Fidarsi di Avaaz?

Due interventi (di Marinella Correggia e Alessandro Marescotti) un link a Megachipe una breve nota su bugie di guerra (e di pace).

L’ambigua Avaaz

di Marinella Correggia (ripreso dal quotidiano «il manifesto»)


Nel 2011 l’organizzazione Avaaz, che si autodefinisce «un’organizzazione
civica globale» e promuove un attivismo via internet, si è distinta per
due iniziative di grande successo: la richiesta di intervento
internazionale «a tutela dei civili» in Libia e l’appoggio alla lotta di
alcuni gruppi indigeni in Bolivia contro il progetto governativo di
costruire una strada nel Tipnis (Territorio indigeno parco nazionale
Isidoro Sécure).

Nel caso libico, Avaaz ha agito molto in fretta, prendendo per buone le
menzogne dei media circa il «massacro di migliaia di civili da parte di
Gheddafi». Non l’abbiamo vista in seguito lanciare appelli per fermare la
guerra Nato o per proteggere i civili di Sirte e Tawergha. (Adesso è
attivissima – anche quanto a richiesta fondi – nella demonizzazione del
regime siriano).

Ed ecco il caso Tipnis, un milione di ettari di foresta che hanno ottenuto
lo statuto di territorio indigeno dal governo di Evo Morales nel 2009. Lo
abitano circa duemila persone, in 64 comunità. Il 15 agosto rappresentanti
di tali comunità hanno iniziato una marcia verso la capitale, La Paz, per
protestare contro il progetto dell’autostrada. Avaaz ha condannato con
toni altisonanti il governo boliviano e raccolto in poco tempo centinaia di migliaia di firme email di ambientalisti da tutto il mondo.
Certo la gente del Tipnis ha preoccupazioni legittime sull’impatto
dell’autostrada. La questione però è quantomeno controversa. Ma Avaaz,
insieme ad alcune grandi ong internazionali della tv araba al Jazeera
sembra usare queste preoccupazioni per indebolire politicamente Morales
con una denuncia a tutto campo, facendo di fatto il gioco della destra
boliviana. Ormai le denunce sono diverse e fra queste c’è la piccola
inchiesta di un sito svizzero (
http://www.sinistra.ch/?p=1627) che spiega:
«Avaaz distorce i fatti affermando che le imprese straniere si spartiscono
l’Amazzonia (…) e che si scatenerà una febbre depredatrice. Ma non
menziona il fatto che la distruzione ha già luogo nell’area e che proprio
il governo di Morales sta promuovendo una legge per aggiungere nuove norme
protettive del parco nazionale. La legge proposta comminerebbe pene
detentive tra i dieci e i venti anni di carcere per insediamenti illegali,
la coltivazione della coca o il taglio degli alberi nel parco nazionale».
Sul Tipnis, Avaaz è tornata alla carica pochi giorni fa, denunciando
rinnovate «enormi pressioni da parte del governo boliviano sulle comunità
indigene per la costruzione dell’autostrada. (…) Il governo,
spalleggiato dai brasiliani e dagli interessi internazionali del petrolio
e della coca, ha lanciato una controffensiva per aggirare la legge».

Secondo il giornale boliviano «Cambio»
(
www.cambio.bo/opinion/15022012/la_campana_internacional_contra_evo_morales_64561) la campagna di destabilizzazione contro Morales è orchestrata da Ong finanziate dagli Stati Uniti e fra queste Avaaz, le quali oltretutto promuovono il programma Redd (riduzione delle emissioni dovute al degrado e alla deforestazione), una falsa soluzione alla crisi climatica.
Creata nel 2007 da un gruppo di persone vicine a MoveOn, il gruppo di
attivismo on line finanziato dalla Fondazione Soros, Avaaz è presieduta da
Ricken Patel e appoggiata da ex deputati al congresso e imprenditori di
fama liberal. La sua tattica è molto semplice: promuove decine se non
centinaia di petizioni su questioni ecologiche, di diritti umani,
democratiche, anti-corruzione (ad esempio la lotta contro la censura su
internet oppure il riconoscimento della Palestina). Vi sono perfino
attacchi ai governi occidentali e contro lo strapotere delle banche. Fra
tanti temi «innocenti» si inseriscono questioni strategiche per i padroni
di Avaaz. Ottenendo adesione e fondi da centinaia di migliaia di sostenitori.

