«Contromano: critica dell’ideologia politicamente corretta»

Gian Marco Martignoni sul libro di Fabrizio Marchi

Quando mi sono affacciato alla politica da lavoratore-studente alla lettura de «il manifesto» e «Il quotidiano dei lavoratori» ho affiancato quella delle riviste, a partire da «Quaderni Piacentini» e «Ombre Rosse». Ora le riviste cartacee si sono rarefatte, è difficile trovarle anche alla Feltrinelli, ma si sono moltiplicati i siti. Cliccando su Sinistrainrete.info sono accessibili a chiunque sia interessato al dibattito politico e culturale, nonchè alle recensioni di libri meritori ma oscurati dal “mercato”.

Proprio nel sito Sinistrainrete mi ha colpito il periodico on-line «L’interferenza», diretto da Fabrizio Marchi, che ha raccolto successivamente molti suoi interventi nel libro «Contromano» – sottotitolato «Critica dell’ideologia politicamente corretta» – edito per Zambon (368 pagine, 15 euro). Se è vero che la nuova sinistra si è dissolta e frantumata in mille rivoli, perlopiù incomunicanti fra di loro, resto dell’avviso che disponiamo fortunatamente di una certa intelligenza collettiva, che non si è arresa al coro dell’ideologia dominante ed è in grado di rilanciare una critica marxista dell’esistente.

Il libro di Fabrizio Marchi parte da questa consapevolezza e fotografa limpidamente la materialità storica quando scrive: «E’ ovvio come sia stato raggiunto il punto più basso in termini di coscienza da parte delle classi dominate e il punto più alto dell’offensiva ideologica delle classi dominanti». Dunque se la classe in sè si è estesa sul piano quantitativo, ma ciò non ha determinato più alti livelli di coscienza, si tratta di comprendere all’interno del capitalismo assoluto perchè «la psicosfera» ha interiorizzato il suo dominio sia sul piano strutturale – vecchi e nuovi rapporti di produzione – che su quello sovrastrutturale e quindi ideologico. Questo è il rovello di Fabrizio Marchi: è un piacere seguire i suoi approfondimenti sul tema, grazie a una scrittura nitida e preoccupata di fornire un consistente apparato critico dei processi che impetuosamente si sono sviluppati nella quotidianità dell’ultimo quarantennio, ma anche con l’ambizione di delineare una possibile contronarrazione di classe. Per questa ragione riprendo due passaggi delle sue (quasi sterminate) riflessioni, quelli che ho trovato più pertinenti e illuminanti.

Il primo riguarda la critica alla diffusione delle droghe, che di fatto hanno «anestetizzato» ed escluso un’intera generazione di giovani dal percorrere una qualsiasi logica antagonista. Chiunque di noi sa, per esperienza diretta, di cosa Marchi stia parlando, e di conseguenza come l’argomento non possa essere rimosso dal nostro orizzonte di riflessione.

Il secondo passaggio attiene al nodo di come combattiamo e ci liberiamo dall’alienazione capitalistica, e, pertanto, sull’importanza – con Gramsci e Lukacs – di come costruire un blocco sociale cosciente a questo livello della contraddizione. Ovviamente qualcuno potrà obiettare che non c’è nulla di nuovo sotto il sole ma di questi tempi – stante la deriva della politica politicante – orientare la bussola in direzione di un rinnovato marxismo critico è già un gran passo in avanti.

 

 

Redazione
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4 commenti

  • Pierluigi Pedretti

    Grazie della segnalazione. Un acquisto dovuto per rinnovare la nostra cassetta degli attrezzi. Lo leggerò insieme al libro di Giorgio Cesarale, A Sinistra ( Il pensiero critico dopo il 1989), editore Laterza.

  • caro Gian Marco Martignoni, ho letto con interesse i ragionamenti che hai estrapolato dal libro. Mi sembra assai difficile che possano aprirsi a un percorso
    collettivo ( che fa a pugni con la frammentazione vigente).
    Ti ricordi di me ? Sono Antonia Sani, la moglie di Massimo Sani con cui avevi
    collaborato. Eri molto giovane, allora…..

  • Gian Marco Martignoni

    Cara Antonia, è trascorso molto tempo, ma mi ricordo benissimo e ti leggo sempre con piacere ( anche su Il manifesto ). Certamente la frammentazione è tremenda e non ci permette di fare un passo in avanti. Pensa a Leu, che raccogliendo poco più del 3% sono entrati in parlamento, ed ora – ironia della storia – sono al governo, ma sono inesistenti nella società , in quanto il disorientamento tra chi li ha votati – eufemismo – è totale. Capisco il tuo scetticismo, ma confido nella potenza di un marxismo non dogmatico, stante che la mercificazione della natura e del lavoro sono squadernati dinanzi a noi. Grazie per l ‘attenzione ed un caro saluto. Gian Marco

  • Ringrazio di cuore il compagno e amico Gian Marco Martignoni per la recensione del mio libro. Un testo assai “scomodo” se non “scabroso” perchè mette in discussione quelli che, dal mio punto di vista, sono dei veri e propri tabù di cui anche e soprattutto l’attuale “sinistra” è completamente imbevuta.
    E anche per recensirlo ci vuolde coraggio, e Gian Marco lo ha avuto. Una sola nota (amichevole, naturalmente…). Gian Marco dice testualmente nella parte finale della recensione:”Il secondo passaggio attiene al nodo di come combattiamo e ci liberiamo dall’alienazione capitalistica, e, pertanto, sull’importanza – con Gramsci e Lukacs – di come costruire un blocco sociale cosciente a questo livello della contraddizione. Ovviamente qualcuno potrà obiettare che non c’è nulla di nuovo sotto il sole ma di questi tempi – stante la deriva della politica politicante – orientare la bussola in direzione di un rinnovato marxismo critico è già un gran passo in avanti”.
    Non sono d’accordo perchè, come Gian Marco sa perfettamente, avendolo letto, il libro contiene una critica radicale e serrata all’ideologia politicamente corretta e al femminismo in particolare (considerati dal sottoscritto delle ideolgie del tutto funzionali e organiche al capitale) da un punto di vista “neo-marxista”, e questa è oggettivamente una novità assoluta nel panorama filosofico e politico della sinistra. Gian Marco non ne fa menzione nella sua recensione ma lui stesso può confermarlo. Il tema è, appunto, un vero e proprio tabù che il sottoscritto, da un punto di vista “neo-marxista”, sottopone a critica radicale, credo, con argomentazioni logiche e dialettiche e con i fatti che, come diceva un tale, hanno sempre la testa molto dura…
    Ciò detto, ringrazio ancora Gian Marco e, naturalmente, sono sempre a disposizione per eventuali approfondimenti, confronti, e quant’altro. Quel confronto che, peraltro, sollecito da anni ma che nessuno/a finora ha voluto accettare. Per scarsa se non inesistente considerazione del sottoscritto o forse perchè i fatti (ma anche la logica) hanno la testa troppo dura?
    Naturalmente ringrazio molto anche la redazione de La Bottega del Barbieri che ha pubblicato la recensione.
    Un carissimo saluto a tutti/e!
    Fabrizio Marchi

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