetti bestiali che rendono la società un inferno … “liberamente votato” dalla maggioranza dei cittadini con coscienze inebetite e addormentate, quelle che – per dirla con Platone – sono incatenate nella caverna e prendono per vere le ombre illusorie proiettate dall’esterno, una specie di tv o di realtà virtuale globale ante litteram.
A tale proposito, Spinoza, Marx e Platone si ritrovano uniti nella lotta contro le classi che opprimono la gran parte dell’umanità, chiedendo in primo luogo che la grande ricchezza – non solo materiale – venga equamente distribuita fra tutti.
«Queste, dunque, saranno alcune delle caratteristiche della democrazia… essa sarà, con tutta probabilità, una comunità piacevole, senza legge, variegata, che tratta tutti allo stesso modo in un rapporto di uguaglianza, che essi siano veramente uguali oppure no» scriveva proprio Platone ne «La Repubblica», un suo testo dialogico fondamentale, lontano anni luce dall’omonimo quotidiano italiano di oggi che invece ha scelto di barcamenarsi fra Renzi, Bce e oligarchie varie.

 

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

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