Enel, nuke e Mapuche

Da www.carta.org riprendo questo articolo di Luca Manes. Ricordo che sui molti misfatti dell’Enel ha scritto n ottimo libro Sabina Morandi; se cercate, su codesto blog, il suo nome trovate la mia recensione e commenti vari (db)

 Appena due anni fa l’amministratore delegato di Enel Fulvio Conti ha rilasciato un’intervista al Sole 24 Ore in cui diceva: «Ci sono circa cinquecento impianti nucleari nel mondo, alcuni in zone altamente sismiche come il Giappone, ma si tratta di impianti pronti a resistere anche a terremoti di intensità pari a nove gradi sulla scala Richter». La stessa Enel anche all’indomani del disastro di Fukushima continuava a sostenere la bontà dell’energia nucleare e a dirsi pronta per la costruzione di quattro reattori di tipo Epr in Italia. I due soli progetti di questo tipo oggi in cantiere in Europa, in Francia e Finlandia, stanno entrambi registrando enormi aumenti dei costi, ritardi e altri problemi. Adesso il governo italiano ha rivisto i propri piani nucleari e annunciato un clamoroso dietro-front «a termine», mentre rimane alta l’attenzione per i referendum del 12 e 13 giugno. Nel frattempo l’Enel continua a essere molto attiva nell’Est europeo, in particolare in Romania [centrale di Cernavoda], Slovacchia [Mochovce] e a Kalinigrad, exclave russa a pochi chilometri dalla Lituania, dove il progetto di impianto nucleare è particolarmente avversato dalle comunità locali.

Proprio un attivista di una Ong russa, Vladimir Slyviak, ha preso parte all’assemblea degli azionisti dell’Enel, tenutasi in una blindatissima viale Regina Margherita a Roma la scorsa settimana. La presenza di Slyviak e di tre ospiti cileni, arrivati in Italia per denunciare gli impatti di vari progetti idroelettrici che l’Enel ha in programma nel loro Paese, è stata facilitata dalla Fondazione culturale responsabilità etica e da Campagna per la riforma della Banca mondiale/Mani Tese nell’ambito delle loro attività di azionariato critico, iniziate quattro anni fa.

Appena iniziati i lavori, c’è subito stata una sgradita sorpresa per gli ospiti stranieri: a «causa» l’ingente presenza di azionisti intenzionati a prendere la parola viene tagliato loro il tempo a disposizione. Se gli anni scorsi i minuti per parlare erano dieci, quest’anno sono cinque, comprensivi di traduzione consecutiva. Ovvero gli ospiti stranieri possono esporre le loro ragioni in soli due minuti e mezzo. L’amministratore delegato della compagnia elettrica Fulvio Conti ha poi risposto a Slyviak riconoscendo un interesse in Kalinigrad, sebbene per il coinvolgimento definitivo ci siano da attendere tutta una serie di «valutazioni». Nemmeno una parola sul rischio di contaminazione delle falde acquifere e sui pericoli di incidenti in una zona ad alto traffico aereo internazionale, i principali «difetti» del progetto.
Tanto per non smentirsi, poi, Conti ha difeso a spada tratta il nucleare all’estero [che frutta all’Enel il 14 per cento dell’energia distribuita], ribadendo la sua posizione «attendista» in Italia.

Sul fronte dei grandi progetti idroelettrici e dello sfruttamento dell’acqua cilena, l’Enel ha un atteggiamento sempre più aggressivo. Se qualche anno fa le dighe in Patagonia e in territorio Mapuche erano viste più come un retaggio dell’Endesa [multi-utility spagnola acquisita nel 2007], adesso queste opere multimiliardarie rappresentano una sorta di fiore all’occhiello dell’impresa. Lo si comprende dalle stesse affermazioni di Conti, pronto a ribadire che le affermazioni delle Ong e dei movimenti riportate dagli ospiti cileni in assemblea non rispondono a verità e a promettere all’esponente mapuche Jorge Hueche «possibili ritorsioni legali» qualora si insistesse a denunciare gli impatti delle dighe nel territorio mapuche.

Nella realtà dei fatti, poi, tutte le decisioni «pesanti» erano già state prese in precedenza. Ci ha già pensato il ministero dell’economia, che infatti all’assemblea ha mandato una «delegata» che in soli trenta secondi ha chiarito che «a noi va tutto bene, grazie del lavoro fatto [e del dividendo che ci date, aggiungiamo noi] e tanti saluti». D’altronde se Via XX Settembre ha quasi il 31 per cento delle azioni della compagnia e conta per più della metà del 49 per cento delle quote rappresentate all’Agm, si fa presto a comprendere che di margini d’azione in assemblea ce ne siano ben pochi.

