Etaoin Shrdlu e cose del genere

Recensione (impossibile?) a «Psyconegozio» di Alfred Bester e Roger Zelazny    

«Questo posto è progettato per trattare l’improbabile» si legge a un certo punto e mai definizione fu più adatta a un luogo (il negozio «Il buco nero» di Roma) e a un romanzo.

A questo punto il re-censore potrebbe dire: andiamo per ordine. Ma visto il tema, il suddito-censito (e quasi mai incensato) ovvero db – io, me medesimo, quel db che più spesso passa di qua, trullalà – dirà: andiamo nel massimo disordine possibile.

Leggevo anni fa che a casa di non ricordo più quale scrittore di gialli c’era nello studio una specie di ruota con 4 o forse 5 voci: tipo «sparatoria», «cadavere», «uomo misterioso», «donna fatale» e forse dell’altro. Alle persone in visita curiose di sapere a che servisse la ruota, il giallista spiegava: «se attraverso uno stallo creativo giro la ruota e affido la trama al caso».

Escluderei che il duo Bester-Zelazny, autori di «Psyconegozio» – fresco «capolavoro» di Urania in edicola – usino sistemi così semplici: se c’è (fiiiiguriamoci) un impaccio narrativo dalla porta non entra un uomo con la pistola ma Marcel Proust o Cagliostro e/o – nel senso tutti insieme – Edgar Allan Poe, Doc Holliday, Bertrand Russell, Lucy Borgia, Kafka o fantasmi vari sullo sfondo.

Disordinatamente parlando ora dovete canticchiare anche voi:

«Gatti sui tetti, gatti sulle tegole

Gatti con emorroidi, gatti con sifilide,

Gatti col culo strizzato in un sorriso

mentre si glorian del gusto delle fregole».

Chiaro?

Se avete dubbi, può darsi allora che soffriate di «astigmatismo cognitivo», certo non di «onnicronosenso che consente di vedere su e giù per la Freccia del tempo, passato, presente e futuro in simultanea». Ed è in questo modo che se sarete assunti (o siete stati?) a «Il Buco nero» potrete occuparvi simultaneamente di «Il caso dell’uomo con l’appendice invisibile, la donna troppo mordace, il portiano sintonizzato-umano, l’uomo che trasmetteva stati d’animo, il telecinetico involontario, la ragazza dalla bellezza assassina, il caso del doppio Doppelganger, l’uomo dai sogni capovolti, il villaggio in un cristallo rigeliano, la ragazza che rubava il blu, i 7 muzwachiani collegati e il loro insolito orientamento spaziale, il rudwhorviano troppo gentile, il più grande amante su peridip, i fiori della vendetta e l’augure blando». E magari anche di: «l’ombra fischiante, l’assassino senile, il cadavere alla fine dell’arcobaleno, il robot che aveva bisogno di un cuore, i guanti che erano le sue mani, lo scellerato con le stimmate». E se non vi bastasse anche di: «il caso dell’uomo dalla risata chioccia, la voce dell’armadillo, 6 cadaveri e mezzo di Long Island, re dei tram elettrici, Nord a Syracuse e il fantasma della valle del Napa».

Senta lei – sì db – prima che passi oltre quel «Etaoin Shrdlu» che lei mette nel titolo “che d’è”? ADR (A domanda rispondo): se non lo sapete e/o non siete anglofoni forse a pagina 45 capirete che roba potrebbe essere.

Che altro? Beh la notizia 455 è interessante ma il sesso serpentesco di più; è noto che alcune città vadano in malora ma che possano tornare semi (plurale di seme) è una novità; quanto alle razze «spazioviaggiantinaturali» o al «dio percettibile», all’«ordinata distruzione» o alla «fottuta Iliade» non sottovalutatene le potenzialità.

Se ora dovete interrompere questa lettura per «orinare» ovviamente si tratta di un comando post-ipnotico che un precedente «te stesso» (me stesso? Lui stesso? Lei stessa? Voi stessi? ecc) vi ha imposto e/o vi imporrà e/o vi sta imponendo.

Finito di pisciare andate alla più vicina edicola: là troverete «Psyconegozio» (la traduzione è di Gaetano Luigi Staffilano per l’occasione «7camicie») iniziato da Alfred Bester e completato da Roger Zelazny, due colossi. Sono 4,90 euri per 208 pagine, un affarone.

Siccome il romanzo era breve ci sono una cinquantina di pagine supplementari. Si parla dei due autori, del Premio Urania, dell’illustratore Marco Patrito, della serie «Doctor Who» (50 anni ben portati), posta e un paio di «consigli di lettura» ma soprattutto di Luna. Sì, il satellite attorno a cui ruota il nostro pianeta o forse è il contrario. Le notizie che Fabio Feminò dà sul «futuro» della Luna – da «riconquistare» grazie a nuove tecnologie – sono interessantissime e (almeno per me) quasi tutte inedite. Solo speculazioni o concretezza? Se qualche esperto (per un esempio un paio dei miei amici che si chiamano Andrea) sono sintonizzati, pregherei di ragguagliarmi o anche rap-guaglionarmi.

Nota per chi è più tonta o tonto: l’avete capito o no che «Psyconegozio» è meglio del miglior Sheckley? Su cacciate ‘sti 5 eurini che vi danno pure 10 centesimi di resto. E se poi dovete orinare non è un comando ipnotico.

Redazione
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Un commento

  • «Non sono un troll, non devo orinare, non ti scrivo (credo) per un comando post-ipnotico. Sono una giovane amica sconosciuta e sto leggendo con gusto “Psycobottega”. Ma ti chiedo aiuto: Etaoin Shrdlu non lo capisco. Dammi un indizio».
    Cara gas (giovane amica sconosciuta) a parte che è «Psyconegozio» e a parte che un’altra volta puoi anche scrivere in blog (i troll si sgamano) ti dò due indizi: Qwerty Uiop è l’evoluzione (universale) dell’inglese Etaoin Shrdlu come il mio pc è il nipotino di una vecchia Olivetti.
    Tutto chiaro?
    Approfitto per far sapere a tutte/i quelle/i che pisciano anche senza comandi post-ipnotici che anche «Lord Tyger» di Farmer è arrivato in edicola. Lo rileggo e ve ne “canto”. La «collezione» di Urania annuncia per giugno «E sarà la luce» di James Tiptree junior. Evviva perchè è un romanzo stra-bello. Ma nella breve nota di presentazione si legge che Tiptree è «una star della fantascienza americana da scoprire e riscoprire». Invece di questa banalità perchè non dire che in realtà era Alice Sheldon, la più grande (con Ursula Le Guin) scrittrice dell’ondata femminista in fantascienza? Si firmava James Tiptree junior è vero ma è doveroso oggi restituirle la sua identità (o se preferite: anche un’altra delle sue identità). Ne riparleremo.

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