Futurabilità

di Alfio Neri

Franco Berardi (Bifo), Futurabilità, Nero Editions, Roma 2019.

Questo importante scritto analizza le nuove dinamiche che emergono nell’infosfera.
L’approccio è prevalentemente descrittivo ma lo sforzo analitico che lo permea rende quest’opera molto più preziosa.
Lo sforzo fatto per definire concettualmente i termini delle trasformazioni permette un autentico salto di qualità analitico. Il brillante tentativo di cartografare le dinamiche del presente si trasforma in un’analisi che evidenzia le molteplici biforcazioni storiche, occultate dall’apparente ineluttabilità del presente.
Il cuore palpitante del lavoro è nel prologo (cfr. 23-47), nella definizione rapsodica dell’apparato categoriale della nuova tardissima modernità.
Concetti apparentemente facili come “potere”, “potenza” e “possibilità” vengono riletti attraverso le figure analitiche della tendenza storica e la costellazione di fattori che presiedono la selezione delle possibilità oggettive di trasformazione sociale.
Il suo coraggioso tentativo di cartografare il presente rende evidente sia le modalità di costruzione di un orizzonte di regolarità e prevedibilità, sia il continuo proliferare di imprevedibili biforcazioni storiche.
L’abisso del presente coesiste con la riproposizione di nuovi (e vecchi) orizzonti di emancipazione sociale.

La diffusione di internet ha creato un nuovo ambito sociale.
L’esposizione della mente agli stimoli è diventata così rapida e intensa da provocare la disattivazione di quelle modalità critiche tipiche dalla vecchia mente alfabetica.
Quando i vecchi processi sequenziali logico-sintattici, proprio di menti forgiate sulla scrittura, sono stati sostituiti dall’infinita simultaneità elettronica, il pensiero passa dalla (potenziale) elaborazione critica alla modalità collettiva della mitologia sociale.
Nell’infosfera sono già apparse condensazioni mitologiche di contenuti immaginari, deliri semiumani intrecciati con credenze folli e improbabili presupposizioni inconsce.
Nell’infosfera la saturazione sensoriale produce una generale anestesia mentale che apre le porte all’impensabile.
La generale constatazione che tutto è simulato e che nulla sia reale è un meccanismo cognitivo che getta le basi di quella catastrofe etica che ci porta a concepire l’altro come una costruzione simulata nata dall’interazione fra la nostra mente e le macchine.
L’altro non è più percepito come un vero essere reale e questo meccanismo cognitivo impedisce l’empatia e la solidarietà.

Molta parte dei contenuti dell’infosfera non ha natura referenziale ma solo metaforica.
Spesso questi contenuti indicano appartenenze a gruppi largamente immaginari.
Dall’erosione del legame sociale sono emersi legami fittizi e sono riemerse dinamiche rimosse, da sempre annidate nei recessi della mente umana.
L’esplicita nostalgia di Bifo delle lotte novecentesche gli permette di vedere meglio la catastrofe e l’immensità delle promesse tradite dalla modernità.
Un esempio è di questo drammatico mutamento cognitivo è il neorazzismo odierno, un sentimento ansioso di una popolazione bianca impoverita e miserabile che fa sempre più fatica a sopravvivere.
Tradita dai partiti della sinistra diventati neoliberisti, molta della vecchia working class è tornata a mitologie della precedente fase industriale ed è divenuta nazionalista e razzista.

Il fallimento della promessa liberatoria dell’ultima modernità non è però ancora la fine della storia.
L’occultamento delle possibilità oggettive del divenire non implica che siano state cancellate le possibilità di costruire nuovi orizzonti.
Il fatto che il nuovo mondo si sia rivelato un’efficace modalità di selezione dei futuri contingenti graditi ai potenti e non uno strumento di emancipazione, non implica che il processo di caosmosi si sia chiuso.
In questa fase la cosa più sensata da fare è forgiare i concetti che permettono la comprensione del nuovo mondo.
In questo Bifo è chiarissimo.
Questo libro si propone di essere una psicomantica delle futurabilità sociale, una divinazione del divenire sociale delle psicosfera.
Da una parte l’ordine sociale è un’illusione condivisa di prevedibilità e regolarità, un’illusione proiettiva che può durare molti secoli o pochi minuti, un’illusione che permette la vita di ciò che chiamiamo civiltà.
Dall’altra continua a sussistere un processo di caosmosi, un ambito di continua riformazione di concatenazioni significative che prima non esistevano, di formazioni autonome di ordini provvisori nati da soggettività collettive emergenti.
Questa morfogenesi è in tutto e per tutto l’apparizione imprevedibile di nuove forme estranee all’attuale costituzione del mondo.
Di fatto l’apparentemente inevitabile voluto dal potere nasconde sempre l’inconcepibile che ci attende.

alexik

Un commento

  • Gian Marco Martignoni

    Una bella recensione, che sicuramente stimola la lettura del libro di Bifo, un autore che si fa apprezzare anche quando non lo si condivide fino in fondo.

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