È difficile essere un Dio – Aleksey German

di Ismaele (*),

se il film di Peter Fleischmann (qui), del 1989, era un onesto e bel film di fantascienza, con tanto di disco volante che controllava la situazione, un film classico, e in questo prevedibile, ambientato in un ambiente desertico, a colori, nei canoni della rappresentazione di quella storia (tratta da un gran libro, qui, dei fratelli Strugatzki), Aleksey German fa tutta un’altra cosa.
tra l’altro del film di Fleischmann i fratelli Strugatzki non parlarono mai, avrebbero voluto che il film fosse diretto da un russo (qui)
Aleksey German gira un film di tre ore, in bianco e nero, in un ambiente incessantemente piovoso, un girone infernale dantesco non potrebbe essere rappresentato in modo più duro e crudo.
la storia è questa: gli umani hanno scoperto un pianeta a un livello di civiltà immobilizzata al più buio medioevo, mandano una missione per riuscire a spingere quella civiltà verso un Rinascimento; ma la storia non si ripete, può peggiorare, altro che il progresso.
il film ti immerge in un mondo di merda, puzza, schifo, violenza, sopraffazione (quello da cui noi pensiamo di essere destinati a non ripetere, anche se oggi in molte parti del mondo la vita si avvicina a quel medioevo del film, dove non ci sono monasteri  di monaci che conservano e trasmettono la cultura, i libri, gli intellettuali fanno una fine terribile).
alla fine è impossibile essere un dio, non riesci a intervenire e a cambiare quel mondo, anzi ne sei risucchiato.
lasciate ogni speranza, voi che guarderete questo capolavoro.

ps: per chi non lo conosce, Aleksey German ha fatto solo sei film (qui), solo in bianco e nero, per scelta estetica non contrattabile, ed è stato un gigante del cinema.

http://markx7.blogspot.it/2015/02/e-difficile-essere-un-dio-aleksey-german.html

 

(*) Trovate questo appuntamento in blog ogni lunedì e giovedì sera: di solito il lunedì film “in sala” e il giovedì quelli da recuperare. Ismaele si presenta così: «“Tre film al giorno, tre libri alla settimana, dei dischi di grande musica faranno la mia felicità fino alla mia morte” (François Truffaut). Siccome andare al cinema deve essere piacere vado a vedere solo quei film che penso mi interessino (ognuno ha i suoi pregiudizi). Ne scriverò e mi potrete dire se siete d’accordo o no con quello che scrivo; ognuno vede solo una parte, mai tutto, nessuno è perfetto. Ci saranno anche film inediti, ma bellissimi, film dimenticati, corti. Non parlerò mai di cose che non mi interessano o non mi sono piaciute, promesso; la vita è breve non perdiamo tempo con le cose che non ci dicono niente» (db)

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

Un commento

  • Daniele Barbieri

    «prima o poi doveva succedere che lo stesso post uscisse due volte»: così avrà pensato qualcuna/o di voi vedendo (un po’ di corsa) “lo stesso titolo”
    e invece no
    Ismaele sta parlando di due diversi film
    non fatevi ingannare… dalla fretta

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