qualche film di Yasujiro Ozu

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di Francesco Masala

Buongiorno – Yasujiro Ozu

potrebbe essere ambientato in Italia, o altrove, alla fine degli anni ’50 o all’inizio degli anni ’60.
e mi ha ricordato il Bianciardi de “La vita agra” (c’è un traduttore, nel film), quel capolavoro di Manoel de Oliveira, che è “Aniki Bobó”, e questa canzone (la cantano sia Pete Seeger che Victor Jara).
è il primo film di Ozu che vedo e mi sa che i suoi film mi piaceranno molto, e così spero per voi.
questo è un piccolo gioiello, vedrete.
http://markx7.blogspot.it/2013/08/buongiorno-yasujiro-ozu.html

Viaggio a Tokyo (Tokyo monogatari) – Yasujirō Ozu

disse il regista Wim Wenders (che gli ha dedicato il film Tokyo-Ga), quando gli chiesero cosa fosse per lui il paradiso: “La cosa più simile al paradiso che abbia mai incontrato è il cinema di Ozu”.
difficile dubitarne.
il film di Ozu non è documentario, ma riesce a essere vero come un documentario, contiene la realtà, rappresenta la vita, è la Vita, senza bisogno di finzione, pur essendo finzione, né di effetti speciali.
si resta attaccati allo schermo, condividendo con i due vecchietti la rassegnazione, non è il migliore dei mondi possibili, ma si adattano, e non danno mai le colpe a nessuno.
i figli fingono, sperano che i genitori tornino a casa presto, che palle, solo una nuora, la vedova del loro figlio morto in guerra, li tratta come si deve.
molti anni dopo Tornatore si ispira al film di Ozu, per girare “Stanno tutti bene”, con il grande Marcello Mastroianni.
vogliatevi bene, guardate tutti i film di Ozu (un suo degno erede, sempre in Giappone, è Hirokazu Koreeda).

 

Il gusto del sakè – Yasujirô Ozu

la tradizione, una figlia femmina si deve sacrificare per il padre, e poi sarà troppo vecchia per sposarsi.
Ozu si interroga sulla vecchiaia (intanto non sapeva che, a 62 anni, era il suo ultimo film), e il protagonista si interroga, e lui e i suoi amici bevono così tanto che morranno alcolisti, se continueranno così.
si ride anche, rumorosamente, ma lo sfondo è triste, e come poteva essere diverso?
è un film geometrico, la cinepresa sta ferma, si muove il resto, sembra una cosa folle, è perfetta, nessuna smagliatura.
leggo qui che qualche pazzo (sempre sia lodato) porta al cinema i film di Ozu.
cercate Il gusto del sakè, è Cinema.

http://markx7.blogspot.it/2015/07/il-gusto-del-sake-yasujiro-ozu.html

 

Akibiyori (“Tardo autunno” o “Giorni sereni d’autunno”) – Yasujiro Ozu

uno degli ultimi film di Ozu, a colori.
la storia è semplice, una figlia non pensa a sposarsi, per fare compagnia alla madre vedova.
gli amici del padre, un terzetto da Billy Wilder, tramano per far sposare la madre con uno di loro, vedovo anche lui, ma le cose non vanno per il verso giusto, ma poi tutto si sistema.
come una slapstick comedy, a tratti, al ritmo di Ozu.
pochi movimenti della cinepresa, ma Ozu è sempre un bel vedere.
ha il segreto della semplicità, del ritmo, lento, della profondità delle cose semplici.
cercatelo, non ve ne pentirete.
http://markx7.blogspot.it/2014/07/akibiyori-tardo-autunno-o-giorni-sereni.html

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

4 commenti

  • Passato troppo tempo da quando vidi un po’ di roba di Ozu. Ed era sempre troppo tardi. Il ricordo è dunque piacevolissimo, ma poco lucido. Non so se sia meglio riguardare o tenere questo ricordo. Forse lascerò decidere il destino. O forse riguarderò con mia figlia come io guardavo con mia madre i film con Tyrone Power. Chissà.

  • Daniele Barbieri

    Vedo sul quotidiano «il manifesto» del 25 giugno «Lo spazio vuoto e l’amore per il sakè, il mondo di Ozu», un lungo articolo di Matteo Boscarol. Fa sapere che Franco Picollo e Hiromi Yagi hanno raccolto gli scritti e le interviste di Ozu: s’intitola «Scritti sul cinema», introduzione di Dario Tomasi, edito da Donzelli.

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