Cile: Sole anziano torna a vivere, ti prego

di Maria Teresa Messidoro (*)

L’eclisse del 14 dicembre visto con gli occhi del popolo mapuche, in Cile: un evento astronomico, che ci permette di riflettere sulla visione cosmologica indigena.

“Puoi tornare a vivere?

Puoi tornare a vivere?

Antükushe, Antükushe, Antüfücha, Antüfücha (1)

E’ arrivato il momento di ritornare a vivere.

Torna a vivere per illuminare il mondo.

Non abbandonarci, illumina nuovamente

Illumina nuovamente il mondo ….”

Clementina Neculfilu ricorda perfettamente queste parole, con cui pregava sua nonna, il 25 gennaio 1963, durante un eclissi.

Lo racconta come se fosse una favola: “Il Sole smise di illuminare. Gli uccellini gridavano, gridavano gli animali, i cavalli nitrivano, tutte le pecore belavano, pure le capre, tutti gridarono quando il Sole si oscurò, in quel momento niente di niente era illuminato. Si riusciva a vedere appena qualcosa, grazie ad un fuoco acceso fuori della casa, avevamo utilizzato rami  di kuliv (2).

Era mattino presto, mia nonna iniziò a pregare e ci ordinò di partecipare anche noi al zungulkan (3)”.

Questo fenomeno si ripeterà il 14 dicembre, quando un’eclissi solare sarà visibile totalmente nella regione Araucanía, nel Cile centro meridionale.

Era previsto l’arrivo di milioni di turisti ma a causa della pandemia Covid 19 il governo cileno ha ridimensionato l’afflusso, imponendo rigide misure sanitarie e proponendo soltanto una trasmissione online.

L’eclissi del 2 luglio 2019, visibile nel Cile settentrionale, era stato un evento astronomico di enorme portata, che ci si augurava di ripetere adesso, ma non sarà così.

Ci sono località come Tenuco, Freire, Pucón e Lican Ray, che avranno una oscurità totale del 100%, altre meno, come Concepción  “appena” il 95% e Puerto Montt il 94%.

L’eclissi solare, o lunare, ha un ruolo importante nella cultura mapuche.

Il dirigente politico Diego Ancalao, in una intervista apparsa su Resumen LatinoAmericano (4) spera che “l’eclissi di dicembre anticipi un 2021 che veda il risorgere del movimento sociale di un popolo che continua a lottare per il rispetto dei propri diritti, perché ciò che insegna la visione filosofica ancestrale mapuche è che la vita è fragile e che le ingiustizie non possono durare per sempre. La principale lezione che dobbiamo ricavare dai fatti recenti, come la sollevazione popolare e la pandemia, è che tutti siamo indubbiamente uguali e che il valore della vita è prioritario”.

Nella lingua mapuche, l’eclissi è denominato Lai Antü, letteralmente “la morte del sole”. E’ un evento atteso con rispetto, perché il sole è per il popolo mapuche il principale elemento per comprendere il tempo.

Secondo questa concezione filosofica durante l’eclissi il sole è attaccato (malogi ta antü) e si crede che se sarà coperto completamente (zumiñ ta antü) succederanno avvenimenti negativi. Perché la terra, anche se per pochi interminabili attimi, non riceverà la luce.

L’eclissi del 2019 ne è una “prova”: dopo, ci sono state vittime di torture e anche morti durante la sollevazione popolare, a cui occorre sommare la crisi sanitaria dovuta alla pandemia. I cambiamenti che avvengono in natura, provocati dalle eclissi, provocano cambiamenti anche nell’umanità.

Ma un fatto negativo non necessariamente è male.(5)

“Ci hanno fatto credere che il negativo sia opposto a ciò che si desidera. Ma per i mapuche, la negatività è una componente in più dell’equilibrio necessario per il itrofilmongen, l’insieme di tutte le vite senza eccezioni. Perciò occorre essere preparati per sapere affrontare un momento come un eclissi, con un equilibrio interno adeguato” afferma il dirigente mapuche.

Essere in buona salute, konangen (letteralmente possedere lo status del guerriero) e sempre en pelolen, cioè essere vigile, sapere vedere al di là della semplice realtà che ci circonda: ecco come ci si deve preparare per affrontare il nuovo ciclo che inizierà dopo l’eclissi.

Insomma bisogna adoperarsi per essere un buon mapuche, raggiungendo quattro obiettivi: essere kumeche, una persona che fa il bene; possedere newenche, la forza ed il coraggio; essere kimche, una persona saggia; infine essere norche, una persona giusta.

Il fatto che l’eclissi raggiunga la sua massina espressione proprio nella regione della Araucanía ha inoltre un significato ulteriore.

