Cina: il 1984 di Orwell? Roba da dilettanti

di Gianni Sartori

La notizia è quasi fresca. Mentre il contenzioso fra Stati Uniti e Cina va crescendo e fermentando in ambito commerciale e tecnologico, Hikvision – la maggior società di sorveglianza del mondo (insediata in quel di Hangzhou – est della Cina – e ovviamente statale) – ha fornito telecamere e apparecchiature software per il riconoscimento facciale alla polizia di New York. Nonostante sia, in teoria almeno, formalmente esclusa da ogni contratto pubblico negli USA.

Non sbracate inveendo contro il totalitarismo comunista. Qui siamo in pieno dominio del Capitale. Del resto, nonostante le dicerie in proposito, George Orwell quando scrisse «1984» (lo disse in trasmissioni radiofoniche di cui si conserva la registrazione) non pensava allo stalinismo contro cui aveva già ampiamente polemizzato. Rileggersi oltre al classico «La fattoria degli animali» anche «Omaggio alla Catalogna» in cui raccontava le vicissitudini di quelli come lui nella Barcellona del maggio 1937: miliziano del POUM, si trovò braccato dagli stalinisti del PSUC a caccia appunto di poumisti e anarchici della FAI e della CNT.

Orwell – in «1984» – aveva in mente il nazifascismo, le tecniche di Joseph Goebbels in materia di propaganda. E anche la sua esperienza alla BBC dove ebbe modo di conoscere e sperimentare le nuove tecniche di falsificazione e manipolazione delle notizie.

Torniamo ai cinesi. Il sistema di Hikvision è altamente sofisticato. In grado, per esempio, di identificare i volti indipendentemente dal colore della pelle (a differenza delle tecnologie occidentali, più efficaci – pare – nell’identificare i Neri piuttosto che i Bianchi). Si tratta della stessa tecnologia già operativa in Cina attraverso Ski Net, considerato il maggior sistema di videosorveglianza mai realizzato in questo disgraziato pianeta.

L’anno scorso Ski Net avrebbe – stando a quanto dichiara – installato oltre 170 milioni (milioni!) di telecamere in Cina. Altre 400 milioni (400!) dovrebbero essere installate entro il 2020. Risultato finale: la possibilità di identificare chiunque e dovunque, in qualsiasi momento, in appena tre secondi. Niente male se pensiamo che il sistema era stato avviato solo nel 2009.

Inoltre tali sistemi di riconoscimento facciale sono in continua evoluzione e in grado di infiltrarsi in ogni ambito della vita quotidiana. Viene, per esempio, già utilizzato dalla catena di ristorazione veloce KFC per anticipare (?) le richieste dei clienti e nelle toilettes pubbliche per contrastare il furto di carta igienica (come cantava un profetico Guccini: «nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento»). E anche, nelle maggiori città – per ora una ventina – per scoraggiare i pedoni dall’attraversare con il rosso: non si sa se esiste qualcosa di analogo per gli automobilisti, assai più pericolosi. Il sistema fotografa i reprobi, immortalandoli, mentre automaticamente si accende uno schermo in cui appare un video di 15 secondi che rende visibile il reato (o la marachella?). I dati vengono poi confrontati con l’archivio posseduto dalle forze dell’ordine per controllare se c’è stata recidiva. In meno di 20 minuti la foto dei colpevoli, insieme ai loro dati personali – carta d’identità, indirizzo… – appaiono sullo schermo (sia in strada che al cesso, si presume). A scelta, possono pagare una multa, iscriversi a un corso di educazione stradale o fornire aiuto (almeno per mezzora) ai vigili nel controllo della circolazione stradale. Questo ovviamente per quanto riguarda i pedoni indisciplinati; non si hanno notizie precise in merito ai furti di carta igienica.

Sky Net, in sostanza, consente di scannerizzare il volto di chiunque sotto angoli diversi e in ogni condizione di luminosità con una precisione che sfiora il 100%.

E già da tempo il governo cinese ha avviato lo sviluppo di una raccolta dati di riconoscimento facciale che alla fine coprirà la totalità degli abitanti.

Benvenuti nell’incubo!

NOTA DELLA “BOTTEGA”

La vignetta qui sopra è di Chief Joseph vedi Verginelle politiche e cinesi camminanti e commentava queste notizie: Una società immobiliare cinese è accusata di utilizzare un metodo troppo coercitivo per invitare i suoi dipendenti a fare esercizio fisico. Infatti, i lavoratori sono multati se non raggiungono la quota mensile di 180.000 passi. Sempre in Cina, alcuni assicuratori sanitari utilizzano app per avere traccia delle passeggiate giornaliere dei loro clienti e offrono sconti quando si raggiungono gli obiettivi prefissati. Ancora in Cina, molte scuole richiedono che gli studenti camminino e controllano le “app contapassi” sui loro telefoni.

 

Redazione
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