E quando San Lazzaro senz’amianto?

di Vito Totire (*)

Dopo via Valfiori andiamo avanti per San Lazzaro asbestos free.

Possiamo dire che la bonifica del sito di via Valfiori è quasi conclusa. Il Comune lo ha annunciato per la metà del 2018; parrebbe che il nostro pressing abbia accelerato i tempi…

Con la speranza che i materiali amiantiferi oggi impacchettati come le norme prevedono e avviati allo smaltimento definitivo in tempi congrui. Saranno lì anche a Natale? Speriamo di no, visto che ogni tanto si verificano raffiche di vento fino alla velocità di 100-150 km.

I rifiuti andranno in Austria, in Germania , in Polonia o dove? Purtroppo abbiamo avuto in Italia governi che non si sono occupati molto di lavorare per modalità ragionevoli di smaltimento-inertizzazione. La vicenda di via Valfiori conclusasi (o quasi) positivamente induce alcune riflessioni:

  1. i tempi della bonifica sono stati più veloci di quelli proposti dalla ordinanza sindacale; questo dimostra che “la prossima volta” si può tranquillamente evitare di dare un anno di tempo, riducendo a 60 (max 90) giorni per lavori di quella entità;
  2. OCCORRE ANDARE AVANTI PER UN COMUNE (appunto san Lazzaro) SENZA AMIANTO; dunque proponiamo all’attenzione due ulteriori siti: a) via Emilia 291 (azienda Stellauto) già oggetto di nostre attenzioni in passato dove sono state già asportate/bonificate alcune coperture che erano in cattivo stato; oggi rimane una tettoia su uno dei muri perimetrali esterni che (mai dire a “occhio nudo” che si è sicuri della presenza di amianto) potrebbe costituita da materiale amiantifero; in questo caso l’opera di bonifica sarebbe da concludere; d’altra parte – da tempo, vox clamans in deserto – andiamo proponendo che venga mappato anche il fibrocemento senza amianto (rendendolo riconoscibile) onde evitare confusioni e allarmi; b) riteniamo necessario richiamare l’attenzione sul sito produttivo dismesso già denominato Artlegno in via Emilia 373/e, praticamente a Idice; non visibile dalla strada che attraversa la frazione di Idice in quanto nascosto da un altro insediamento (Lavorazione Pietre naturali Nanni);
  3. la situazione:
  1. sito dismesso da diversi anni (risulta da una banca dati cassa integrazione per crisi aziendale quantomeno dal 2010);
  2. abbiamo un corpo di fabbrica centrale con diversi capannoni retrostanti, tutti con copertura in fibrocemento in avanzato stato di degrado e vetustà;
  3. da vox populi il sito è stato venduto e incomberebbe un intervento di demolizione per trasformazione della destinazione d’uso dell’area; torneremo sulla “vexata questio”: si può vendere in Italia un sito con presenza di cemento-amianto?
  4. comunque sia, vanno fatte alcune osservazioni: 1) esiste un piano di monitoraggio-manutenzione delle coperture? 2) la data degli interventi di asportazione delle coperture è già fissata? 3) ammesso che si tratti effettivamente di cemento-amianto (a nostro parere al 99%,visto che non disponiamo di analisi al microscopio) vogliamo definire una data certa di bonifica dato che spesso si aspetta per interventi di demolizione che possono slittare avanti nel tempo per le più varie ragioni?

A nostro parere il Comune di San Lazzaro deve meglio focalizzare alcune questioni:

  1. darsi un cronoprogramma che faccia intravedere e prevedere una data finale per la bonifica integrale del territorio;
  2. evitare di ritenere attendibili i campionamenti sull’amianto in via Jussi; abbiamo saputo a mezzo stampa di questo monitoraggio, confermato dal Comune; il riscontro è associato a “rassicurazioni” date dal gestore circa una asserita “assenza di rischio”; CHIEDIMO UN INCONTRO ALLA SINDACA DI SAN LAZZARO SULLA QUESTIONE AMIANTO PER AVERE LA POSSIBILITA’ DI MEGLIO ARGOMENTARE SULLA INATTENDIBILITA’ DELLE “RASSICURAZIONI” DEL GESTORE (gruvi-Hera) ANCHE SE LE NOSTRE MOTIVAZIONI A QUESTO RIGUARDO LE ABBIAMO PIU’ VOLTE ESPRESSE PUBBLICAMENTE.

Al momento dunque vorremmo definire:

  • una data certa per la bonifica del sito dismesso di Artlegno
  • un cronoprogramma per la “liberazione” dai dichiarati ulteriori 58.000 mq di cemento/amianto (-1.000 con gli ultimi siti da noi segnalati?)
  • una data certa per la “liberazione” dalle condutture in cemento-amianto per l’acqua “potabile”
  • una data – nei primi giorni del 2018 – con la sindaca nella sua veste di autorità locale, sul tema: «città senza amianto», un programma con cui San Lazzaro potrebbe assumere un ruolo guida a livello nazionale. Raccogliamo ma consolidiamo i frutti della delibera del 2010 sul censimento.

Intanto buon Natale e un 2018 “asbestos free”.

Bologna, 20.12.2017

(*) medico del lavoro, presidente AEA (Associazione Esposti Amianto e rischi per la salute)

LE FOTO SONO DI VITO TOTIRE

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