Gisa Legatti: «E’ morto il partigiano Fernandel»

Un grido, un canto dentro questi tempi di vergogna… parole strappate per tentare di ritrovare un poco di umano

barconi-sandroSardella

Fischia il vento

Urla la bufera

Scarpe rotte

eppure

bisogna andar –

Si ferma lì il canto

Voci rotte, incerte, stanche,

Eco di tempi lontani

Quasi usciti ormai dalla storia

Infeconde … ormai … quasi

Tempo sospeso

Bisogna andar

Ci sono cadaveri da raccogliere

O da ributtare in mare

Quando

La pazienza o l’abitudine o un resto di

Pietà avranno finito di fingere

la compassione, la partecipazione, il siamo tutti fratelli,

tutti con voi, tutti naufraghi , tutti perseguitati, tutti rifugiati,

tutti morti. Morti tutti

sulle stesse barche, sulle stesse spiagge, sulle stesse strade

che siete disposti ancora a percorrere

scalzi, ignudi, apparenze di carni, spenta fiducia,

camminare perché?

Dove troverete incroci con possibilità di scelte,

direzioni, indicazioni, cartelli che dicano

QUI c’è un posto per voi.

Forse solo voi avreste ancora voglia di scoprire nel deserto

Una foglia d’erba VERDE, di udire fra le rovine un lamento

E salutarlo come un CANTO.

Forse solo voi potreste continuare ad andare per trovare nascosto

In mezzo alla cecità, alla sordità, alle bocche ostinatamente chiuse

Un grido di Paradiso.

Tutti hanno scagliato pietre dietro di sé.

Tutto è Sodoma e Gomorra

Diluvio senz’arca d’alleanza

Recinto di bestie inferocite.

Dire Uomo è bestemmia

Dire Vita è menzogna

Dire IO…. Muore….. Muore il coraggio di

Voler essere ancora viventi.

Piovono parole Pozzanghere di pianto.

         Gisa (Oneglia agosto 2015)

L’IMMAGINE è di Sandro Sardella che ringrazio per avermi fatto avere questa poesia (db)

 

Redazione
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Un commento

  • Sono molto contenta che la mia poesia sia stata pubblicata sul suo sito che stimo molto.Le mie parole vogliono essere soprattutto un atto politico. Bisognerebbe sommuovere il mondo davanti ad una situazione che capovolge la storia e che viene subita come una disgrazia da esorcizzare e da cancellare. Peccato che non si dica e non si ripeta continuamente che è frutto della fase più marcia del capitale ed anzi si faccia di tutto per mettere toppe ad un’economia che distrugge la vita della terra.
    Grazie ancora. Con molta stima. Gisa Legatti

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