Cocif chiede dimissioni (mica tanto) volontarie

di Davide Fabbri

PESANTI TAGLI AI LAVORATORI COCIF. DISATTESO L’ACCORDO SINDACALE
Vi racconto quello che sta accadendo all’interno dello stabilimento COCIF di Longiano (Forlì-Cesena) società cooperativa di produzione industriale di porte e finestre.

In questi ultimi giorni la dirigenza di COCIF ha fatto pressanti inviti alle dimissioni immediate verso una quarantina di lavoratori (soci/dipendenti, alcuni impiegati e il resto operai): con un bonus – incentivo all’esodo – pari a circa 18.000 euro. Se il lavoratore non dovesse accettare nell’immediato tale invito alle dimissioni volontarie, il licenziamento scatterebbe a fine anno, senza alcun incentivo da parte della cooperativa.
Questo il succo di alcune segnalazioni che mi sono state fatte dai lavoratori. Segnalazioni pervenute anche alle forze sindacali che hanno chiesto e ottenuto per il 30 marzo l’incontro con la dirigenza dell’azienda, capitanata dal presidente Luca Benedettini e dal direttore generale Piero Cataldo.
Pertanto sarebbero stati disattesi gli accordi che l’azienda ha sottoscritto con le forze sindacali. Accordi che prevedono la volontarietà incentivata all’esodo di 14 operai e 6 impiegati e non tagli indotti al personale, anche numericamente superiore a quelli previsti nell’accordo. 
La crisi dell’edilizia degli ultimi anni ha creato disagi e difficoltà ad aziende cooperative come la COCIF: dall’inizio della crisi abbiamo assistito all’utilizzo della cassa integrazione straordinaria, alla riduzione di orario dei lavoratori, siamo arrivati al terzo contratto di solidarietà; un ammortizzatore sociale pagato dall’INPS (cioè dalla collettività) che prevede una riduzione di orario per i lavoratori.
Ora la sorpresa: nuovi consistenti tagli al personale (soprattutto quello degli operai) che non arriva a 1.500 euro al mese, e non la riduzione dei costi elevati dei dirigenti dell’azienda, che superano i 6.000 euro al mese.
Vi terrò aggiornati sugli sviluppi.
Davide Fabbri, blogger indipendente
Davide Fabbri

2 commenti

  • Ricordo un incontro pubblico molti anni fa organizzato da Davide per denunciare l’inquinamento causato dalla Cocif ; a questo incontro si presentò un dirigente e mise un registratore sopra il tavolo ; pensava di fare una “provocazione” ; in verità gli rispondemmo che , a parte l’atteggiamento “poliziesco” lui era libero di registrare quello che voleva in quanto noi ci attenevamo a fare valutazioni obiettive sugli “inconvenienti igienici” accusati dalla popolazione residente nelle vicinanze;
    anzi ….ci facessero la cortesia di inviarci copia delle schede tecniche e tossicologiche relative alle sostanze usate e al ciclo produttivo;

    se quello non fu l’atteggiamento isolato ma il sintomo di una “filosofia” aziendale non ci si può meravigliare oggi della crisi;
    nè siamo strateghi industriali in grado di dare “consigli” su come riuscire a non chiudere le fabbriche,
    quello che è evidente è che viene riproposta come forma di coazione a ripetere il solito traumatico taglio dei salari e della occupazione;

    viceversa occorrono: capacità di previsione, capacità di ridefinire gli obiettivi della produzione verso merci sempre più ecocompatibili, innovazione tecnologica finalizzata alla sicurezza e alla tutela dell’ambiente;

    comunque piena solidarietà ai lavoratori e …se possiamo dare una mano a fianco dell’inossidabile Davide Fabbri…

  • lodevole e apprezzabile la denuncia di Davide sulla situazione dei lavoratori COCIF insieme a quella dei lavoratori di Tecnogim. Ma l’arroganza padronale che ormai si manifesta ovunque non può essere compresa se non si denuncia che siamo arrivati a questo grazie alla complicità, più o meno esplicita , dei sindacati di regime CGIL-CISL-UIL che in questi ultimi 30 anni hanno avuto un ruolo di fiancheggiatori firmando accordi e contratti a “perdere” sempre più improntati alla precarietà, flessibilità , aumento dell’orario di lavoro , contenimento delle retribuzioni e conseguentemente diminuzione della sicurezza sul lavoro insieme all’aumento delle malattie professionali. Leggetevi le parti salienti dell’ultimo accordo firmato banditescamente poco prima delle elezioni fra Confindustria-Governo e CGIL-CISL-UIL per capire di cosa stiamo parlando. Ormai la prassi è questa: prima firmano contratti e accordi senza consultare i lavoratori poi si presentano alle assemblee mettendo gli interessati di fronte a un fatto compiuto…Come se fosse un destino ineluttabile!

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