Fatevi avvincere da Ramarren

recensione a «Falsi dei» di Francesco Troccoli (*)

«Avevo la sensazione che avessimo pagato un prezzo troppo alto al solo scopo di ricomprare qualcosa che ci eravamo illusi di possedere: il nostro presente». Così si legge quasi alla fine di «Falsi dei» (Armando Curcio: 320 pagine per 15,90 euri) del quarantenne romano Francesco Troccoli. Non è la cronaca di queste ore o un saggio sui duri anni che viviano ma un romanzo di fantascienza.

Ritroviamo qui Tobruk Ramarren, il protagonista di «Ferro sette»; meno sbruffone ma sempre coraggioso. Questo “seguito” cattura, a mio parere, molto di più. Tento una sintesi estrema: la mia impressione è che Troccoli diventi più bravo a ogni libro che scrive. Non che nei precedenti qualcosa andasse storto: ma nella scrittura più che nelle trame c’era ogni tanto qualche anchilosamento. Adesso ogni frase fila via come fosse Bolt. Vien voglia la sera di non spegnere la luce per continuare a leggere.

Non sto parlando di un capolavoro. «Falsi dei» è un buon romanzo ma sinceramente credo che non cambierà la storia della fantascienza. Però si legge con gran gusto (vi par poco?) e soprattutto se amate il sotto-genere «fantascienza avventurosa» questo è il vostro libro.

E’ abilissimo Troccoli a inserire sapori nuovi in ogni vecchia (e buona) minestra: viaggi nel tempo, l’ansible, longevi contro normo-viventi, insonni e dormienti, criostasi, la vecchia Terra decadente, Anomalia e Antianomalia, cavi nel cervello (ma anche un inibitore ipofisario), strane religioni, gestalt, menti mutanti, scoperte esistenziali («dolore e prigionia hanno lo stresso suono in qualsiasi lingua») e persino l’eterno gioco di padri e figli.

Ritmi e personaggi veri. Come ogni bravo scrittore popolare Troccoli contamina il presente con il futuro e ogni tanto sa dispensare saggezza nelle peripezie più forsennate. Mi pare più importante dirvi questo che riassumere la trama e togliervi il gusto di scoprire l’intreccio.

Capperi ma quando esce il prossimo?  Quasi sto già a “rota” di Rammaren.

(*) Ho già scritto, in blog, su Troccoli. Segnalo in particolare le recensioni al romanzo «Ferro sette» (è qui: I senza sogni e la rivoluzione) e all’antologia di racconti Domani forse mai. Uno degli aspetti più fantascientifici di Troccoli è nella sua biografia: ha lasciato una multinazionale farmaceutica per la scrittura. Che tutte le costellazioni cantino la sua gloria. (db)

 

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