Don’t Bank on the Bomb

Campagna «No alle banche nucleari». Un dossier, ripreso da «Fuori binario», con i nomi delle banche italiane che sostengono le armi nucleari… e di quella che si è rifiutata (*)

L’organizzazione olandese PAX ha pubblicato il suo più recente rapporto sul finanziamento globale dell’industria delle armi nucleari. «Non finanziare le banche nucleari» è l’unico rapporto di questo genere e fornisce informazioni dettagliate su chi sostiene la produzione, la manutenzione e l’ammodernamento delle armi nucleari.

Le principali conclusioni della relazione 2014 sono che 411 banche, compagnie di assicurazione e fondi pensione hanno investito 402 miliardi di dollari in 28 aziende coinvolte nella produzione, manutenzione o stoccaggio di armi nucleari.

Buoni esempi”

Gli investimenti in produttori di armi nucleari non sono una necessità ma una scelta, come è mostrato da otto istituzioni finanziarie quotate nella sezione del report che tratta i “buoni esempi”. Le istituzioni in questione hanno politiche “sociali” dichiarate che impediscono qualsiasi tipo di investimento in qualsiasi società associata ad armi nucleari. Queste istituzioni sono in Italia, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia. L’italiana citata a modello è Banca Etica.

La Top 10 degli investitori fa 175 miliardi di dollari

I primi 10 investitori catalogati mettono insieme più di 175 miliardi di dollari per i 28 produttori di armi nucleari. Con l’eccezione della francese BNP Paribas, le altre istituzioni finanziarie nella top 10 sono negli Stati Uniti.

Le prime 3 della classifica – State Street, Capital Group e Blackrock – hanno investito complessivamente 80 miliardi di US dollari.

In Europa, la maggior parte degli investimenti “nucleari” proviene da BNP Paribas (Francia), Royal Bank of Scotland e Barclays (entrambi Regno Unito). L’italiana Unicredit, tra i finanziatori, è citata a pagina 40 del rapporto.

In Asia, i maggiori investitori sono Mitsubishi UFJ Financial e Sumitomo Mitsui Financial (giapponesi) e il Life Insurance Corporation of India.

L’italiana Finmeccanica contribuisce alla filiera nucleare ed è citata a pag. 61 del rapporto.

Nella “Galleria delle vergogne” sono citati anche i finanziatori di Finmeccanica come la Carige (pag. 44), e – di seguito – Mps, Banca Popolare di Sondrio e Banca Popolare dell’Emilia Romagna.

Cosa puoi fare

Rivolgiti al tuo istituto finanziario e digli che non desideri che il tuo denaro sia investito in produttori di armi nucleari! In Italia questo è un modo per considerarti obiettore alle spese militari e nucleari!

Noi della Campagna OSM-DPN ti ricordiamo la Conferenza internazionale di Vienna (Iniziativa umanitaria verso il disarmo nucleare – società civile che si è tenuta da poco) e che puoi firmare on line la petizione per ESIGERE! il disarmo nucleare totale: http://www.petizioni24.com/esigiamo

I nomi italiani nel rapporto

UniCredit, Finmeccanica, Anima, Banca Carige, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare Emilia Romagna, Gruppo Bpm, Intesa Sanpaolo, Mediobanca Banca di Credito Finanziario, Mediolanum, Ubi Banca.

Vi invitiamo a informarvi e boicottare le sopra elencate banche ritirando il vostro conto presso di loro.

(*) Ho ripreso, con qualche minimo adattamento, questo articolo della redazione dal numero 170 (dicembre) del mensile fiorentino «Fuori binario». Altre informazioni utili: http://www.paxforpeace.nl e http://www.No-Nukes.nl e sul sito di Ican cioè International campaign to abolish nuclear weapons: Ican è nata dal movimento IKV Pax Christi e raccoglie oltre 300 ong pacifiste non governative di 80 Paesi. Il partner italiano di questa campagna è la Rete Disarmo. Le sigle Osm e Dpn stanno per Obiettori alle spese militari e Difesa popolare nonviolenta. (db)

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

  • Andrea Baranes mi segnala: le stesse organizzazioni che curano il rapporto sulle armi nucleari producono annualmente un secondo rapporto sulle banche che finanziano le bombe e munizioni a grappolo (cluster bombs). Il rapporto si trova a questo indirizzo: http://www.stopex

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