Ciò che l’arresto di Assange significa per il giornalismo

di Glenn Greenwald

Caro lettore,

dopo l’arresto di Julian Assange il mese scorso, abbiamo avvertito che ciò rappresentava una grave escalation nella criminalizzazione del giornalismo da parte del governo degli Stati Uniti.

Ora, per la prima volta nella storia, un editore è stato accusato ai sensi dello Espionage Act per rivelare informazioni riservate. Ogni giornale o sito di notizie – inclusa The Intercept – è a rischio.

The Intercept è stata lanciata in parte come piattaforma per la pubblicazione delle rivelazioni non autorizzate della NSA (National Security Agency) da parte del whistleblower* Edward Snowden. L’accusa di ieri ad Assange è un attacco ai princìpi stessi della libertà di stampa con i quali siamo nati.

Ogni giorno siamo orgogliosi di scrivere, pubblicare, leggere e condividere il giornalismo investigativo feroce e contraddittorio sulla sicurezza nazionale e su altri argomenti. Lo facciamo perché crediamo che questa informazione debba essere pubblica per tenere sotto controllo il governo e i potenti. Questi principi e la libertà di stampa sono direttamente sanciti dalla Costituzione.

Questa accusa colpisce il cuore del Primo Emendamento e gli ideali di una società democratica. E l’amministrazione Trump ha The Intercept nel mirino.

Il giornalismo non è spionaggio. Essere una fonte giornalistica non significa essere spie. E pubblicare informazioni che mettono a nudo la cattiva condotta del governo o i crimini di guerra non è spionaggio. Quando il giornalismo viene trattato come un crimine, siamo tutti in pericolo. L’accusa di Assange non è la fine della saga di WikiLeaks. È l’inizio di un grosso assalto alla libertà di stampa.

Non importa cosa pensi di Julian Assange o di altri whistleblowers. Ciò che importa è che tutti riconosciamo che si tratta di un attacco al nostro diritto fondamentale all’informazione su ciò che il governo degli Stati Uniti fa nel nostro nome e con i nostri dollari delle tasse. Questo è un momento senza precedenti, non solo legalmente, ma moralmente. È l’inizio della caccia del governo degli Stati Uniti ai giornalisti e della minaccia ai mezzi di comunicazione perché non si interessino della sicurezza nazionale.

qui il significato in italiano

(traduzione di Francesco Masala)

Ecco l’articolo in inglese:

What Julian Assange’s arrest means for journalism – Glenn Greenwald

Dear Reader,

After Julian Assange’s arrest last month, we warned that it represented a major escalation in the U.S. government’s criminalization of journalism.

Now, for the first time in history, a publisher has been charged under the Espionage Act for revealing classified information. Every news organization — including The Intercept — is at risk.

The Intercept was launched in part as a platform for publishing the unauthorized disclosures of National Security Agency whistleblower Edward Snowden. Yesterday’s indictment of Assange is an attack on the very principles of freedom of the press on which we were founded.

Every day, we take pride in reporting, publishing, reading, and sharing fierce, adversarial investigative journalism on national security and other topics. We do this because we believe that this information needs to be public in order to hold the government and the powerful in check. These principles and freedom of the press are directly enshrined in the Constitution.

This indictment strikes at the heart of the First Amendment and the ideals of a democratic society. And the Trump administration has The Intercept in its crosshairs.

Journalism isn’t espionage. Being a journalistic source isn’t engaging in spying. And publishing information that lays bare government misconduct or war crimes is not espionage. When journalism is treated as a crime, we are all in danger. The Assange indictment is not the end of the WikiLeaks saga. It is the beginning of a major assault on freedom of the press.

doesn’t matter what you think of Julian Assange or other whistleblowers. What matters is that we all recognize that this is an attack on our basic right to information about what the U.S. government does in our names and with our tax dollars. This is a precedent-setting moment, not just legally, but morally. It is the beginning of the U.S. government coming after journalists and scaring media outlets from doing high-stakes national security reporting.

https://newsvoice.se/2019/05/the-intercept-what-julian-assanges-arrest-means-for-journalism/

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

2 commenti

  • Gian Marco Martignoni

    Ho seguito la vicenda sulle colonne de Il Manifesto. Ringrazio Francesco per l’importante segnalazione, perchè nell’epoca delle manipolazioni di Cambridge Analityca, è evidente che il potere in tutte le sue espressioni reazionarie – l’elenco è ormai ben nutrito, c’è solo l’imbarazzo della scelta – mira alla negazione del fondamentale ruolo esercitato in particolare dal giornalismo investigativo.

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