Finalmente il primo marzo. Ed è solo l’inizio.

Oggi è una giornata di lotta per donne e uomini migranti, per i diritti e la dignità, contro il razzismo e lo sfruttamento.

Per prima cosa vorrei dire a chi oggi sbircerà questo blog che aderisco all’appello lanciato dal “comitato No Tav” di Torino per chiedere il 1 marzo di aprire siti e blog con una dichiarazione a sostegno della «giornata senza di noi ».

Perché «i migranti non possono essere lasciati soli, in balia di governi che promuovono leggi razziste, in balia di una cultura di odio che li criminalizza e li sfrutta, di una cultura xenofoba e fascista che nega il valore del loro lavoro mentre dimentica che siamo noi stessi un popolo di emigranti. E’ una battaglia comune di civiltà, la loro e la nostra, in difesa di spazi di democrazia sempre più esigui, in difesa della nostra Costituzione. L’adesione alla giornata di lotta si può esprimere in tanti modi concreti: nelle piazze, nei luoghi di lavoro e in tante altre sedi. Invitiamo chiunque abbia un sito web a prendere alla lettera, mettendolo in pratica, lo slogan che riassume la giornata di lotta dei migranti: oggi oscurate il vostro sito web per 24 ore sostituendo la home page con un testo giallo (è il colore scelto per la giornata di protesta) in cui spiegate le ragioni dei migranti e date risalto alle iniziative programmate nella vostra città. Per altre notizie andate su http://www.primomarzo2010.it.

Dunque…

1° Marzo 2010 – 24 ore senza di noi  Questo blog aderisce alla giornata di lotta dei migranti

Dedico oggi questo piccolo spazio libero a donne e uomini migranti e a chi lotta con loro perché si sente straniera o straniero in ogni patria… che sia più piccola dell’intero pianeta

Aggiungo che da tempo ho dato la mia adesione a questa prima giornata di lotta, l’inizio di un cammino per una nuova stagione dei diritti. Mi sono impegnato dove vivo. Oggi sarò – con molte altre e altri, spero- in piazza a Imola: alle 17 con Hamid Barole Abdu per raccontare con «Le scimmie verdi» alcune storie di purtroppo ordinario razzismo in questo Paese ma anche per ricordare che un incontro è sempre possibile; poi a Imola attraverseremo il centro della città in silenzio e incatenati a denunciare che dall’agosto 2009 il razzismo in Italia è diventato legge. La nostra silenziosa fiaccolata sarà aperta da 11 ragazze e ragazzi ognuno con una lettera al collo. R-a-z-z-a-u-m-a-n-a. Razza umana, l’unica che conosciamo. L’unica per cui valga battersi

Disegneremo in terra una scacchiera dove bianchi e neri possano giocare insieme una partita contro il razzismo. Siamo convinti che possiamo vincere in 4 mosse.

Molto tempo fa Martin Luther King fece un sogno e noi continuiamo con lui a sognare e costruire un mondo dove il colore della pelle non conti. «Non mi fa paura la violenza dei cattivi ma il silenzio dei buoni» scrisse Martin Luter King.

E prima ancora, di fronte al nazi-fascismo che avanzava, lo scrittore Ernest Hemingway si rivolse a chi coraggiosamente si opponeva ma soprattutto alle molte persone e ai governi che facevano finta di non vedere. Scrisse: «non sarà per agosto forse, non sarà per settembre o magari per ottobre ma prima o poi dovremo combattere il nazifascismo». Uomini e donne in Spagna cercarono di fermare l’orrore: ma erano troppi pochi, non ci riuscirono. E la guerra divampò inevitabile.

Oggi noi ci troviamo in una situazione per certi versi simile. Dobbiamo combattere il nuovo razzismo che avanza. Possiamo farlo senza armi, con la nonviolenza organizzata. Ma dobbiamo farlo al più presto. Dobbiamo. Non sarà forse questo primo marzo 2010, non sarà forse in ottobre. Ma prima o poi, magari il primo marzo 2011, dovremo dare una tale manifestazione di forza (lo sciopero generale è il passaggio necessario e probablmente sufficiente) da costringere il razzismo istituzionale di questa brutta Italia a indietreggiare, restaurando i valori di quella Costituzione che tante italiane e tanti italiani si conquistarono proprio combattendo il nazifascismo.

Oggi è un buon giorno per lottare. Ma «ce n’est qu’un debout», è solo l’inizio.

Redazione
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