Eroi, filosofia, sfruttamento, balle: tutto super

«Ci manca(va) un Venerdì», puntata 99. Se l’astrofilosofo Fabrizio Melodia schiverà la kriptonite fra 7 giorni sarà qui a fare 100

«I supereroi non esistono. È solo brutta roba scritta da gente dissociata dalla realtà. Immagina che vita del cazzo, una menomazione, da soli, sempre, senza la normalità come scopo. Ogni giorno speso a nascondere una figata di super potere che potrebbe renderti immortale agli occhi di tutti. Menomati. Scherzi della natura. Cerchiamo ogni volta qualcosa di più di tutta la merda che abbiamo. Autocastrati. Basterebbe accettare ogni singola cazzata che ci compone, ogni singolo errore commesso, sarebbe facile. Noi e tutti i nostri problemi, nient’altro che animali in cerca di razionalità. Consapevolezza, consapevolezza di essere dei coglioni, consapevolezza di voler male, di amare, di cagare e mangiare senza ritegno, di voler superare i limiti. I limiti. I limiti non esistono, finché non ce li mettiamo noi. Pippe mentali, incredibili e assurde vomitate di autocatene imposte e tirate strette intorno al collo. Buttati da questo cazzo di burrone vedrai che botta di adrenalina. Poi me lo dici se fa male. No, moriresti pur di ammettere il dolore, saresti disposto a portare una maschera in faccia pur di non farti compatire. Ogni giorno, all’inizio è bello sentire la potenza, è una fissa non accorgersi di niente, sentire il potere che solo il controllo totale riesce a darti. Che ci importa del prezzo di tutta questa enorme cazzata? Quando qualcosa verrà fuori probabilmente ci saremo divertiti abbastanza da fregarcene di pagare il conto. Cercatelo su YouTube. Questo è un tutorial perfetto. Sei un mostro, tu, sei un mostro, io pure certo, ma tu sicuramente più di me. Funziona sempre così. Punto». Così afferma Gabriele Moldi, uno dei protagonisti della webserie di fantascienza “Freaks”, una serie tv nata e trasmessa in origine solo via web, attraverso il noto canale di raccolta video YouTube, a budget zero e con mezzi ridotti all’osso.

Sono proprio gli scherzi di natura, “freaks”, questi supereroi, sempre intenti a nascondere le proprie capacità e a dover combattere il crimine e le ingiustizie magari solo per un grazie, sommersi spesso da critiche e invidie, se non addirittura ricercati dalle forze dell’ordine e braccati dai Poteri Forti che sentono minacciata la loro egemonia.

Illuminante a questo punto l’affermazione di un personaggio di fantasia, anche se potrebbe tranquillamente essere assimilato a qualche noto supereroe, il Bill Gunn – interpretato dal bravo David Carradine – in uno dei migliori film di Quentin Tarantino: «Trovo che tutta la filosofia che circonda i super eroi sia affascinante. Prendi il mio super eroe preferito: Superman. Non un grandissimo fumetto – la grafica è mediocre! – ma la filosofia… la filosofia non è soltanto eccelsa: è unica. L’elemento fondamentale della filosofia dei supereroi è che abbiamo un supereroe e il suo alter ego. Batman è di fatto Bruce Wayne, l’Uomo Ragno è di fatto Peter Parker. Quando quel personaggio si sveglia al mattino è Peter Parker: deve mettersi un costume per diventare l’Uomo Ragno. Ed è questa caratteristica che fa di Superman l’unico nel suo genere. Superman non diventa Superman: Superman è nato Superman. Quando Superman si sveglia al mattino, è Superman. Il suo alter ego è Clark Kent. Quella tuta con la grande “S” rossa è la coperta che lo avvolgeva da bambino quando i Kent lo trovarono. Sono quelli i suoi vestiti. Quello che indossa come Kent, gli occhiali, l’abito da lavoro, quello è il suo costume! E’ il costume che Superman indossa per mimetizzarsi fra noi. Clark Kent è il modo in cui Superman ci vede. Quali sono le caratteristiche di Clark Kent? È debole, non crede in se stesso ed è un vigliacco. Clark Kent rappresenta la critica di Superman alla razza umana». E’ una critica particolarmente feroce quella mossa dal personaggio Superman a tutta la razza che lo ha adottato, in parte smentita dallo stesso Superman, come ci riferisce John Byrne, responsabile della sua rinascita nella miniserie “Man of steel”: «Krypton mi ha dato i natali, ma è la Terra che mi ha reso umano».

Superman alla fine si spoglia delle sue vesti di divinità, emblema forse del “self made man” e sempre di più l’eroe si cala nella melma terrestre, dove sembra affondare senza possibilità di redenzione.

