Dalla “Terra dei fuochi”, la testimonianza di una madre

di Tina Zaccaria (*)

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Una strage senza fine, tra cinismo e indifferenza

Non siamo ancora riusciti a riprendere fiato per la scomparsa della piccola Tonia, andata a via a 4 anni per una leucemia, che come un fulmine a ciel sereno accogliamo le grida disperate di dolore di una nostra amica che piange la sorella di 42 anni stroncata anche lei da una leucemia.

Famiglie distrutte dal cancro nelle nostra terra se ne contano a centinaia.  Diagnosi che arrivano come uccelli rapaci a strappare fiori in età sempre più giovane. Nell’ oncologia pediatrica del Pausillipon di Napoli ci sono bimbi di pochi mesi con dentro mostri da nomi impronunciabili già in fasi avanzate. Madri che pregano incessantemente per un miracolo perché la scienza si è già arresa e non può più curarli.

In questi giorni in cui si commemorano i defunti, noi abbiamo commemorato i nostri figli, tutti morti di cancro. Li abbiamo definiti eroi e non vittime. Sembra ieri quando nel 2013 insieme a tante altre madri abbiamo deciso di sfilare per le piazze con le loro foto tra le mani. Chilometri percorsi con il cuore ancora sanguinante per la scomparsa per molte di noi recentissima. Alla sua prima marcia, mia figlia Dalia, 13 anni per sempre, stroncata da un maledetto linfoma, ci è andata da sola in foto, dopo 15 giorni dalla sua morte, rappresentata da quello scatto che ha poi fatto il giro del mondo per reclamare giustizia e verità che ancora non arrivano. Io ero a letto, avevo deciso di lasciarmi andare. Il giorno successivo quella marcia, eravamo su tutti i giornali regionali, la sua foto insieme a quella di troppi bimbi avevano acceso l’attenzione del opinione pubblica. Da quel giorno, 16 novembre 2012 non ci siamo più fermate. E loro, i nostri eroi, sempre sopra di noi per gridare alle istituzioni che in questa terra c’era qualcosa che ci faceva morire, qualcosa che nulla aveva a che fare con errati stili di vita data la giovanissima età dei nostri figli che non avevano avuto neppure il diritto di scegliersi un personale stile di vita.

Eppure il ministro della salute insisteva sempre su questo ultimo aspetto. Come uno schiaffo in faccia, ogni volta le sue parole erano intollerabili per noi che vivevamo e viviamo ancora in questa terra.  Qui discariche abusive colme di rifiuti di ogni tipo insistono disseminate quasi ovunque, qui la camorra ha fatto affari d’ oro con imprenditori disonesti tombando rifiuti tossici industriali pericolosi sotto campi dove si è continuato e si continua a coltivare.  Qui anche le discariche legali gestite dallo Stato hanno percolato che da anni risulta inclassificabile.

Qui l’aria è appestata dal fumo nero dei roghi tossici con cui le aziende locali smaltiscono i loro scarti industriali di prodotti in regime di evasione fiscale Qui i fondi pro capite destinati ad ogni cittadino per le cure mediche subiscono continui tagli. Qui le liste d’ attesa per fare esami diagnostici sono sempre più lunghe e sempre più spesso si è costretti a recarsi fuori regione per avere la giusta assistenza sanitaria.  Qui gli stili di vita, noi lo sapevamo, erano lo specchietto per le allodole per nascondere la verità.

Fino al 2014 quando uno studio del istituto superiore di sanità (studio sentieri) affermava che avevamo visto giusto, che nei 54 comuni della Terra dei Fuochi si muore di cancro più che altrove e soprattutto tra i bambini Anche dinanzi a dati ufficiali tutto è continuato ad essere terribilmente uguale.

Alle nostre richieste è sempre seguito il silenzio assordante dello Stato che qui non c’è mai davvero stato. Di bonifiche neppure l’ ombra, i roghi con il loro puzzo terrorizzano le nostre giornate, perché ora siamo consapevoli che di puzza stiamo morendo E i nostri cari continuano a morire, i nostri figli continuano ad ammalarsi e noi siamo sempre più soli.

Da quando abbiamo deciso di creare un’ associazione che si occupa di bambini oncologi e di difendere l’ambiente, le notizie terribili di nuove diagnosi e/o di prognosi infauste ci arrivano in tempo reale, repentine, spesso vicinissime tra loro. Siamo stanchi di tenere le mani a chi sta per dire addio alla propria creatura, siamo stanchi di pregare Dio per quel miracolo che poi non accade e soprattutto siamo stanchi di pretendere che in questa terra si faccia finalmente prevenzione primaria e che ai nostri figli venga restituito il diritto di respirare e di diventare grandi.

Stanchi, ma mai abbastanza da arrendersi. Noi siamo i genitori degli Angeli guerrieri della Terra dei Fuochi, nome della nostra associazione, ma soprattutto il modo con cui da sempre abbiamo definito i nostri eroi, quelli che non si arrendono e lottano tra lenzuola bianche anonime di un ospedale e quelli che lottano su soffici nuvole bianche da lassù ricordandoci che è vietato mollare. E noi per amore della verità non molleremo.

ripreso da http://informazioneindipendente.com

 

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