Contro Mondiali: odissee e sospiri

Cronache di tifosi latinoamericani – Parte prima

di Maria Teresa Messidoro (*)

 

La nazionale di calcio di El Salvador, il piccolo paese centroamericano grande come il Piemonte, non ha mai superato l’87° posizione nella classifica mondiale, scivolando anche nel 2006 alla 169° posizione. Ha partecipato perfino a due campionati del mondo, Messico 1970 e Spagna 1982, giungendo sempre ultima nei gironi preliminari, eliminata quindi al primo turno. Proprio poco dopo la partita tra la squadra di El Salvador ed Honduras , per accedere al campionato del mondo del 1970, avvenne la cosiddetta guerra del futbol  tra i due paesi; questa guerra lampo, detta anche “guerra delle cento ore” fu utilizzata dall’allora governo Hernández, facendo leva sul peggior sentimento nazionalista, per  rafforzare l’apparato repressivo militare contro il nascente movimento popolare. La guerra lasciò un saldo di circa duemila morti, feriti e desaparecidos, mettendo la parola fine al traballante tentativo di una strategia di integrazione regionale comune dell’area centroamericana.

In El Salvador, come in tutti i paesi latinoamericani,  il tifo per il calcio è molto  diffuso:  molti salvadoregni, a partire dai tassisti e guidatori di autobus, conoscono perfettamente perfino le squadre ed i giocatori italiani.

Si sa che quello salvadoregno è un popolo abituato o costretto a viaggiare e a vivere in ogni dove: le famiglie si incontrano in qualche parte del mondo per matrimoni o funerali. Non è strano allora che Carlos López Salamanca, salvadoregno che vive in Gran Bretagna, abbia deciso di andare a vedere la partita Germania contro Messico in Russia; ma è curiosa la sua odissea. Ecco in sintesi la sua odissea.

Carlos studia in Gran Bretagna e ha compiuto 30 anni due giorni prima dell’inaugurazione dei campionati 2018 in Russia; li compie proprio lo stesso giorno del calciatore Coutinho, giocatore del Brasile. Decide di “regalarsi” due biglietti per Germania – Messico, per lui e sua moglie, la Flaca (la smilza). Vedere i campioni del mondo è sempre una bella opportunità, il Messico non lo vedeva da quando, nel 2009, nel piccolo stadio Cuscatlán di San Salvador, la nazionale salvadoregna sconfisse a sorpresa quella messicana 2 a 1. Appena giunto in Russia, Carlos cerca di comprare il biglietto  per assistere alla prima partita dell’Argentina, Messi è il migliore giocatore del mondo per lui, senza dubbio.

Dopo aver cercato inutilmente tutta la notte in internet i biglietti per la partita dell’Argentina, sabato 16 giugno, a mezzogiorno, Carlos e consorte si presentano agli sportelli della FIFA: scoprono con tristezza  che davanti a loro ci sono almeno 200 persone, tifosi pronti a tutto pur di accaparrarsi un biglietto; con il megafono, in un inglese stentato, una ragazza  comunica che ci sono biglietti per tutte le partite ma non per quella dell’Argentina.

 

 

 

 

Dopo un’ora e mezza,  con soltanto più cinque persone davanti per entrare nell’ufficio biglietti, scoprono con orrore che tutti hanno il passaporto in mano. Loro no, perché, da buoni salvadoregni, abituati ad un clima di insicurezza che non li abbandona mai, prudentemente li avevano depositati in hotel.  Arrivati allo sportello, come previsto, chiedono loro il passaporto; siccome non l’hanno con sè, l’unica soluzione è stampare ad una macchina posta lì accanto la prenotazione ufficiale, dove appare il numero di passaporto. Terminata di corsa questa operazione,  ritornano in coda e scoprono che a due argentini, disperati, impiegati della FIFA hanno detto che non ci sono più biglietti per vedere l’Argentina; ma una tifosa nordica, chissà forse islandese, passa in quel momento e capendo di cosa si sta discutendo, informa di aver appena comprato un biglietto per vedere la partita dell’Argentina! Cocciuti come tutti i salvadoregni, Carlos e la moglie si rimettono in fila e scoprono che una messicana, Daniela, vorrebbe vedere il Messico; Carlos le propone allora di comprare due biglietti per Argentina-Islanda e così si potrebbero scambiare i biglietti. Messi vale qualunque cosa. Due argentini davanti a loro, insistono per comprare due biglietti per vedere la partita del cuore e ci riescono! Un terzo argentino si era avvicinato a loro, spiegando di essere stato truffato, perché aveva comprato da degli sconosciuti un foglio, apparentemente una prevendita; ma era senza logo FIFA, quindi falso. Chiede quindi ai due argentini di comprarne anche uno per lui, loro ne comprano tre ma … il terzo se lo tengono, per rivenderlo a chissà chi ed il terzo argentino rimane per la seconda volta senza niente in mano, deluso ed affranto. Carlos riesce finalmente, alle tre del pomeriggio, a parlare con la signorina dello sportello: ma … le carte di credito non funzionano! E poi, un altro argentino, molto maleducato e senza pudore, sta cercando di saltare la coda e passare davanti a Carlos. Fortunatamente, si intromette Daniela, compra lei i biglietti, nonostante la ragazza dello sportello rimanga dubbiosa su questa operazione a quattro, non sapendo più chi compra e cosa. Alla fine, Carlos e la Flaca scambiano i biglietti con Daniela e marito, ognuno vedrà ciò a cui aspira. Già, commenta Carlos: ”che gran cooperativo è un tifoso latinoamericano!! Se fossero stati belgi, o polacchi, o inglesi, non sarebbe successo, perché il sentimento comunitario latinoamericano non ha confronti”

Quasi alle quattro del pomeriggio, Carlos e moglie si siedono finalmente nella fila 24, posti 7 e 8. Poco distanti i due argentini, l’argentino continuamente truffato non c’è, anche se ci sono ancora qualche posto vuoto, Carlos ne conta dieci nella sua fila.

Cinquanta minuti dopo, il miglior giocatore del mondo sbaglierà un rigore. Ma che importa? Carlos e la moglie sono in tribuna, a vedere l’Argentina, e Messi, durante i campionati del mondo. Questa sì è una vittoria, non importa il risultato finale.

E chissà se Daniela, anche se il Messico perderà agli ottavi con il Brasile, ha esultato, questa volta per la vittoria di Obrador.

Yo pienso que sì.

Liberamente tratto da La odisea de un salvadoreño en Moscú para ver al mejor jugador del mundo.

(*) vicepresidente Associazione Lisangà culture in movimento

Fino al 16 luglio, giorno della finalissima di Russia 2018, la Bottega ospiterà articoli dedicati a raccontare la massima competizione calcistica in maniera altra.

Teresa Messidoro

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