Dove vai se la cronomappa non ce l’hai?

Buone azioni e consigli filmici: Fabrizio (l’Astrofilosofo) Melodia prende sotto la sua ala i novellini che vogliono viaggiare nel tempo, per esempio fra il 2005 e il 10091

I viaggi nel tempo sono un argomento che definire fantascientifico è poco: molti direbbero che è forse l’argomento più forte della science fiction e, a detta del vostro Astrofilosofo, anche della filosofia generale.

Cos’è il tempo, cosa non è? Un argomento che ho trattato in altri post (e che notoriamente intriga anche “il barbieri della bottega”) ma è talmente vasto e appassionante che mi risulta assai difficile non tornarci su.

In questo caso, vorrei far notare come la letteratura – con il cinema di supporto – fantascientifica abbia attuato… la riforma del calendario. Come? Non bastavano i cattolici, i rivoluzionari francesi (per tacere dei maya; anche loro in un vecchio post bottegardo) oltre a ebrei, indù, musulmani?

La fantascienza – oggi vedremo quella filmica – ha riscritto i calendari e per giunta la realtà stessa del futuro. Ovviamente il futuro prossimo è già passato perciò riscriveremo anche quello, spostandoci in sentieri temporali pp (possibili e paralleli).

Ecco allora una mappa temporale a uso e consumo dei cronoviaggiatori dilettanti. I quali, con timore e tremore, potranno avventurarsi nella scoperta spinti dalla vecchia domanda e dal mix di paura e desideri: cosa ci aspetta? Sapremo dominare il futuro o l’estinzione dell’umanità è in agguato?

Orsù, salite nella macchina del tempo: si parte.

2005 – Il mondo dei videogiochi viene inaspettatamente attaccato da un terribile virus informatico, e il protagonista del suddetto videogioco, Solo, acquisisce una propria coscienza e chiede al suo ideatore, il buon Jimi, di essere liberato (“Nirvana” di Gabriele Salvatores, 1997).

2008 – La natura è in gravissimo pericolo e, per salvarla, i nostri geniali tecnici trovano un modo inusitato ma che potrebbe funzionare: trapiantarla in serre artificiali poste in orbita. Ma qualcosa sembra non andare come dovrebbe… (“2002, la seconda odissea” di Douglas Trumbull, 1972).

2009 – Si rubano e si trapiantano cervelli. Troviamo un gruppo di cacciatori di corpi sani e morti in giovane età che vengono recuperati dal passato e rivenduti a vecchi facoltosi per reincarnarsi e vivere una seconda giovinezza. (“Freejack – In fuga dal futuro” di Geoff Murphy, 1992, tratto liberamente dal racconto “Anonima aldilà” di Robert Sheckley).

2010 – Aiuto! Aiuto! Ritornano quei brutti cattivoni comunisti i quali, però, questa volta, si alleano con gli americani (o amerikani?) per un viaggio su Giove, purtroppo rischiando una guerra nucleare (“2010, l’anno del contatto” di Peter Hyams, 1984).

2013 – Gli USA sono fortemente minacciati da Cuba e dai suoi fierissimi alleati, gli stati del Terzo Mondo, stanchi delle continue violenze e di soprusi di ogni genere (“L’uomo del giorno dopo” di Kevin Kostner, 1997, ispirato al romanzo “Il portalettere” di David Brin).

2017 –In una realtà parallela al nostro attuale 2017, dopo una devastante guerra nucleare, siamo invasi da robot tuttofare, alcuni anche maledettamente super sexy, ma non si è ancora scoperto come evitare i guasti, soprattutto fuori garanzia (“Bambola meccanica mod. Cherry 2000” di Steve DeJarnatt, 1987).

2018 – E’ l’anno dello sport come droga delle masse (i più maligni diranno: “roba vecchia”). Benessere assoluto, niente guerre, tutto è regolato da un cervello elettronico. Si gioca al violentissimo rollerball: corridori su pattini a rotelle e in motocicletta … (“Rollerball” di Norman Jewison, 1975).