Ultima nota a margine, il presidente uscente Pietro Gnudi ha lodato l’Enel perché «ha fatto scuola sulla corporate governance». Peccato che, tanto per fare un esempio, per il nuovo consiglio d’amministrazione non ci fosse nemmeno una donna candidata…

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

4 commenti

  • già che ci sono vi allego questo cominicato sul giro di incontri italiani di Jorge Weke. (db)

    MAPUCHE: GLI “UOMINI DELLA TERRA” IN DIFESA DELL’ACQUA

    Difesa dei beni comuni, dei diritti umani e dell’ambiente si uniscono in una unica lotta per la sopravvivenza, per la difesa del territorio locale contro i profitti delle grandi multinazionali quotate in borsa. Un appello d’oltreoceano rivolto ai fratelli e le sorelle d’italia e d’europa.
    Jorge Weke, portavoce indigeno delle comunità mapuche della Regione dei Fiumi in Cile, invitato da Patagonia Senza Dighe ( http://www.patagoniasenzadighe.org ) sarà presente sul territorio italiano dal 28 aprile fino all’11 maggio e percorrerà l’italia da Sud a Nord.
    Per maggiori informazioni: ecomapuche@gmail.com http://www.ecomapuche.com

    RAINEWS24 intervista il nostro ospite (29 aprile 2011): “Mapuche, ENEL e il Sacro”
    http://www.rainews24.rai.it/it/video.php?id=23039

  • PETROLIO E VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI IN NIGERIA: INIZIATIVA DI AMNESTY INTERNATIONAL IN OCCASIONE DELL’ASSEMBLEA DEI SOCI DI ENI

    In occasione dell’Assemblea dei soci di ENI, in programma giovedi’ 5 maggio presso il Palazzo dell’ENI a Roma, la Sezione Italiana di Amnesty International, in collaborazione con la Campagna per la riforma della Banca mondiale (Crbm), svolgera’ un’iniziativa di sensibilizzazione
    chiedendo la bonifica delle zone inquinate dal petrolio nel Delta del Niger, in Nigeria.

    A partire dalle 9, di fronte all’ingresso del Palazzo dell’ENI, attiviste e attivisti della Sezione Italiana di Amnesty International e di Crbm, muniti di spazzoloni e materiale informativo, cercheranno di coinvolgere gli azionisti dell’azienda italiana, che opera in Nigeria attraverso la
    consociata Nigerian Agip Oil Company (Naoc), nella richiesta di bonifica delle aree inquinate e d’impegno ad attuare misure preventive efficaci.

    Dal maggio 2009, nell’ambito della sua campagna globale ‘Io pretendo dignita’’, Amnesty International svolge un’azione per il rispetto dei diritti umani e dell’ambiente nel Delta del Niger. Oltre il 60% delle persone che vivono nella regione dipende dall’ambiente naturale per il proprio sostentamento. A causa delle fuoriuscite di petrolio, dello
    scarico di rifiuti e delle torce di gas prodotte dalle compagnie petrolifere che da anni operano sul territorio, quali Shell, Total e la stessa Eni, gli abitanti sono costretti a usare acqua inquinata per bere, cucinare e lavarsi, si nutrono con pesce contaminato e respirano agenti
    inquinanti.

    L’inquinamento ambientale e’ causa di violazioni del diritto alla salute e a un ambiente sano. Le persone colpite sono centinaia di migliaia, in particolare le piu’ povere e coloro che dipendono dai mezzi di sussistenza tradizionali, come pesca e agricoltura.

    Su questi temi, la sezione italiana di Amnesty International e’ impegnata in un dialogo con ENI, sviluppatosi nel corso di una serie di incontri a partire dal novembre 2009.

    Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
    Amnesty International Italia – Ufficio stampa
    Tel. 06 4490224 – cell.348-6974361, e-mail press@amnesty.it

    Aggiungo che su codesro blog trovate altre notizie sul petrolio in Nigeria (sarà la prossima guerra?), sulla S-hell e su Eni, sull’assassinio di Ken Saro-Wiwa, su quella che io credo giusto chiamare dittatura del petrolierato. (db)

  • daniele barbieri

    Altre notizie su Jorge Weke.

    Ecco le date che restano per incontrarlo.
    (è disponibile a rilasciare interviste anche telefoniche durante le
    mattine delle giornate a Forlì-Cesena)
    6 maggio: Milano
    7 maggio: Bassano del Grappa
    8 maggio: Pordenone
    9 maggio: Cesena
    10 maggio: Forlì

    Questi gli aggiornamenti sull’intervento di Jorge all’Assemblea Generale annuale degli Azionisti ENEL:
    *”Mapuche, ENEL e il Sacro”* *RAINEWS24* intervista il nostro ospite (29 aprile 2011):
    (Un rappresentante del popolo Mapuche interviene all’Assemblea dei soci Enel, per contestare la cementificazione di un territorio sacro da parte dell’italianissimo Ente Nazionale per l’Energia Elettrica)
    http://www.rainews24.rai.it/it/video.php?id=23039

    sul sito patagoniasenzadighe tutta la rassegna stampa dell’AGM ENEL (manca solo l’articolo dell’Unità) su: http://patagoniasenzadighe.org/?cat=16
    Trovate:
    – Azionariato critico: ecologisti russi e indios Mapuche all’assemblea dell’Enel
    – L’Enel, il nucleare e i mapuche
    – La Patagonia ed i Mapuche all’AGM dell’ENEL per dire no alle dighe!
    i testi degli interventi in spagnolo su:
    http://patagoniasenzadighe.org/?cat=15

    AIUTATECI A DIFFONDERE, ANCHE PUBBLICANDO QUALCHE ARTICOLO SUL VOSTRO BLOG E
    INOLTRANDO L’INVITO AI VOSTRI AMICI E ALLE VOSTRE MAILIST.

    Rimaniamo a dispoizione per qualsiasi chiarimento,
    http://www.ecomapuche.com/
    ecomapuche@gmail.com

    Mapuche (dalla fusione di due termini Mapudungun: Che, “Popolo” e Mapu,”della Terra”) sono gli abitanti Amerindi originari del Cile Centrale e Meridionale e del Sud della Argentina (Regno di Araucanía e Patagonia).

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