Conchiglie sulla spiaggia…

… la libera poesia di Angye Gaona

di Sandro Sardella

Perseguitare il pensiero è accrescerne l’autorità” (Tacito)

Una condizione di allarme .. la percezione di una violenza ostile

offensiva .. nel tentare di riuscire a comprendere .. la poesia di Angye

Gaona testimonia.. un interrogare continuo ..

un ascoltare la passione per darsi un senso ..

 

Una parola che non è decorazione culturale ma che vive, che ama,

che cammina nella storia.

 

Ecco le immagini le memorie le musiche i colori .. il portare alla luce

e la pietas del sopportare .. e un radicalismo poetico etico smisurata-

mente materno ..

 

Ecco il non accettare e denunciare le ingiustizie sociali, la corruzione

imperante, la violenza sulle donne, i detenuti politici, .. ..

 

Ecco .. l’accusa di “concorso aggravato in associazione a delinquere

finalizzato al narcotraffico e alla rivolta … “ .. rischia venti anni di

carcere .. il processo viene fissato a Cartagena a 800 Km. dalla sua

città Bucaramanga ..

 

Una campagna di protesta è in corso negli USA, in Francia, in Italia.

 

Fresco di stampa in Italia: “Nascita volatile” – Thauma Edizioni –

Pesaro – Traduzione e prefazione di Andrea Garbin.

 

Angye Gaona è nata a Bucaramanga (Colombia) nel 1980.

 

 

Blues a passo di giaguaro

 

Ciò che io porto è mare;

salato e azzurro è ciò che io porto.

 

Lo colpisco e risuona d’abisso;

insondabile tamburo è ciò che io porto.

 

Ciò che io porto viene con me,

da un posto all’altro;

rimane sebbene io cambi.

 

Pianura senza pozzo,

canzone d’arena e sete.

In superficie, il tradimento.

Si accampano trappole in ciò che io porto.

 

Sulla pelle dell’animale,

di fronte al fuoco mi avvicino e

questa goccia di sale,

questa lacrima azzurra,

escono da me,

si spargono sulla riva luminosa.

 

Verso la verità,

verso la verità del fuoco,

ciò che io porto.

 

 

Quello che chiedo

 

La mia fame non è soltanto sua, madre.

La mia fame è quella di milioni

e la Terra non conserva i semi

in magazzini sotto chiave e con allarme;

la Terra non ha telecamere che monitorino il mare

né gendarmi che catturino i macellai.

 

Lei non vende il suo abbraccio, signora.

È necessario liberare il latte che sgorga dietro il reticolato;

aprire la dispensa,

che corrano l’aria e i bambini;

uscire in strada, alzare le braccia,

che il Sole alimenti queste ossa, madre;

le stesse che l’umile Terra

alla fine dovrà divorare.

 

Redazione
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