2019 – Piove sempre a Los Angeles, si parlano molte lingue ma soprattutto i poliziotti delle unità speciali vanno a caccia di androidi che a loro volta danno la caccia ai loro creatori (“Blade runner” di Ridley Scott, 1982; non dovrà mica dirvi che è ispirato a un ronanzo di Phiilip Dick?).

2021 – Brutta annata per i terrestri, gli alieni attaccano in massa e l’unico modo di salvarsi è unirsi sotto una sola bandiera e riattivare lo Scudo Stellare, ma accade l’imprevedibile (“Time runner – I dominatori della Terra” di Michael Mazo, 1993).

2022 – Di male in peggio, si muore di fame: i poveri terrestri sono costretti a ingozzarsi di gallette persino a New York (con oltre 40 milioni di persone). Ma di cosa sono fatte le gallette se la carne è finita da tempo? (“2022 i sopravvissuti” di Richard Fleischer, 1973, tratto dal romanzo di Harry Harrison “Largo! Largo!”).

2028 – Uno scienziato – di colore – ritorna sulla Terra da un viaggio interstellare e scopre che una terribile glaciazione ha eliminato ogni traccia della civiltà umana dal pianeta. Una donna è sopravvissuta, per giunta pure bellissima. Per stabilire un contatto con lei, dovrà usare una danza nota come Charleston… (Il film – del 1926! – infatti s’intitola “Charleston” ed è nientemeno che del regista Jean Renoir, secondogenito del pittore impressionista Pierre Auguste Renoir, Certamente da recuperare).

2029 – Sterminio della razza umana da parte della super intelligenza artificiale nota come Skynet. Gli umani superstiti sono fatti schiavi per servire le macchine. I pochi ribelli sono braccati e trucidati da cyborg antropomorfi (“Terminator”, di James Cameron, 1984. Uno “stra-cult”, lasciatemelo dire…).

2032 – Troviamo una Los Angeles dove denaro, fumo e alcool sono totalmente aboliti e chi dice parolacce in pubblico viene arrestato (è “Demolition Man”, di Marco Brambilla, 1993. Brutto ma per farci quattro risate con la coppia Stallone-Snipes va alla grande).

2034 – Se non vi piace il traffico tipo Grande Raccordo Anulare di Roma o la tangenziale di Mestre all’ora di punta, dovreste vedere la Via Lattea: un ingorgo insostenibile, troppo trafficata da giganteschi carghi spaziali e i vigili hanno belle rogne da risolvere (“Der grosse verhau” cioè “La grande confusione” del regista Alexander Kluge, 1970).

2035 – Un mix di speleologia ed epidemie su vasta scala. I pochi superstiti vivono sottoterra e cercano di venire a capo della tragedia mandando un malcapitato a indagare nella nostra epoca sulla frangia terroristica del titolo cioè “L’esercito delle 12 scimmie” (film di Terry Gilliam, tratto dal breve cortometraggio “La jeteè” di Chris Marker).

2084 – Ci sono bellissime agenzie di viaggi che, a prezzi abbordabili, vendono viaggi virtuali direttamente impiantabili nel nostro cervello. Solo per chi non ha problemi d’identità o in famiglia (“Atto di forza” di Paul Verhoeven, molto malamente tratto dal racconto breve di Philip K. Dick “Ricordiamo per voi”).

2150 – Mettetevi in salvo! I Daleks hanno scoperto un’energia alternativa più potente di quella nucleare e minacciano di far vedere i sorci verdi ai poveri terrestri (dal film “Daleks. Il futuro tra un milione di anni” di Gordon Fleming, 1965).

2173 – Aiuto, è tornato! Woody Allen, musicista di jazz, si risveglia dopo 200 anni in seguito a una conservazione criogenica ben riuscita e si ritrova in un mondo dominato dai robot (“Il dormiglione” di Woody Allen, 1974, unica ma riuscitissima incursione del regista nella fantascienza).