Siria, ritorna Avaaz

di Alessandro Marescotti (confronta http://lists.peacelink.it/news/2011/10/msg00051.html)

Avaaz ritorna con un comunicato e, dopo aver parlato di «movimento pacifico di protesta siriano» aggiunge: «Oggi una decina di incubi come quello di Homs percorrono la Siria. La situazione peggiorerà prima di migliorare. Sarà sanguinario e complicato, e mentre alcuni manifestanti imbracciano le armi per difendersi, la linea di demarcazione fra quello che è giusto e quello che è sbagliato si sbiadirà. Ma il brutale regime del Presidente Assad cadrà, e seguiranno pace, elezioni e cittadinanza».
Avete letto bene?
«Sara’ sanguinario e complicato». La lotta armata peggiorera’ apparentemente le cose ma dara’ i suoi buoni frutti anche se – in un primo tempo – il confine fra «cio’ che e’ giusto e cio’ che e’ sbagliato si sbiadira’».

E’ la retorica della Nato: per fare la frittata si devono rompere le uova. Il mondo passa per la violenza se vuole infine la bonta’.

Leggete qui sotto, e’ la follia della guerra civile imbellettata da Avaaz e presentata come una marcia verso la liberta’.

E poi ci sono le bugie: imbracciano le armi per difendersi? Sono documentatissimi gli attacchi deliberati e le imboscate. Il marketing di Avaaz «vende» la guerra come se fosse una saponetta profumata.


Infine segnalo questo:

http://www.megachip.info/tematiche/guerra-e-verita/7873-come-avaaz-sponsorizza-la-propaganda-di-guerra.html

UNA BREVE NOTA

Forse è utile raccontare come nasce questo mini-dossier (senza nessuna pretesa di completezza e ovviamente aperto a nuovi interventi e/o a diversi punti di vista). Io ricevo ogni giorno molti appelli e inviti a proteste o azioni telematiche: non credo molto a questa partecipazione virtuale ma ovviamente guardo di che si tratta e qualche volta ho aggiunto la mia firma. Talora le proposte di Avaaz mi sono apparse interessanti e ho aderito; anzi in almeno due casi le ho fatte girare, invitando amici ed amiche a valutare se aggiungere a loro adesione. Non ho fatto particolare caso alle voci che corrono (la calunnia è un venticello…) ma i due articoli qui sopra vengono da persone serie e la documentazione di moonofalabama.org – ripresa da Megachip – sui falsi giornalisti è abbastanza impressionante. Dunque ho ritenuto utile riprendere questi materiali anche su codesto povero blog. “Si sa, è il giornalismo di guerra” dirà qualcuna/o con secoli di esempi a s/confortarlo; ma purtroppo è sempre più anche “di pace”… E’ impressionante quello che riescono a inventarsi (oppure a tacere) i nostri democratici media su crisi e banche, su Grecia e Germania, su Tav e violenza, su quel che mangiamo e sui marò-santi-subito, finite voi questa lunga lista. Poi c’è la tecnica, sempre più raffinata, di parlar d’altro (la Fornero che piange, Rutelli che s’arrabbia con Annunziata) e quella tragi-comica di non far capire qual è la notizia. L’altro giorno in un Gr-1 – non l’ho registrato ma fidatevi della mia memoria – si spiegava che in Italia negli ultimi anni si è registrato un interessante, insolito fenomeno di addensamento ai due poli estremi del reddito. Io che sono maligno ho capito che la notizia si poteva tradurre così: i ricchi stanno sempre meglio, i poveri peggio e la classe media sta sparendo. (db)

Redazione
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  • sarina aletta

    A naso avevo sentito qualcosa…ma forse è qualcosa di più.
    Sarina
    ***************************************************************************************************

  • In generale mi lascia perplesso il tipo di azione politica di Avaaz e credo che si debba selezionare bene le fonti: talvolta Avaaz è credibile, altre volte meno.
    Sul Tipnis la questione è complessa: è vero che la destra ha cercato
    di utilizzare la marcia per screditare Morales, ma è altrettanto vero
    che Evo ed il Mas (che io non voglio assolutamente attaccare per
    principio) stanno dicendo che dietro a qualsiasi forma di opposizione
    nei loro confronti stanno gli Usa: nel caso specifico è in parte vero,
    ma tacciare di reazionari e di fantocci Usa quelli del Movimiento Sin
    Miedo o persone come Oscar Oliveira (usciti dal mas), mi sembra un
    tentativo per screditarli che riprende, seppure in maniera più soft,
    quello che Correa sta facendo contro coloro che avevano dato inizio
    alla Revolucion Ciudadana e ora sono un po’ ai margini.
    Ciao, david

  • Grazie e complimenti per l’ottimo articolo.

  • Da quel che so è anche vero che Ezra Levant, che accuso Soros di finanziare Avvaz poi ha pubblicamente ritrattato e chiesto scusa.

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