Giancarlo Mazzetti, ennesima vittima dell’amianto

di Vito Totire (*). A seguire il ricordo di Silvia Nerozzi.

Apprendiamo la notizia della morte di Giancarlo Mazzetti, lavoratore delle OGR – cioè Officine Grandi Riparazioni di Bologna e amministratore pubblico del Comune di Casalecchio. Esprimiamo le condoglianze ai familiari e ai compagni di lavoro; è l’ennesima vittima delle condizioni di insicurezza in cui si è lavorato con l’amianto prima di metterlo, molto tardivamente, al bando.

La morte di Giancarlo Mazzetti è la punta di un iceberg ancora non del tutto scoperto e ci ricorda la necessità di andare fino in fondo per incidere il “bubbone” OGR.

Due le questioni:

  1. L’amianto è stata una guerra non dichiarata contro lavoratori e cittadini; le vittime non sono state ancora risarcite in maniera ragionevole. Occorre tenere aperta una vertenza con le Ferrovie, con lo Stato e con l’Inail perché tutti i risarcimenti disconosciuti (o perché i danni non son stati segnalati o perché i riconoscimenti sono stati respinti dall’Inail) vengano recuperati. Solo in questa maniera, a risarcimenti avvenuti, si potrà parlare di “guerra finita” e vera pace. Occorre dunque riprendere in mano tutta la coorte dei lavoratori e riesaminarla non solo per i tumori più tipici dell’amianto ma anche per quelli cosiddetti non tabellati o tabellati in lista II o in lista III; una morte prematura non è mai risarcibile ma ci sono vedove rimaste senza pensione di reversibilità grazie alle “idee” dell’Inail sugli organi bersaglio dell’amianto. La questione non riguarda solo i tumori ma anche altre patologie. Tutt’oggi l’Inail “non comprende” che il rischio dalla sede fisica dell’OGR si è esteso ai macchinisti e al personale viaggiante e ci mette nelle condizioni – per patologie tumorali tabellate – di doverci fare carico della prova della esposizioni (che comunque siamo in grado di sostenere).
  2.  A fine 2017 è stata presentata a Bologna come “conquista” l’inclusione del sito OGR nei SIN cioè siti di interesse nazionale. I cittadini vogliono sapere, premesso che l’inclusione nei SIN è giusta: a) quando parte il piano di caratterizzazione per “scovare” l’amianto residuo nel sito OGR e altri eventuali inquinanti; b) se potremo contare su una conferenza dei servizi “aperta” o se si intenda celebrarla a porte chiuse e quando; c) per quale motivo – dopo gli apparenti unanimismi dietro lo slogan “paghi chi ha inquinato” – si stanzia un milione di euro dalle casse pubbliche per la bonifica di un sito che chi lo gestisce dichiarava “pulito”. Questo mentre ci sono Comuni che “vanno in tilt” se devono anticipare bonifiche d’urgenza di smaltimenti abusivi, che aspettano mesi in attesa della improbabile individuazione del “colpevole”.

Un funerale è sempre dolore ma per evitare che resti solo un rito, per rispetto a Giancarlo Mazzetti dobbiamo affrontare questi problemi e chiederci anche se in Europa si sta facendo tutto il possibile per evitare sprechi e coordinare le ricerche per la ricerca di strumenti terapeutici davvero efficaci.

Onore a Giancarlo Mazzetti e condoglianze ai suoi familiari ai quali diamo anche il nostro sostegno pro bono per le eventuali pratiche medico-legali .

(*) Vito Totire, medico del lavoro, è presidente nazionale AEA, l’Associazione esposti amianto e rischi per la salute

IL RICORDO DI SILVIA NEROZZI

E con Giancarlo salgono a oltre 310 le vittime da amianto accertate delle officine OGR di Bologna. Una strage silenziosa e dilatata nel tempo e che quindi non fa rumore. Più vittime della strage del 2 Agosto. Ma una strage scomoda, perché strage di Stato. Perché il datore di lavoro che non ha vigilato sulla sorveglianza sanitaria degli esposti era FS, quindi le Ferrovie di Stato. Che chiedeva ai propri dipendenti di far girar l’Italia, ma non garantiva loro dispostivi di protezione a tutela della salute. Quando i rischi già si conoscevano da anni. Credo sia giunto il momento in cui le Istituzioni tutte si uniscano all’Associazione Vittime Amianto nella richiesta di giustizia e verità. Perché purtroppo l’amianto non è un ricordo: ne sono ancora pieni i tetti dei capannoni, le aree ex industriali, le scuole e gli ospedali. Ne sono ancora pieni i componenti elettronici che ci arrivano dal sud-est asiatico. Per questo credo sia giunto il momento per cui il 28 aprile dell’anno prossimo per la Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto e del Lavoro in piazza a chiedere giustizia scendano anche i gonfaloni dei Comuni, della Città Metropolitana, della Regione.

Silvia Nerozzi (figlia di Valter Nerozzi deceduto per l’amianto in OGR)

testo ripreso da afevaemiliaromagna.org (Associazione Familiari e Vittime Amianto Emilia Romagna APS)

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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