2257 – Consiglio una bella visita all’apertura della stazione spaziale Babylon 5,  dove si fanno affari e accordi diplomatici di alto livello. Tutto è cominciato dopo la decennale guerra dei Terrestri contro la sconosciuta ed evolutissima razza aliena dei Minbari. Ma alcune forze tramano nell’ombra (“Babylon 5” di Richard Compton, 1993, da cui poi è stata tratta l’omonima serie tv ultra premiata e realizzata con i controfiocchi).

2274 – Correte, è la vostra unica speranza di salvezza. Siete in una società dove gli esseri umani hanno una scadenza, per la precisione al compimento del trentesimo anno d’età e spiati da un apparecchio che si fa carico di far rispettare al millesimo tale scadenza. Logan non accetta di farsi uccidere e fugge nelle caverne, per poi scoprire, arrivato all’esterno, la terribile verità (“La fuga di Logan” di Michael Anderson, con uno strepitoso Michael York e un bravissimo Peter Ustinov, in un ruolo quasi marginale ma talmente ben interpretato da restare nel cuore di tutti; è tratto dal romanzo omonimo di William F. Nolan e George Clayton Johnson).

2293 – La civiltà è gravemente regredita su tutto il pianeta Terra, in balia di orde di Sterminatori che, incitati e armati da una misteriosa divinità chiamata Zardoz, trucidano senza pietà. Fra gli sterminatori, che si muovono a cavallo tra la gente in fuga e indossano maschere a imitazione dell’effigie di Zardoz, si distingue un uomo chiamato Zed (“Zardoz” di John Boorman, con uno strepitoso Sean Connery).

2300 – Una razza aliena scopre macchinari in grado di trasformare i desideri dell’inconscio in qualcosa di fisico, come scopriranno gli astronauti coraggiosi atterrati sul pianeta del perduto scienziato Morbius e di sua figlia (dal film “Il pianeta proibito”, di Fred MacLeod Wilcox, 1956, vagamente ispirato a “La tempesta” di un tal William Shakespeare).

3000 – Brutta annata! I codici genetici delle persone sono programmati al millesimo per generare esseri perfetti. Coloro che nascono con un codice non perfetto vengono ghettizzati e privati dei diritti e della parità, ma uno di loro, che sogna di diventare astronauta, si ribella a questo destino genetico già segnato (“Gattaca – La porta dell’universo” di Andrew Niccol, 1997, con un grande Ethan Hawke, una brava e bella Uma Thurman e uno strepitoso Jude Law).

10091 – Consiglio a tutti un giretto fra le sabbie e le bufere di Arrakis, meglio noto come Dune, pianeta deserto, dove si agitano serpenti giganteschi. Qui viene estratta la Spezia, una sostanza in grado di cambiare le percezioni dello Spazio e del Tempo (“Dune” di David Lynch, 1984, brutto e poco riuscito – per colpa del produttore – se si tiene conto del romanzo ispiratore, “Dune” di Frank Herbert. Chissà come sarebbe stato se lo avesse realizzato Alejandro Jodorowskij…).

Ecco, dunque, una sommaria guida per chi volesse avventurarsi in un viaggio nel tempo. Ma… a che scopo?

Umberto Eco amava dire: La fantascienza è, in altri termini, narrativa dell’ipotesi, della congettura o dell’abduzione, e in tal senso è gioco scientifico per eccellenza, dato che ogni scienza funziona per congetture, ovvero per abduzioni”. Chissà che con tutte queste ipotesi narrative – non liete vero? – si riesca a costruire un futuro decente. Dove il profitto non ha asservito la scienza, la tecnica e la filosofia ai propri voleri; dove dilagano le guerre e i pochi potenti si spartiscono tutte le risorse. 

 

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

2 commenti

  • Francesco Masala

    bel viaggio nel tempo 🙂

  • Me se come guida ti sei perso alla stazione di Venezia. Ore e ore a girovagare per la stazione ad aspettare la GUIDA. Qui c’è millantato credito e con l’aggravante dell’appoggio, prezzolato, del solito noto.

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