Famiglie arcobaleno? Certo che si può

recensione di Fabrizio Melodia a «La famiglia omogenitoriale in Europa: diritti di cittadinanza e libera circolazione» (a cura di Alexander Schuster e Maria Gigliola Toniollo)

famigliaOmogenitoriale
«E da cristiana il cuore mi dice che l’unione fra due esseri umani, che decidono di impegnarsi a volersi bene, dovrebbe essere benedetta, chiunque essi siano, ma questa è solo la mia modesta opinione» scrive Fiorella Mannoia. E’ un commento alle parole del cardinale Pietro Parolin («Il sì irlandese alle nozze gayè una sconfitta per l’umanità») un’ affermazione che la dice lunga sulle pressioni della Chiesa cattolica per quanto riguarda le riforme… e che pesa in Italia.

Fiorella Mannoia si muove nel pieno rispetto delle idee della Chiesa, libera di esprimere le proprie idee e di agire nella coerenza dei propri dogmi ma limitatamente al proprio ambito e che dunque non può imporre il suo punto di vista agli Stati.
Purtroppo in Italia c’è un clima di fuoco, alimentato dagli oltranzisti omofobi. A buttare acqua sull’incendio – se lo si volesse – ecco un libro pacato, che ha il sapore del manuale del buon vivere con la precisione del giurista: «La famiglia omogenitoriale in Europa: diritti di cittadinanza e libera circolazione» a cura di Alexander Schuster (dottore di ricerca all’università di Strasburgo e coordinatore scientifico del progetto “Rights on the move – Rainbow Family in Europe” dell’università di Trento) e di Maria Gigliola Toniollo, responsabile nazionale Nuovi Diritti della Cgil.
Libro di peso, ben 428 pagine, in cui sono raccolti – oltre ai puntuali interventi di Maria Gigliola Toniollo e di Alexander Schuster – intelligenti e precisi interventi giuridici (ma anche estremamente godibili nella scrittura) di Giuseppina La Delfa e Maria von Kaenel, Giacomo Oberto, Giulia Perin, Laura Calafà, Gianni Arrigo, Silvana Parulo, Michele Di Bari, Carlo Calderini ed Elvira Sessa, Salvatore Marra e Fausto Durante, Sandro Gallitu, Caterina Caput, Igor Surian, Daniel Borrillo e Laura Adamietz.
Si parla di libera circolazione e di riconoscimento della famiglia omogenitoriale nella zona europea, in cui tali diritti sono spesso misconosciuti se non addirittura osteggiati violentemente, come il caso italiano dove si è attenti al potere temporale della Chiesa piuttosto che alla Carta dei Diritti Universali dell’Uomo e alla nostra Costituzione (in particolare l’articolo 3).
Libro necessario per mettere paletti laddove vige esclusivamente la chiusura mentale e la paura del diverso. Pregiudizi antichi: affondano le radici nella cultura dell’antica Roma, basata sulla rigida conformazione della famiglia con tasse altissime ai cosiddetti “single”, fortemente omofobica (almeno “in pubblico”) contrariamente alla Grecia di Pericle – Sparta esclusa però – nella quale la tolleranza brillava sopra ogni altra cosa, pur se la condizione delle donne era arretrata. E’ un’opera collettiva in cui si discute anche del diritto del ricongiungimento familiare e delle origini della discriminazione a cui “le famiglie arcobaleno” sono soggette.
E’ un’ovvietà dire che siamo tutte/i uguali dinanzi alla legge, a dispetto della nostra appartenenza di genere e del nostro orientamento sessuale. E dovrebbe essere scontato che, anche nell’adozione, l’unico criterio dovrebbe essere il benessere e della tutela di bambine/i. Ma dalle parti del Vaticano (o di Forza Nuova, una significativa “cattiva compagnia”) non la pensano così.
Scrive Maria Gigliola Toniollo, nell’introduzione: «In Italia, l’Associazione Italiana di Psicologia ha dovuto più volte intervenire contro vecchi stereotipi, per demolire il tabù della madre “femmina” di concerto al padre “maschio! a garanzia di una buona crescita, principio del tutto insufficiente sul rapporto fra relazioni familiari e sviluppo psicosociale degli individui, che non trova riscontro in nessuna ricerca scientifica. Infatti la ricerca ha ampiamente documentato che, come basterebbe il semplice buon senso a dire, il benessere dei membri di un gruppo familiare non è legato alla forme che il gruppo assume ma alla qualità dei processi e delle dinamiche relazionali al suo interno. Studi d’oltreoceano ci confermano che i figli nati in coppie sterili, omo ed etero-genitoriali, grazie alle tecniche di fecondazione assistita, risultano essere più creativi, più intellettualmente vivaci e più sereni di tanti figli procreati “naturalmente”, proprio in quanto pensati e voluti più degli altri».
Per chi volesse chiarirsi le idee e comprendere l’importanza di tutelare i diritti di tutte/i; per chi fosse stanco di subire dogmi religiosi e invettive di violenti “opinionisti” ecco 18 euri ben spesi.

