due film palestinesi

di Ismaele (*)

raramente si vedono al cinema film palestinesi, a volte arrivano, ci sono i festival del cinema palestinese, insomma bisogna darsi da fare per vedere buon cinema, sempre.

 

Salt of this sea (Milh Hadha al-Bahr) – Annemarie Jacir

un film sorprendente, con due protagonisti bravissimi, Suheir Hammad (Soraya), è il suo unico film, finora, e Saleh Bakri, qui alle prime armi, che ha fatto una manciata di film, e però è ormai un attore di quelli che non si dimenticano (da poco protagonista di “Salvo”, ed era in quel piccolo grande capolavoro che è “La banda”, uno di quei film che il dio del Cinema ogni tanto ci regala, a noi umili e fortunati spettatori).

la storia è sempre quella del rientro nella casa e nella patria (vi ricordate di Ulisse?) in un film che mostra tutte le difficoltà di un popolo imprigionato, e però non si piange addosso, Annemarie Jacir non solo fa un film politico, ma dentro c’è una rapina degna del genio di Woody Allen, una fuga da nouvelle vague, e la visione del mare, che non ha i tornelli e le sbarre dei check point israeliani, è quella della libertà e dello stupore (un po’ come quella dei bambini di Mereu in” Ballo a tre passi”)

cercatelo, davvero un grande film

http://markx7.blogspot.it/2013/09/salt-of-this-sea-milh-hadha-al-bahr.html

 

 

Il tempo che ci rimane – Elia Suleiman

è un film da non perdere, il racconto dei drammi con l’umorismo (palestinese-ebraico o ebraico-palestinese, cambiando l’ordine degli addendi la somma non cambia) è qualità dei grandi, ed Elia Suleiman lo è; che il dio del Cinema protegga Elia Suleiman.

 

(*) Trovate questo appuntamento in blog ogni lunedì e giovedì sera: di solito il lunedì film “in sala” e il giovedì quelli da recuperare. Ismaele si presenta così: «“Tre film al giorno, tre libri alla settimana, dei dischi di grande musica faranno la mia felicità fino alla mia morte” (François Truffaut). Siccome andare al cinema deve essere piacere vado a vedere solo quei film che penso mi interessino (ognuno ha i suoi pregiudizi). Ne scriverò e mi potrete dire se siete d’accordo o no con quello che scrivo; ognuno vede solo una parte, mai tutto, nessuno è perfetto. Ci saranno anche film inediti, ma bellissimi, film dimenticati, corti. Non parlerò mai di cose che non mi interessano o non mi sono piaciute, promesso; la vita è breve non perdiamo tempo con le cose che non ci dicono niente» (db)

 

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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