Epepe – Ferenc Karinthy

 (letto da Francesco Masala)

un linguista parte per Helsinki, per un congresso, arriva in un posto totalmente sconosciuto.
è un incubo o un salto spazio/temporale, o la realtà, non importa per chi legge.
ci si affeziona a quest’uomo che non può comunicare con nessuno, nessuno capisce una qualche lingua, se non quella di quello strano paese, sconosciuta al linguista, e a noi, naturalmente.
è una città da cui non si può andare via, impossibile scappare, si cerca di vivere giorno per giorno, aspettando una salvezza che non arriverà.
solo con Epepe, se si chiama così, ci sarà un flebile contatto, se lo si interpreta così.
abbandonate per qualche ora qualsiasi cosa stiate facendo, e dedicate un po’ del vostro tempo a un viaggio senza paragoni, in un posto che manca nelle guide turistiche.
vogliatevi bene, non perdetevi questo libro, dopo saprete perché era necessario leggerlo, buon viaggio.
https://stanlec.blogspot.it/2017/08/epepe-ferenc-karinthy.html
redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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