AA.VV. (a cura di Alexander Schuster e Maria Gigliola Toniollo)

«LA FAMIGLIA OMOGENITORIALE IN EUROPA – DIRITTI DI CITTADINANZA E LIBERA CIRCOLAZIONE»
Ediesse edizioni
42 pagine, 18 euri

 

 

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

2 commenti

  • Daniele Barbieri

    Contrariamente a quel che in Italia (provincia del Vaticano) tante/i pensano, esistono già numerose ricerche – sia qualitative che quantitative – sulle «famiglie con genitori gay e lesbiche»: ho sott’occhio un testo che mi pare utile affiancare a questo recensito da Fabrizio Melodia. Si intitola «Omogenitorialità» (tradotto tre mesi fa da Erickson: 264 pagine per 25 euri) di Abbie E. Goldberg. C’è anche una bella prefazione di Claudio Rossi Marcelli che chiude accennando alla sua recente esperienza – in cerca di diritti – fra Italia e Svizzera: «quando sai che lo Stato in cui vivi ti sostiene e riconosce la tua dignità, senti che la discriminazione diventa un problema di chi la compie e non di chi la subisce» (purtroppo è dello Stato svizzero che si parla non dell’Italia vaticandipendente).

  • Daniele Barbieri

    RICEVO E PUBBLICO

    “Anno Uno”, grazie del circo
    Défilée di omofobi alla trasmissione de La7 sollevano il solito polverone per eludere la questione centrale: le nostre famiglie sono senza diritti, doveri e tutele
    «Famiglie Arcobaleno» – l’associazione nazionale dei genitori omosessuali e transessuali – esprime sdegno per la spettacolarizzazione con cui “Anno Uno”, trasmissione che vorrebbe essere di dibattito e di approfondimento, ha trattato ieri il tema della genitorialità omosessuale. Le nostre famiglie sono state sbattute in pasto a un parterre di opinionisti che, nel bene o nel male, ci hanno anche stufati. Siamo stanchi di sentire opinioni sulle nostre vite, sulle nostre scelte, sui nostri figli. Siamo stanchi di sentir parlare di Gestazione per Altri solo per puntare il dito sulle coppie di maschi quando tutti sappiamo che la GPA esiste da decenni e che da decenni è praticata al 90 percento da coppie uomo-donne sterili.
    Siamo stanchi di sentire “sono d’accordo” e “non sono d’accordo”, siamo stanchi di sentire “opinione” sul benessere dei nostri figli da parte di persone che non li vogliono nemmeno ascoltare. Che sia chiaro, l’opinione altrui ci è del tutto indifferente: oggi aspettiamo diritti e non chiacchiere. Quello che chiediamo alla TV che pensa di essere seria, è un lavoro di approfondimento sulle questioni vere. Gay, lesbiche e trans hanno figli, a milioni, ovunque. Che piaccia o meno. È un dato di fatto. In Italia, migliaia di ragazzi e ragazze vivono con le loro due madri o i loro due padri.
    Perciò vi chiediamo: i diritti, i doveri e le tutele spettano anche a loro o devono continuare a vivere in balìa del caso, della buona volontà o delle opinioni degli altri? Oggi, in un mondo in cui tutte le democrazie occidentali hanno varato leggi a tutela dei figli di gay, lesbiche e trans, siamo ancora alla commedia dell’arte della TV italiana, che invita opinionisti per dire se sono d’accordo o no?
    Sono mesi che la Commissione Giustizia lavora su questi temi e nessun senatore, nessun deputato, nessun esperto che possa dirci a che punto sono i lavori? Benché l’unica famiglia arcobaleno, da casa, tentasse con determinazione di riportare la discussione su questo punto fondamentale, gli opinionisti continuavano a blaterare sul nostro conto. Eppure di esperti autorevoli da invitare ce ne sarebbero stati a bizzeffe, nei tribunali, nelle università, nella parte migliore del nostro tessuto sociale. Ci sembra un vero peccato che non siano stati interpellati un Carlo Flamigni, un Umberto Veronesi, un Vittorio Lingiardi o una delle migliaia e migliaia di donne che in Italia non possono avere figli per un tumore, un’isterectomia, una clamidia o una tubercolosi o, ancora, una delle tante che, anche in Italia, vorrebbero poter aiutare queste donne ad avere dei figli, attraverso una Gestazione per Altri che garantisca tutti, ossia regolata dalla legge ed eseguita dalla sanità italiana.
    Abbiamo invece assistito a una messinscena della peggior specie: è stata data la parola ai peggiori omofobi che oggi circolano sui media, quelli che si sono fatti i soldi sulla pelle nostra, i soliti buffoni tappati nel loro maschilismo, che li acceca al punto da non vedere la realtà, ossia che le donne possono decidere di avere figli come e quando vogliono e possono perfino decidere di fare dono di una gestazione a quelle coppie che non possono avere figli.
    Abbiamo sentito opinioni per lo più urlate e (anche se la conduttrice ha fatto del suo meglio e certi documenti erano davvero eccezionali – come l’intervista a Nancy, che ha portato in grembo i due figli di una coppia romana) la trasmissione è stata fondamentalmente indecente proprio per l’assenza di un vero e approfondito dibattito sullo stato dell’arte in materia di diritti e per avere dato “dignità” a omofobi patentati e notori. Ecco, la prossima volta che parlerete del razzismo, invitate anche il Ku Klux Klan, a giustificare l’odio e qualche altro matto che “argomenta” (!) “contro”.
    Ce n’è abbastanza perché, malgrado ci abbiano dato voce e ci abbiano rappresentate e rappresentati, oggi non ci sentiamo affatto di ringraziare la redazione di “Anno Uno”.
    Giuseppina La Delfa
    presidente@famigliearcobaleno.org
    associazione genitori omosessuali
    http://www.famigliearcobaleno.org
    393 3963733

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