Enrico Bartolomei: Gaza e l’industria israeliana della violenza

da RadiAzione.info

Copertina-Bartolomei-178x300Ci siamo collegati con Enrico Bartolomei, uno degli autori (insieme a Diana Carminati e Alfredo Tradardi) di “Gaza e l’industria israeliana della violenza”, che è stato da lui presentato a Padova sabato 12 dicembre. La presentazione del libro, nelle settimane precedenti è stata boicottata a Trieste e Genova su pressione dell’ambasciatore israeliano.

La Striscia di Gaza, da quasi un secolo, è un luogo di sofferenza e di resistenza. Non è l’unico in questo mondo sconvolto da conflitti, ma costituisce il paradigma di riferimento dell’industria della violenza contemporanea. La violenza contro i palestinesi è un continuum che oscilla tra un minimo quotidiano, a bassa intensità, con i suoi morti, i suoi feriti e le sue distruzioni, completamente trascurata dai media, alle punte delle operazioni militari con il loro risvolto voyeuristico di fronte allo spettacolo del dolore. Né va dimenticata la violenza che si esercita contro i palestinesi cittadini di Israele e quella contro i profughi che vivono nei campi allestiti a partire dal 1947-1948 nei paesi arabi del Medio Oriente. Per questo possiamo parlare di un vero e proprio paradigma dell’industria della violenza. Un paradigma certo intrecciato a un colonialismo di insediamento sul quale si basa il sionismo come identità dello Stato israeliano, ma che si sta rivelando un modello concentrazionario specifico, nel quale ha un ruolo sempre più determinante l’industria militare. Gaza diventa allora una campo di concentramento a cielo aperto, utile come laboratorio di sperimentazione delle nuove armi, testate in corpore vili, e un esempio concentrazionario per la repressione dei mondi offesi.

Durante l’intervista è stato anche approfondito il ruolo dell’Università sionista nell’occupazione della Palestina e i suoi collegamenti con le università e le aziende italiane. Buon ascolto e vi aspettiamo alle prossime presentazioni del libro!

Rom Vunner

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