Giancarlo Biffi: se disuguaglianza regna…

Pare tutto normale, la scossa sistemica che ha colpito l’Europa sembra rientrata. Niente lacrime e sangue se non per i greci. I nostri governanti tranquillizzano, raccontando che le scelte fatte dai governi europei non si tradurranno in nuove tasse per i cittadini. Ma può un Paese come l’Italia, angustiata da un debito pubblico enorme, prestare soldi? Evidentemente se non ci saranno nuove tasse si dovrà ricorrere a tagli, e provate a indovinare dove si abbatterà la scure. Guardando lo stato in cui versano istruzione, sanità, servizi sociali, previdenza, cultura… mi pare difficile se non criminale continuare a scarnificare questi settori. Vedrete però che, per far cassa, la scure si abbatterà proprio su questi “corpi” sociali. Il modello della disuguaglianza economica regna; impera, ormai da anni, la redistribuzione della crescita; il cosiddetto prodotto interno lordo è a senso unico privilegiando sempre più il profitto e penalizzando drasticamente i redditi da lavoro. I soldi in tasca alla gente sono sempre meno e valgono anche meno. Occorre ribadire che le contromisure messe in campo non sono aiuti all’economia reale ma sostegni agli istituti finanziari, le banche, che in qualche modo sono i generatori di questa situazione e che ne usciranno ben “coperte” mentre chi non ha colpe (e che spesso viene tartassato dalle stesse) resterà scoperto ai prossimi venti e terremoti economici. I banchieri che hanno speculato trarranno da questa manovra alti benefici; paradossale ma sarà così! Che la Borsa salga o scenda poco importa, l’importante è che si muova, che ci siano molti scambi, su ogni singolo movimento c’è guadagno. Intanto i salari vengono decurtati, la generazione mille euro si trova ora con uno stipendio ridotto ad ottocento, seicento euro, la disoccupazione aumenta e chi ha uno straccio di lavoro deve guardarsi bene da non perderlo. A una politica in perenne emergenza che opera alla giornata nel tentativo di tamponare falle che ogni giorno si aprono sempre più vistose, occorre dire che la crisi non è finita: o si mette in campo un altro modello sociale, economico, o altrimenti prima o poi tutto salterà per aria. Forse però servirebbe proprio questo per ripartire, servirebbe la distruzione di questo sistema per permettere a uno nuovo, eco-sociale, di svilupparsi.

Redazione
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Un commento

  • ginodicostanzo

    Se il problema del debito pubblico fosse causato dalla spesa pubblica La Germania e diversi paesi del Nord-Europa dovrebbero essere in rovina da tempo. Sono infatti paesi che spendono moltissimo per il benessere dei cittadini e per vari ammortizzatori sociali. Quindi sanità, servizi sociali, previdenza, cultura non sono la causa. Il sistema di corruzione generalizzato che è la vera struttura del potere costituito italiano, così come di quello greco, è la causa, e si preparano manovre assassine da 25 miliardi di euro a fronte di una evasione fiscale di 300 miliardi di euro!!! Ma il bacino di evasori è bacino elettorale… La manovra italiano sarà simile a quella greca, ma noi narcotizzati italiani reagiremo? Sapremo rinunciare ai sonniferi propinati dalla finta opposizione e dai sindacati?

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