Forze armate italiane in Kuwait per la guerra all’Isis

di Antonio Mazzeo (*)

Parte dal Kuwait l’avventura militare italiana contro le milizie del Califfato. Nei giorni scorsi,

 

un velivolo tanker Boeing KC-767-A in dotazione al 14° Stormo dell’Aeronautica di Pratica di mare (Roma) è stato trasferito nella base aerea di Kuwait City per rifornire in volo i cacciabombardieri della coalizione internazionale a guida Usa impegnati contro l’Isis in Iraq e Siria. Sempre in Kuwait – petromonarchia che ha contribuito ad addestrare, finanziare e armare i gruppi di miliziani in lotta contro il regime di Bashar Assad poi confluiti nell’esercito del Califfato – l’Aeronautica rischiererà entro un paio di settimane due droni-spia Predator del 32° Stormo di Amendola (Foggia). Perché siano pienamente operativi, i velivoli senza pilota dovranno essere riconfigurati per la nuova missione bellica e sarà necessario allestire in loco le necessarie infrastrutture logistiche.

Secondo quanto dichiarato in Parlamento il 16 ottobre scorso dalla ministra della Difesa Roberta Pinotti, il contributo italiano alla “Coalizione internazionale” prevede pure il dispiegamento di 200 addestratori e 80 “consiglieri” militari, molto probabilmente a Erbil, nel Kurdistan iracheno, per addestrare le unità locali e i battaglioni dei pershmega curdi. Alcuni ufficiali italiani saranno distaccati infine a Tampa (Florida), sede del Comando centrale che guida l’Operazione Inherent Resolve, com’è stata chiamata dal Pentagono la nuova campagna di guerra in Medio Oriente. «Il contributo dell’Italia alla lotta contro lo Stato islamico deve proseguire e in tale contesto hanno preso avvio lo studio e la pianificazione di altri interventi, come la fornitura di ulteriori stock di munizioni e armi di cui potranno far parte anche controcarro e blindati in uso all’Esercito italiano» ha spiegato la ministra Pinotti. Le autorità militari prevedono inoltre di inviare «altri assetti pilotati per la ricognizione aerea» come i cacciabombardieri AMX e Tornado, ma c’è da immaginare che inevitabilmente saranno impiegati in azioni di attacco e bombardamento. Secondo l’agenzia Adnkronos, militari curdi potrebbero essere ospitati infine in Italia nei centri dell’Esercito di Cassino (Frosinone) e Persano (Salerno) e nei poligoni di Monteromano (Viterbo) e Capo Teulada (Cagliari) per essere addestrati all’uso dei sistemi d’arma che il nostro Paese ha ceduto nei mesi scorsi al «governo regionale» del Kurdistan irakeno (200 mitragliatrici 42/59 calibro 7,62 e M-2 Browning calibro 12.7 e 2.000 razzi per Rpg).

Il trasferimento di velivoli da guerra e droni spia in Kuwait contribuirà a rafforzare la partnership tra le forze armate italiane e quelle locali e offrirà sicuramente nuove opportunità di investimento e affari per il complesso militare-industriale-finanziario (Finmeccanica). L’11 dicembre 2003, Italia e Kuwait hanno sottoscritto un «Memorandum d’Intesa» sulla cooperazione nel campo della difesa (ratificato con la legge 147 del 18 luglio 2005) che promuove lo «scambio di conoscenze specialistiche» nei settori dell’addestramento della tecnologia informatica, di osservatori in esercitazioni militari e di «informazioni tecniche sui mezzi militari in costruzione»; la realizzazione di programmi e corsi di istruzione militari; l’assistenza tecnica sugli equipaggiamenti e sui sistemi di difesa. Un «Memorandum of Agreement» concernente la cooperazione nel campo della difesa è stato firmato il 18 luglio 2012 a Kuwait City dal Segretario generale della difesa italiano, generale Claudio Debertolis e dal Capo di stato maggiore del Kuwait, Khaled Jarrah Al-Sabah. Con questo memorandum, Italia e Kuwait si sono impegnate a collaborare più strettamente nelle fasi basiche e avanzate dell’addestramento al volo.

