Enger, Konatè, Malvaldi, premio Scerbanenco

recensioni giallo-noir di Valerio Calzolaio

Oslo. Agosto 2009. Henning Juul continua a pensare al figlio di 6 anni morto l’11 settembre 2007 in un incendio forse doloso del suo appartamento. Una sua parte non esiste più e il dolore viene da lì. Vive solo e dorme male, già prima la moglie Nora si era messa con il collega della redazione online di 123news. Da poco ha risolto di fatto un primo caso criminale, ora lo contatta Pulli, ricco immobiliarista diabetico già violento esattore, in carcere, incastrato per un omicidio, che in attesa dell’appello (l’avvocato si chiama Frode) chiede aiuto e offre notizie sull’incendio. Qualcuno non vuole che parli, prendono di mira un bravo cameraman, ne minacciano la famiglia affiatata, lo costringono a gesti criminali. Le indagini sono due e si intrecciano, forse l’omicidio non c’entra con l’incendio. E, infatti, rischiando molto, fra tanti morti, Henning aiuta a risolvere quel caso. Ma non l’altro, il suo personale: non finisce qui! Seconda tappa fra le sei previste della discreta macchinosa serie del 39enne norvegese Thomas Enger (“Dolore fantasma”, Iperborea 2012, pagg. 378 euro 17,50; originale 2011, traduzione di Giuliano D’Amico), in terza varia. REM.

 

Bamako e Pigui. 2005. A quel tempo il Mali era un poco meno malato di guerra. L’onesto maturo Habib Kéita, commissario capo della squadra anticrimine, discende dalla stirpe dell’imperatore fondatore della grande etnia dei mandingo, ricchi importanti studi dai bianchi in Francia (e dai rossi a Bordeaux, ma in patria si è riconvertito all’acqua), ha una cheta discreta moglie tradizionale e tre cari giocosi figli (qui il maggiore è 18enne). L’erede prediletto è il giovane intrepido collaboratore ispettore Sosso Traoré. Li mandano a indagare su un lontano duello mortale e su altre strane morti. Fanno lezione di umiltà. Il grande 71enne maliano Moussa Konatè (“L’impronta della volpe”, Del Vecchio 2012, pagg. 194 euro 13; originale 2006, traduzione di Ondina Granato) continua benissimo a farci conoscere le Afriche. I Dogon sono una popolazione di circa 240.000 individui in villaggi di fango su una regione a sud del Niger, prevalentemente coltivatori di miglio, hanno una particolare abilità come fabbri e scultori. Originale arma dei delitti (contro un progetto di villaggio turistico).

 

Montesodi Marittimo. Gennaio 2012. Piergiorgio Pazzi, medico (fisiologo) del Dipartimento di Endocrinologia dell’Università di Pisa, sulla trentina, ancora a casa della madre, astinente da qualche mese e Margherita Castelli, ricercatrice di Filologia Romanza della Normale, alta, capelli neri con strisce viola, occhi verdi con occhiali ovali di metallo partono per il piccolo comune della montagna toscana, per un progetto di analisi di laboratorio e studio di archivi. Ricercano genetica e genealogia per capire l’origine della leggendaria forza fisica degli abitanti del paesino (812 attuali), “il paese più forte d’Europa” pare. La Festa della Panca (cui assistono) è lì a dimostrarlo. Il bravo sindaco 60enne è in odore di divenire senatore PD (alle prossime elezioni). L’anziana maestra Zerbi Palla ospita Pazzi e gli parla anche delle tantissime “corna” (un terzo non sarebbe figlio del marito della propria mamma). Cade la neve e qualcuno la uccide, loro scoprono chi e verificano il dato. Godibile anche il nuovo giallo “leggiadria” di Marco Malvaldi (“Milioni di milioni”, Sellerio 2012, pagg. 200 euro 13), in terza varia. Bach e cacciagione.

 

Courmayeur. 12 dicembre. Viene assegnato lo Scerbanenco 2012. Nei mesi scorsi avete potuto leggere su “Salvagiallo” le recensioni dei finalisti (“Respiro corto” di Carlotto, “Festa di piazza” di Costa, “Il metodo del coccodrillo” di De Giovanni, “Il male quotidiano” di Gardella, “L’uomo nero” di Pondelmengo). Nella quindicina selezionata c’erano altri bei romanzi, alcuni di scrittrici, alcuni qui già presentati. Provo a suggerirne altri.

Enrico Pandiani, Pessime scuse per un massacro” (Rizzoli), ambientato in Francia, serie di “Les Italiens” questa volta in trasferta a Barbizon, Ile-de-France. Il commissario Jean-Pierre Mordenti della Brigata Criminale di Parigi racconta in prima l’indagine sull’omicidio di un anziano senatore dal passato quasi oscuro, con l’aiuto della bella tenente Delphine. Omosessuale!

Piergiorgio Pulixi, Una brutta storia” (E/O), ambientato in una metropoli del nord Italia con la vicenda parallela (in terza) dell’ispettore superiore della Sezione Narcotici Biagio Mazzeo, capo di una banda di poliziotti corrotti e dello spietato potente mafioso ceceno Sergej Ivankov, ex leader della guerriglia e re di Grozny, costretto a venire da noi dal casuale assassinio del fratello. Cento personaggi, poche vie d’uscita, decine di incroci. Pericolosi!

Patrizia Rinaldi, Tre, numero imperfetto” (E/O), ambientato nella sua Napoli, dove a ottobre il commissario Vincenzo Martusciello, poliziotto comune, con l’aiuto della bellissima sovrintendente cieca Blanca Occhiuzzi, indaga sul cantante Gennaro Mangiavento (Jerry Vialdi) trovato ucciso allo stadio San Paolo, in terza (in corsivo il colpevole). Mozart, nonostante tutto!

UNA BREVE NOTA

Appuntamento settimanale (o quasi) con le recensioni giallo-noir (e non solo) di Valerio Calzolaio che in prima battuta escono sul settimanale «Il salvagente». (db)

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