Yafkaley mapu (6)” dicono gli anziani mapuche, la terra è addolorata perché si sono seccati i fiumi,  vengono distrutti i boschi nativi, i giovani non parlano più la propria lingua originaria, non si celebrano le cerimonie tradizionali. Si assiste all’estrattivismo dei beni naturali, ma anche al ripudio delle conoscenze ancestrali: i potenti non hanno rispetto di ciò che ci circonda, per questo la terra è arrabbiata.

Ma la morte non sarà definitiva, perché dopo il buio inizierà un ciclo nuovo: l’eclissi è interpretato come una lotta fra il sole (antü) e la luna (küyen).

Opposti ma complementari, entrambi necessari in una cosmogonia che riconosce come prima famiglia spirituale una coppia di anziani e una coppia di giovani: entrambe vivono in cielo, entrambe creatrici della nostra umanità.

Analogamente il nuovo ciclo dovrà prevedere necessariamente un dialogo tra culture, per permetterci di avanzare verso società effettivamente interculturali nel rispetto dei saperi e delle conoscenze di tutti, nella forma più orizzontale possibile.

Diego Ancalao aspetterà l’eclissi con la sua lof, la comunità Manuel Ancalao de Purén Indomito, e con la sua famiglia, la kupalme, nelle kueles, le piramidi, i centri cerimoniali ancestrali millenari, per poter condividere questo momento fondamentale con i propri antenati.

Probabilmente ripeteranno l’orazione della nonna di Clementina, rispettando una cultura che non vuole morire.

Anzi.

Forse, le siccità e le trombe marine, le nevicate abbondanti e fuori stagione non ci saranno più; gli animali, come i puma ed i condor, forse non saranno costretti a scendere dalle montagne raggiungendo le periferie delle grandi città per cercare il cibo.

Sempre che noi, umani, impariamo la lezione, comprendiamo questi messaggi e sappiamo cambiare i nostri comportamenti, dando inizio al nuovo ciclo, quel Wvñol Xipantv, iniziato con una luna piena, evento ben augurale.

Antükushe, Antükushe, Antüfücha, Antüfücha

E’ arrivato il momento di ritornare a vivere.

Torna a vivere per illuminare il mondo.(7)

Note

  1. In mapudungùn, la lingua mapuche: Sole Anziano, sole anziano, Sole donna giovane, sole uomo giovane.
  2. Kuliv in lignua mapudungùn, è il nome di una canna della famiglia dei bambù, tipica del Cile e dell’Argentina.
  3. https://www.resumenlatinoamericano.org/2020/11/09/nacion-mapuche-la-vision-filosofica-del-eclipse-que-vivira-la-araucania-en-diciembre/
  4. https://www.facebook.com/chillkawebiblioteca/posts/892000981130950: a questo link è possibile scaricare un interessante testo sulla cosmologia ed astronomia mapuche. Un articolo più sintetico si può trovare qui http://odhpi.com/el-kvme-felen-la-cosmovision-de-vida-mapuce/
  5. La terrà è arrabbiata.
  6. Le immagini sono tratte da https://www.enestosdias.com.ar/4839-puedes-volver-a-vivir-sol-anciano (ringrazio Nicoletta Crocella per avermi segnalato questo articolo).

 

(*) vicepresidente Associazione Lisangà culture in movimento, www.lisanga.org

Teresa Messidoro

Un commento

  • conosco un amico che quasi ogni mattina attende l’alba, traendo energia e speranza da un momento singolare, elementare, eppure sottovalutato dalla nostra cultura, banalizzato da mille impegni. Dalla città è difficile, perché un’esplosione di luce infiamma i palazzi ed è raro percepire pienamente questo momento, a meno di non ritrovarsi in alcuni punti di osservazione privilegiati. A volte mi è capitato di “aspettare” il sole, e ho anche il ricordo di una eclissi di sole vissuta da ragazzo, e sono questi ricordi forti, densi di emozione, che si legavano prima allo stupore, poi alla letteratura, al simpatico romanzo di Twain, ora ho avuto l’occasione di scoprire l’insegnamento della cultura mapuche e di questo bellissimo articolo, proprio oggi che il sole si sta nascondendo per poi rivelarsi, che muore per rinascere, tengo vicine queste parole: ” per essere un buon mapuche, raggiungendo quattro obiettivi: essere kumeche, una persona che fa il bene; possedere newenche, la forza ed il coraggio; essere kimche, una persona saggia; infine essere norche, una persona giusta.” Basterebbe solo questo, solo questo per svegliarsi un giorno in un mondo migliore di come lo abbiamo lasciato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *