Fanta-fisco: si può fare di più?

Cercasi un “Robin Topo”che ritrovi un racconto perduto e magari osi ancora di più: un appello di db

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 Fu 51 anni, per la precisione a ottobre, che lessi sulla rivista «Gamma» un impressionante racconto di fanta-economia, anzi per l’esattezza di quel raro  sottogenere definibile fanta-fisco.

Proprio un bel numero quello – ma «Gamma» era sempre di qualità – e infatti l’ho conservato: con «Lettera ad una fenice» di Fredric Brown, «Il chiodo e l’oracolo» di Theodore Sturgeon c’era, fra l’altro, «Operazione Ugo» di Sergio Turone che, qualcuno lo saprà, abitualmente non scriveva fantascienza ma quando lo fece… davvero sprizzò scintille.

Dicono che in rete ormai c’è tutto ma naturalmente è una bugia. Infatti ho invano cercato «Operazione Ugo».

Ma io devo, devo, DEVO, devo e devo farvelo leggere perché di fronte alla “catastrofe” fiscale ci vuole qualcosa di drastico e forse con Turone siamo sulla strada buona. Anche se tanti anni fa Riccardo Mancini mi disse: «è ancora troppo poco. Bisogna fare di più e la fantascienza forse… ti salva la vita, anche se dici la verità».

Dunque questo è un appello:

  • vi risulta che io possa “scannerizzarlo” o magari c’è un problema di diritti d’autore?
  • conoscete topi in stile Robin Hood che possano vedere cosa c’è nei cassetti del ministero delle Finanze? Oltre a una copia del racconto di Turone…
  • e soprattutto chi fra voi vuole rischiare la vita scrivendo un racconto di fanta-fisco adatto all’anno di grazia 2016 di codesta cosiddetta era cristiana? Io vi garantisco di metterlo qui in “bottega” … subito prima di abbandonare il pianeta.

Grazie.

E guardate che questo non è uno scherzo.

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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