ecco perché Isaac B. Singer ha iniziato a scrivere per i bambini

di franz (*)

“Ci sono cinquecento ragioni per le quali ho iniziato a scrivere per i bambini, ma per non perdere troppo tempo, ne elencherò solo una decina:

 

1 I bambini leggono libri, non recensioni. Per loro il giudizio dei critici non vale una cicca

2 Non leggono per cercare un’identità

3 Non leggono per liberarsi dai sensi di colpa, né per soddisfare la propria sete di ribellione, né per sbarazzarsi dell’alienazione

4 Non sanno che farsene della psicologia

5 Detestano la sociologia

6 Non cercano di capire Kafka né Finnegan’s Wake

7 Credono ancora in Dio, negli angeli, nei diavoli, nelle streghe, nei folletti, nella logica, nella chiarezza, nella punteggiatura e in altri simili vecchiumi

8 Amano le storie interessanti, non i commenti, non le guide alla lettura, non le note a piè di pagina

9 Quando un libro li annoia sbadigliano senza scrupoli, senza alcuna vergogna o timore dell’autorità

10 Non si aspettano che il loro scrittore preferito redima l’umanità. Giovani come sono, capiscono che egli non ha questo potere. Solo gli adulti hanno illusioni così infantili.”

(I.B.Singer, Why I Write for Children in “The New York Times”, 11 dicembre 1978. Trad. It.: I.B.Singer, Racconti, Meridiani, Mondadori 1998)

da qui

“Why I Write for Children” by Isaac Bashevis Singer

There are five hundred reasons why I began to write for children, but to save time I will mention only ten of them.
Number 1. Children read books, not reviews. They don’t give a hoot about the critics.
Number 2. Children’ don’t read to find their identity.
Number 3. They don’t read to free themselves of guilt, to quench their thirst for rebellion, or to get rid of alienation.
Number 4. They have no use for psychology.
Number 5. They detest sociology.
Number 6. They don’t try to understand Kafka or Finnegan’s Wake.
Number 7. They still believe in God, the family, angels, devils, witches, goblins, logic, clarity, punctuation, and other such obsolete stuff.
Number 8. They love interesting stories, not commentaries, guides, or footnotes.
Number 9. When a book is boring, they yawn openly, without any shame or fear of authority.
Number 10. They don’t expect their beloved writer to redeem humanity. Young as they are, they know that is not in his power. Only the adults have such childish illusions.

da qui

(*) così si presenta franz (rigorosamente minuscolo): «Ah, i libri! Sono bottiglie lanciate in mare, come nei film di pirati, i migliori sono mappe del tesoro, solo bisogna saper leggere quello che qualcuno, che non ci conosceva, ci ha donato. Credo davvero che quanto più s’allarga la nostra conoscenza dei buoni libri tanto più si restringe la cerchia degli esseri umani la cui compagnia ci è gradita. Noi siamo come nani sulle spalle di giganti e la lettura di tutti i buoni libri è come una conversazione con gli uomini migliori dei secoli andati. Una cosa è necessaria: non leggete come fanno i bambini per divertirvi o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere. Risponde qualcuno alla domanda sugli scrittori del momento: “Non so niente della letteratura di oggi, da tempo gli scrittori miei contemporanei sono i greci”. I libri non si scrivono sotto i riflettori e in allegre brigate, ciascun libro è un’immagine di solitudine, un oggetto concreto che si può prendere, riporre, aprire e chiudere e le sue parole rappresentano molti mesi, se non anni, della solitudine di un uomo, sicché a ogni parola che leggiamo in un libro potremmo dire che siamo di fronte a una particella di quella solitudine. Un libro è uno specchio. Se ci si guarda una scimmia, quella che compare non è evidentemente l’immagine di un apostolo».

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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