«Ho studiato a fondo il fumetto come forma espressiva. Ho passato un terzo della mia vita in un letto di ospedale senz’altro da fare che leggere. Ritengo i fumetti il nostro ultimo legame con una maniera antica di tramandare la storia. Gli egiziani disegnavano sui muri. C’è ancora nel mondo chi tramanda la conoscenza attraverso forme pittoriche. I fumetti potrebbero essere una forma di cui qualcuno in qualche luogo ha avuto percezione o esperienza. In seguito quelle esperienze e quella storia stritolavano la loro macchina commerciale e sono state resi avvincenti, vivacizzate, trasformate in vignette per la vendita» afferma uno dei personaggi del film “Unbreakable – Il predestinato” con Bruce Willis e Samuel L. Jackson per regia e sceneggiatura di Micheal Night Shyamalan: la macchina commerciale tutto prende, macina e restituisce sotto una forma a lei tollerabile, che non disturbi la Società Bene, dove i cattivi sono ben altri che i villains colorati che si scontrano con l’Eroe così grande da avere sempre la maiuscola.

Fare il supereroe comunque ha i suoi vantaggi, ci fa sapere uno di loro molto amato dai più piccoli: «Adoro fare il supereroe! L’orario di lavoro è pessimo, la paga è inesistente… ma almeno non corro il rischio di venire licenziato!» ricorda il buon Paperinik, alter ego supereroico di Paolino Paperino, lavoratore precario e iper sfruttato per eccellenza, senza nemmeno job act e voucher. Lui è un supereroe bistrattato eppure difende la Terra contro gli attacchi dei terribili Evroniani.

Supereroe come supersfruttato dei nostri tempi? O come super assente? Forse. Spesso ci si scontra spesso con l’impossibilità di riconoscersi in comportamenti almeno un po’ civici e dignitosi.

«I bambini sognano di diventare supereroi. Avere superpoteri e salvare la gente. Ma non pensano mai a come è la vita di un supereroe quando non è in missione. Non è molto diversa da quella degli altri. L’eroe soffre, ama, desidera, spera, ha le sue paure e ha bisogno di persone che lo aiutino in queste cose. E questa forse è la parte migliore della sua vita» afferma Barry Allen, per gli amici Flash, l’uomo più veloce del mondo.

E il buon Logan, meglio conosciuto come Wolverine, dagli istinti animali, lo scheletro d’adamantio e gli artigli letali, sottolinea: «Lo S.H.I.E.L.D. crede che siano i superpoteri a contare. No: è l’abilità che conta. Sottovalutano i supereroi di strada, non li rispettano abbastanza da proteggerli. E invece sono loro i migliori. Qui fuori le armature vistose o i martelli magici non salvano la pelle».

E allora supereroi bistrattati di tutto il mondo alleatevi? O magari unitevi voi, supercriminali super sconfitti di tutto il mondo? La battaglia è dura: «Ho sempre avuto la passione per le personalità estreme. Non si può negare che questi supercriminali siano un po’ glamour» afferma Batman, dopo una delle sue visite all’Arkham Asylum.

Di glamour in fashion, ecco Leo Ortolani, papà Rat-man: «Diciamo subito che l’eroismo, secondo me, non è solo il gesto di una persona che sacrifica se stessa per salvare altri. È quel gesto lì, ma è anche il gesto di alzarsi tutti i giorni, alle cinque di mattina, per andare a lavorare e dare un futuro alla propria famiglia. È l’impegno che un insegnante si prende, di seguire i suoi studenti nell’esperienza dello studio. È anche fare bene il proprio lavoro quando nessuno ti guarda. Se c’è posto per l’eroismo? Ogni volta che sentiamo che dovremmo fare qualcosa e che ci costa fare quel gesto. Nessuno farà dei blockbuster sulla nostra vita ma, visti i risultati degli ultimi film sui supereroi, in fondo è meglio così. Credetemi».

Gli fa da contraltare il cattivone super psicopatico interpretato dal bravissimo Kevin Spacey nel film “Seven” affermando: «Ma tu vuoi diventare un eroe… vuoi diventare un campione… guarda che la gente non vuole campioni, vuole mangiare cheeseburger, giocare al lotto e guardare la televisione».

Risponde il protagonista del film “Lo chiamavano Jeeg Robot”, dapprincipio supercriminale e successivamente qualcosa di diverso: «Che cos’è un eroe? È un individuo dotato di un grande talento e straordinario coraggio, che sa scegliere il bene al posto del male, che sacrifica se stesso per salvare gli altri, ma soprattutto… che agisce quando ha tutto da perdere e nulla da guadagnare».

Concludiamo con una bella rappata di Caparezza: «Sono un eroe | perché lotto tutte le ore. | Sono un eroe perché combatto per la pensione. | Sono un eroe perché proteggo i miei cari dalle mani dei sicari dei cravattari. | Sono un eroe perché sopravvivo al mestiere. | Sono un eroe straordinario tutte le sere. | Sono un eroe e te lo faccio vedere. | Ti mostrerò cosa so fare col mio super potere».

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

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