Daniele Barbieri (ma quale?): A small celebration

Con 24 ore di anticipo sul 2 ottobre ecco un inedito di Daniele Barbieri (ma quale? il titolare di questo blog o l’altro?).
Oggi è un giorno in cui gli americani ci possono quasi sembrare europei (e non perché ci sia da essere orgogliosi di essere europei, ma semplicemente perché lo siamo, e non possiamo farci niente, e i nostri gusti sono quelli, mentre i loro gusti di solito sono quegli altri, e qualche volta i nostri e i loro possono essere vicini anche senza essere imposti).
Oggi è un giorno in cui ci si può accorgere che l’epica non si fa solo con le gesta degli eroi, ma si può fare anche con i gesti dei bambini.
Oggi è un giorno in cui si può riuscire a capire come mai non sempre gli americani eleggano a presidente un George W. Bush, e in cui viene voglia di ricordare che la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo in fin dei conti è roba loro.
Oggi è il giorno in cui potremmo, per l’ennemillesima volta, farci posizionare il pallone e mancarlo, finendo stesi per terra (e riderne, invece di incazzarci).
Oggi è un giorno in cui ci si può accorgere che non c’è alta cultura senza bassa, né bassa senza alta, e che questi steccati sono pregiudizi che contribuiscono a distinguere le classi sociali, e che ci siamo tanto più attaccati quanto più siamo legati all’esistenza di differenze di potere, di ricchezza, di privilegi; e che gli Stati Uniti d’America nacquero – allora – proprio per abolire queste differenze.
Oggi è il giorno in cui potremmo, anche noi, amare una ragazzina dai capelli rossi che non abbiamo mai visto, farci abbattere da un aviatore nemico di molte generazioni fa, invocare un Grande Cocomero (o Grande Zucca, se preferiamo), farci mangiare l’aquilone da un albero cannibale, aprire una bancarella di aiuto psichiatrico, litigarci la nostra coperta preferita con il cane nevrotico del nostro migliore amico, farci suonare Beethoven da un ragazzo carinissimo che però ama solo Beethoven, togliere il pallone da rugby sotto i piedi di Charlie Brown, per farlo finire disteso per terra.
Non è il giorno dell’Urlo, quindi, né quello del Corpo Elettrico, oggi; non è il giorno di Allen Ginsberg né quello di Walt Whitman, che pure hanno assai meritatamente i propri. Sessant’anni fa, il 2 ottobre 1950, Charles Monroe Schulz pubblicava la prima striscia dei Peanuts, senza urli e senza eroismi da nuova frontiera. Si sorrideva sottovoce, come anche adesso a rileggerli, e penetravano nel nostro cuore lentamente e progressivamente.
Non è quella di Schulz, oggi meno che mai, la nostra immagine dominante del Nuovo Mondo, ma l’autore dei Peanuts ha avuto certamente il diritto di dire, con Langston Hughes, “Anch’io sono l’America”.
Certo che sarebbe fantastico se l’imperialismo americano fosse tutto così!

PICCOLA NOTA DI (UN) DANIELE BARBIERI

Questo post è stato indubbiamente scritto da Daniele Barbieri, però non da me (credo). Il mio (o suo?) post per il compleanno dei Peanuts si trova, in via  eccezionale, qui, sul blog di Daniele Barbieri, dby, <http://danielebarbieri.wordpress.com> (con auguri di buon compleanno anche a lui – domani, però, il 3 ottobre).  Ma se voi che ora passate su codesto blog sbirciate http://www.danielebarbieri.it
(oppure http://guardareleggere.wordpress.com) trovate un altro pezzo scritto da me (cioè dby credo) ma nel territorio dell’omonimo (dbx). Un simpatico casino. E tonnellate di guttalax per chi lavora all’anagrafe.
Ovviamente, c’è un’altra ipotesi: esiste un danielebarbieri iper-uraneo, che è l’idea platonica di tutti i danielebarbieri terreni. Se date credito a questa ipotesi, allora ambedue i post (iperuranei) li ha scritti lui. Ma poi importa? (db… uno dei)

Redazione
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