In piazza Duomo con Souad, Jorge e…

Un primo marzo per affermare i diritti di chi migra, per costruire una società di tutte e tutti

fotoMassimoGolfieri

In occasione della giornata del Primo Marzo, data diventata simbolo in Italia del movimento antirazzista, le associazioni milanesi organizzano un iniziativa in Piazza Duomo alle 15.

L’evento vuole presentare le storie di Souad e Jorge, migranti che quotidianamente fanno mille sacrifici per vivere una vita degna di essere vissuta, storie che però raccontano anche la vita di Giovanni e Anna. Storie senza una specifica nazionalità, che in questi anni potrebbero appartenere a chiunque. Storie di chi si trova a fronteggiare la crisi, vivendo spesso tragedie che attentano ai principi fondamentali alla base delle democrazie moderne.
Il 1° marzo 2015 a Milano sarà dedicato a questi racconti di vita, alle contraddizioni che fanno emergere e alla possibilità che rappresentino un momento di incontro e riflessione, che alimentino l’impegno per costruire una società che non discrimina, una società senza razzismo, una società che possa garantire meglio i diritti di tutte e di tutti.
Le associazioni promotrici dell’evento rivolgono un appello al sindaco di Milano e lo invitano a partecipare all’evento per ribadire il suo impegno affinché questa città sia sempre di più una città libera del razzismo e la discriminazione (di seguito la lettera aperta al sindaco Pisapia).

Caro sindaco,

da quasi un mese sono ritornata dal mio paese. Erano diversi anni che non camminavo per le strade della città della mia gioventù. Tuttavia ventidue anni vissuti là e ventidue qua mi hanno fatto diventare “bigama”. Milano occupa ormai nel mio cuore lo stesso posto della città che mi ha visto nascere. Ho due amori, lo confesso! E non posso, né voglio lasciare l’uno o l’altro!

Il mio rientro a Milano è avvenuto qualche giorno dopo la strage di Parigi. E purtroppo l’accoglienza non è stata delle migliori. Ho percepito la stessa aggressività che molti di noi, immigrati e immigrate, avevamo già vissuto nel 2009, quando a seguito di episodi criminali commessi da singoli stranieri, tutti noi che appartenevamo a quella “categoria” diventammo indiscriminatamente oggetto di una violenta campagna di criminalizzazione.

Il razzismo di strada che si respirava in quegli anni (e che fu fomentato da mass media e politici) trovò la sua legittimazione a livello istituzionale con l’approvazione del cosiddetto “pacchetto sicurezza”, che istituì una serie di provvedimenti apertamente discriminatori, molti dei quali furono successivamente annullati dalla Corte di cassazione italiana. Furono anni in cui Milano venne tappezzata da manifesti apertamente razzisti, anni in cui i controllori degli autobus giravano insieme ai poliziotti a “caccia di clandestini”, anni di paura per il rischio di essere aggrediti perché stranieri, a maggior ragione se rom o arabi.

Una delle cose che ricordo con più gioia della tua elezione a sindaco di Milano, evento che molti di noi festeggiarono in Piazza Duomo, è che nei mesi successivi alla tua vittoria, per noi immigrati e immigrate, il vento cambiò veramente a Milano e l’aggressività in città diminuì.

Oggi invece, non solo a Milano, ma in tutta Italia si respira nuovamente quel clima di ostilità nei nostri confronti e in particolare verso chi proviene dal mondo arabo. Il mio viso non è di una milanese “doc” e in questi giorni quella che considero la mia città me lo rinfaccia in ogni momento: quando l’impiegata del Comune, forse per ignoranza, al momento di rifare la mia carta di identità mi chiede il permesso di soggiorno nonostante le faccia vedere il passaporto italiano, quando i poliziotti fermano la macchina in cui mi trovo perché in compagnia di due “soggetti sospetti”: due amici arabi.

Il pomeriggio del Primo Marzo in piazza Duomo dalle ore 15 daremo vita, con tante associazioni e persone che abitano a Milano, a un’iniziativa con la quale far arrivare un messaggio alla nostra città: affermare i diritti degli e delle immigrate, vuol dire costruire una società per tutti e per tutte.

Vogliamo far capire che non siamo noi il nemico. Vogliamo far comprendere alla società italiana che chi sta usando la violenza altrove, e chi diversamente la usa qui, non ci rappresenta anche se può avere la nazionalità del Paese in cui siamo nati, o in cui sono nati i nostri genitori, o quella del Paese in cui vogliamo vivere pacificamente.

Siamo stanchi dei luoghi comuni: non tutti gli arabi sono terroristi, non tutti i latinoamericani sono ladri, non tutti gli italiani sono mafiosi!

Vorremo tanto che il Primo Marzo tu – che rappresentanti i cittadini di questa città, anche quei tanti fra noi che non hanno potuto votarti perché privi dei diritti elettorali – venissi in Piazza Duomo a farci sentire che Milano è anche la nostra città e che insieme, vecchi e nuovi milanesi, immigrati e italiani, possiamo ancora una volta spazzare via questo clima di razzismo e affermare che la convivenza è possibile.

Ti aspettiamo sindaco

Jorge, Aisha, Xiao, Virginia, Tsegehans, Urpi, Amr e tanti tanti altri ….  

Per informazioni: stessabarcamilano@gmail.com

Promuovono: Arcobaleni in marcia, Convergenza delle culture, Arci lesbica, Todo Cambia, Dimensioni Diverse, Macao, Spazio Mondo Migranti, Coordinamento delle Associazioni Islamiche di Milano e Monza e Brianza, Sisa, Associazione d’amicizia Italia Cuba, Altra Europa Milano e Provincia, Prc-Federazione di Milano, Sel Zona 4, Studio 3R, Consulta Rom e Sinti-MI, Naga, Partito Umanista, Rete Scuole Senza Permesso.

 LA FOTO CHE ILLUSTRA QUESTO POST E’ DI MASSIMO GOLFIERI (che la redazione della “bottega” ringrazia)

Redazione
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