Gli ultimi due anni hanno visto un crescendo di incontri, visite ufficiali e corsi addestrativi bilaterali. Nel marzo 2013, una delegazione della Marina militare kuwaitiana è stata ospitata nella base di elicotteri di Luni (La Spezia) per visitare il Centro di Simulazione e Missione della Marina italiana e «conoscere le caratteristiche degli elicotteri EH101 e SH 90», attualmente in forza rispettivamente al 1° e al 5° Gruppo Elicotteri. «Alla delegazione è stata offerta la possibilità di decollare virtualmente da bordo delle navi Cavour e Caio Dulilio, eseguendo degli appontaggi su alcune piattaforme petrolifere posizionate in prossimità della costa» ha riferito il ministero della Difesa italiano. Gli alti ufficiali del Kuwait si sono trasferiti poi presso il Comando delle forze di contromisure mine a La Spezia, dove vengono svolti «corsi di sicurezza per la lotta antincendio» a favore di equipaggi di unità navali estere (fra gli altri, gli Emirati Arabi Uniti). «Fortemente interessata alla componente cacciamine italiane, la delegazione kuwaitiana ha potuto approfondire la visita a bordo di Nave Gaeta, prima unità ammodernata dell’omonima classe» ha aggiunto il portavoce della Difesa.

Due mesi più tardi è stato il Capo di stato maggiore dell’Aeronautica militare del Kuwait a essere ricevuto a Roma dall’omologo italiano, generale Pasquale Preziosa. Il generale kuwaitiano si è recato poi in visita a Torino Caselle presso gli stabilimenti della industria aeronautica Alenia (gruppo Finmeccanica) e al 61° Stormo dell’Aeronautica militare di Galatina, Lecce, sede della scuola internazionale di addestramento al volo e al pilotaggio di cacciabombardieri (sei allievi piloti kuwaitiani ne sono ospiti). Il 7 luglio 2013 l’allora ministra degli Esteri Emma Bonino si è recata in visita ufficiale in Kuwait per incontrare l’emiro Sabah Al Ahmad Al Jaber Al Sabah e il primo ministro Sheikh Jaber Al-Mubarak Al-Hamad Al-Sabah. «La fitta agenda del ministro degli Esteri s’inquadra nell’alveo della visita del presidente del Consiglio Monti il 6 novembre 2011, seguita alla visita di Stato in Italia dell’Emiro del 2010 e ha fra i suoi pilastri il rafforzamento dei rapporti tra i due governi nel campo della Difesa e in quello economico» si legge nel comunicato emesso dalla Farnesina. Nell’occasione, la Bonino si è riunita anche con i vertici della Kuwait Petroleum Corporation, proprietaria in Italia di una vasta rete di distributori di benzina e gasolio e della grande raffineria siciliana di Milazzo (in società quest’ultima con il gruppo Eni). A fine settembre 2013 sono stati l’allora sottosegretaria alla Difesa, Roberta Pinotti, e il Capo del Segretariato Generale della Difesa, generale Enzo Vecciarelli a recarsi a Kuwait City.

Il 14 febbraio 2014, l’ambasciatore in Italia del Kuwait, Sheikh Ali Khaled Al-Sabah, è stato accolto dai comandanti del 61° Stormo di Galatina per una visita ai simulatori di volo del caccia-addestratore Aermacchi MB339, alle strutture del Ground Based Training System (G.B.T.S.), il sistema integrato di addestramento aereo basato sul nuovo velivolo T346A (prodotto da Alenia Aermacchi), e al cosiddetto R.E.S. (Representation and Elaboration System), il sistema che consente, in maniera automatizzata e computerizzata, di ricostruire la complessa dinamica delle missioni di volo.

A fine dicembre, il 30° gruppo navale della Marina militare con la portaerei Cavour, l’unità rifornitrice Etna, la fregata lanciamissili Bergamini e il pattugliatore d’altura Borsini hanno fatto tappa in Kuwait durante il lungo tour promozionale in Africa e Medio Oriente pro-sistemi d’arma made in Italy. Nel corso del contemporaneo “salone della difesa” di Kuwait City, i manager di Selex ES – azienda del gruppo Finmeccanica produttrice di sistemi radar, sorveglianza, intelligence, ecc. – hanno annunciato l’apertura in loco di una sussidiaria, Selex ES Kuwait. Quest’ultima ha stipulato una joint venture con la compagnia kuwaitiana al-Safwa Security and Defence Systems per avviare progetti nel settore dell’elettronica militare e navale.

(*) dal blog di Antonio Mazzeo.

 

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