«Cronache dalle periferie dell’impero» di Antonella Selva

Recensione di Lella Di Marco

Un saggio di geo-politica in forma di nuvole: sarà presentato oggi a Roma e il 13 giugno a Bologna

«CRONACHE DALLE PERIFERIE DELL’IMPERO» Graphic novel di  Antonella Selva, edizione  IL GIROVAGO  aprile 2018

PER CONTRASTARE  DEPRESSIONE E NIKILISMO E COSTRUIRE UNA NUOVA UMANITA’

Davvero sono “cronache” dalle periferie dell’impero. Con una precisione da storiografa l’autrice – con le sue nuvole su strisce acquerellate – ci catapulta in luoghi diversi e lontani eppure infinitamente simili e vicini. E’ come un tour esplorativo e documentato quello in cui accompagna i lettori e le lettrici: da Rasay, la più piccola e negletta isola della Scozia, a Smira in Marocco e a Rosarno in Calabria. Fa scattare anche il desiderio di mettersi in viaggio e raggiungere quei luoghi, complici le visioni morbide e ovattate delle sue immagini, unite ai giochi grafici sugli alfabeti del giovane Salaheddin Boukhbiza, che nel suo perfetto lettering dei titoli, ci introduce alle storie. Come fossero “le mille e una notte”

Tutto è reale nella narrazione. Periferie e impero sono termini molto usati nelle espressioni giornalistiche oltre che nei saggi di sociologia o di politica dell’economia. Siamo tutti/e dentro il dominio della globalizzazione, con la devastazione che ne consegue: di luoghi, di corpi, di intelligenze. Omologazione dell’informazione, manipolazione dei desideri, orientamento dei consumi, fragilità nelle relazioni, nikilismo imperante, post-politica. Disgregazione sociale. Infelicità.

Il libro di Antonella Selva arriva in un momento propizio: per scuoterci con una ventata di ottimismo, con indicazioni operative ed esempi pratici, per un “ritorno alla politica”. UNA INEVITABILE E SOVVERSIVA AUTOGESTIONE. Proposta con lucido equilibrio di non violenza che tocca la Storia, nella sua tragedia che comunque appartiene alla vita normale.

Una breve introduzione dell’autrice spiega il suo intento politico: parlare di quelle storie – e in giro ce ne sono tante altre – come forma di resistenza, di azione responsabile per la creazione di “contropoteri” che consentano vite dignitose, non alienate a partire da un’alimentazione, autoprodotta, non tossica… L’idea che ha guidata Antonella Selva si è fisicizzata in un viaggio reale: dall’isola delle Ebridi interne, alla Calabria, allo sperduto villaggio del Marocco desertico. Nei suoi viaggi ha incontrato ruderi, case abbandonate, reperti archeologici usati come rifiuti, sui quali la natura aveva ripreso il suo spazio; oppure palazzi , muri e perfino monumenti in luoghi urbani, senza cura e manutenzione, in cui le erbe selvatiche e spontanee – con quella forza naturale che spacca il selciato – riescono a insediarsi e a moltiplicarsi fino a devastare le fondamenta. L’autrice stabilisce un’analogia tra la forza dirompente della natura e l’espandersi di iniziative autonome e di comunità autogestite che trasformano l’economia e che forse sono anche in grado – se si moltiplicano con il vigore delle “erbe spontanee” – di cambiare l’ordine sociale.

«LA LIBERTA’ è UNA PRATICA QUOTIDIANA»: è una scritta, citata nel librio, comparsa sui muri a Tunisi nel maggio 2011. Il riferimento è a quella che è stata chiamata “ la rivolta dei gelsomini” ed è un segnale di come l’autrice abbia capacità di essere specchio del proprio tempo, di fare scrittura oltre la narrazione di fatti reali, tesa a costruire percorsi duri e coerenti intercettando la storia, superando i conformismi e le difficoltà soggettive e comuni. Puntando alla creazione di un NUOVO UMANESIMO con la capacità di “essere umano”. Di rinascere

Non riesco a definire esattamente (e forse non importa) il genere letterario-artistico di questo libro. L’artificio letterario appare nuovo e interessante. Più che le parole su cui cullarsi predomina una sorta di silenzio che “istiga”alla riflessione, al recupero della cultura con la potenza e la profondità delle leggende e dell’ambiente naturale. Come a mettere ordine nel caos del mondo , respirando suggestioni legate ai luoghi e alla volontà di ri-sorgere. Fra Terra e Mare: da quello viola della Scozia al blu profondo del Mediterraneo.

I tre luoghi GEOGRAFICI-UMANIZZATI di cui si parla rappresentano realtà in cui (senza tanti leaders e verticismi) si decide come gruppo-comunità di VIVERE per essere FELICI. Anche la lettura del libro, dietro la decifrazione dei simboli , può condurre chi legge verso la felicità. DUNQUE CHE LA SUA DIFFUSIONE-LETTURA SIA VIRALE.

LE PROSSIME PRESENTAZIONI

Venerdì 8 giugno, alle 19, alla libreria GRIOT di Roma con l’antropologa Annamaria Rivera e con Marco Corirossi del centro sociale ExSnia. Mercoledì 13 giugno alle Serre – in via Castiglione, ore 19 – nella rassegna Kilowatt summer (cfr: https://leserre.kilowatt.bo.it/evento/cronache-dalle-periferie-dellimpero).

Redazione
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