Educazione diffusa

di Luigi Gallo e Paolo Mottana (letto da Francesco Masala)

Il sottotitolo è impegnativo: Per salvare il mondo e i bambini.

Il libro è scritto a due voci (quelle dei due autori), che si alternano e si confrontano sulla scuola e sui bambini (e bambine) che la abitano.

Alla fine di ogni segmento ci sono alcune esortazioni, veri e propri inviti ad agire, a formatori docenti, dirigenti e amministratori, assessori, cittadini e genitori.

Leggendo il libro mi sono venute in mente alcune considerazioni, sulle cose scritte, ma anche sulle cose non scritte.

Si metta il bambino al centro, si dice, e si lavori sempre meno con la lezione frontale, sempre di più con attività partecipate.

In fondo, che altro è quello che propongono i due autori, se non la didattica del Maestro di Pietralata?*

 

E il docente sia una guida, un mèntore, dicono i due autori.

 

Proprio negli ultimi mesi le scuole sono state chiamate a deliberare i criteri (da scegliere fra una lista blindata decisa dal MIUR) per la scelta dei docenti da chiamare a lavorare nelle scuole, la famigerata chiamata diretta (che verrà estesa a tutti i docenti non lo dicono, ma non ci sono molti dubbi, sarà una rottamazione).

Molte scuole si sono rifiutate di scegliere, ma tanto lo faranno lo stesso.

Quello che non si sa è che con quei criteri del MIUR un qualsiasi smanettone che sappia un po’ d’inglese (e qualche titolo “comprato” in Albania o Romania, ça va sans dire, ma anche in Italia si trova qualcosa, sono il mercato e la globalizzazione,) sarebbe preferito a Platone e Aristotele, per non parlare di Socrate (mèntori fuori moda).

E si arriva anche alle critiche impietose alle politiche scolastiche del nostro paese. Nel capitolo intitolato “Verso la società del ben-essere” (da p.86 viene criticato e sepolto sotto le critiche, ben argomentate, il bonus per il docente, previsto da una pessima legge). E nel capitolo intitolato “Da prodotto standard a vita umana” si demoliscono l’addestramento e i test Invalsi.

 

*(scritto da Albino Bernardini, conosciuto dai più per lo straordinario sceneggiato tv di Vittorio de Seta, interpretato dall’indimenticabile Bruno Cirino)

 

Passo adesso alle considerazioni laterali al libro.

La prima è che sui bambini bisogna investire, in un modo semplice.

Per tutto il periodo delle scuole dell’obbligo (tanto che se uno non frequenta intervengono carabinieri e servizi sociali), lo Stato deve permettere la frequenza gratuita, libri gratuiti, la mensa gratuita, le escursioni e le attività al di fuori delle normali ore di lezione, i viaggi d’istruzione, insomma, tutte le attività decise dalla scuola, che non possono non avere valenza didattica.

Certo che questo ha un costo, ma anche tutti gli incentivi fiscali alle imprese hanno un costo, ma nessuno se ne lamenta, anzi se ne richiedono sempre più.

Provo a elencare i benefici della totale gratuità delle spese sostenute per tutti gli studenti che frequentano la scuola dell’obbligo.

Per prima cosa sarebbe un potentissimo strumento di integrazione sociale e di accoglienza, per tutti i bambini, compresi i bambini poveri e immigrati, e per i genitori di quei bambini. Avete presenti le scene di quei bambini che, non avendo diritto alla mensa, mangiano un panino in un angolo, o che stanno a casa, perché non hanno i 5 euro per il cinema o il teatro?

Nell’analisi costi/benefici si tenga conto del risparmio dovuto all’assenza di una struttura di controllo, ai minori certificati Isee che verranno richiesti, insomma alla minore burocrazia.

E a proposito della burocrazia, quando si legge il libro si capisce che, si sia d’accordo o no con gli autori, viene proposta una rivoluzione.

Come può una rivoluzione essere portata avanti dagli stessi dirigenti del MIUR che oggi si sostituiscono alle leggi (vedi qui), o che propongono di abbreviare il corso di studi delle superiori di un anno, per entrare prima nel magico Mondo del Lavoro? Già oggi chi lavora sa che prima della pensione dovrà lavorare almeno 42-43 anni; è possibile che un anno di scuola in meno cambierà qualcosa?, uno studente che studia un anno di meno sarà più preparato? (a questo proposito si legga un interessante articolo di  Laura Marchetti qui)

Buona lettura di Educazione diffusa, intanto.

 

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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