Gli innocenti di Stato: armi, tangenti e partiti

Un appello (del 2013 ma purtroppo sempre attuale) di Alex Zanotelli e una noticina sul processo ai boia-rdi di Stato

Il meglio del blog-bottega /225…. andando a ritroso nel tempo (*)

L’inchiesta giudiziaria della procura di Napoli su Finmeccanica, il colosso italiano che ingloba una ventina di aziende specializzate nella costruzione di armi pesanti, mi costringe a porre al nuovo governo Letta e al neo-eletto Parlamento alcune domande scottanti su armi e politica. Questa inchiesta – condotta dai pm Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock della procura di Napoli (ora anche da altre procure) – ci obbliga a riaprire un tema che nessuno vuole affrontare: che connessione c’è fra la produzione e vendita d’armi e la politica italiana? E’ questo uno dei capitoli più oscuri della nostra storia repubblicana.
Le indagini della procura di Napoli hanno già portato alle dimissioni nel 2011 del presidente e dell’amministratore delegato di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, nonché di sua moglie, Marina Grossi, amministratrice delegata di Selex Sistemi Integrati, una controllata di Finmeccanica. Anche il nuovo presidente di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, è stato arrestato il 12 febbraio su ordine della procura di Busto Arsizio e verrà processato il 19 giugno, per la fornitura di 12 elicotteri di Agusta Westland al governo dell’India, del valore di 566 milioni di euro, su cui spunta una tangente di 51 milioni di euro (**). Sale così di un gradino l’inchiesta giudiziaria per corruzione internazionale e riciclaggio che ipotizza tangenti milionarie a esponenti politici di vari partiti.
Nell’altra indagine della procura di Napoli spunta una presunta maxitangente di quasi 550 milioni di euro (concordata ma mai intascata) su una fornitura di navi fregate Fremm al Brasile, del valore di 5 miliardi di euro. Per questa indagine sono indagati l’ex-ministro degli Interni, Claudio Scajola e il deputato del Pdl Massimo Nicolucci.
Un’altra “commessa” sotto inchiesta da parte della procura di Napoli riguarda l’accordo di 180 milioni di euro con il governo di Panama per 6 elicotteri e altri materiali su cui spunta una tangente di 18 milioni di euro. Per questo, il 23 ottobre il direttore commerciale di Finmeccanica, Paolo Pozzessere è finito in carcere.
La procura sta indagando anche su una vendita di elicotteri all’Indonesia su cui spunta “un ritorno” fra il 5 e il 10%.
E’ importante sottolineare che il 30% delle azioni di Finmeccanica sono dello Stato italiano. Dobbiamo sostenere le procure di Napoli, di Busto Arsizio e di Roma perché possano continuare la loro indagine per permetterci di capire gli intrecci fra il commercio delle armi e la politica.
Noi cittadini abbiamo il diritto di sapere la verità su questo misterioso intreccio. E’ in gioco la nostra stessa democrazia. Soprattutto ora che l’Italia sta investendo somme astronomiche in armi. Secondo il Sipri di Stoccolma, l’Italia, nel 2012, ha speso 26 miliardi in “difesa” a cui bisogna aggiungere 15 miliardi di euro stanziati per i cacciabombardieri F-35.
Ecco perché diventa sempre più fondamentale capire la connessione fra armi e politica. E’ stata questa la domanda che avevo posto al popolo italiano come direttore della rivista «Nigrizia» negli anni ‘85-’87, pagandone poi le conseguenze.
All’epoca avevo saputo che alla politica andava dal 10 al 15 per cento, a seconda di come tirava il mercato. Tutti i partiti avevano negato questo.
Noi cittadini italiani abbiamo il diritto di sapere se quella pratica è continuata in questi ultimi 20 anni. In questi anni l’industria bellica italiana è cresciuta enormemente. Abbiamo venduto armi, violando tutte le leggi, a Paesi in guerra come Iraq e Iran e a feroci dittature da Mobutu a Gheddafi, che hanno usato le nostre armi per reprimere la loro gente.
Noi chiediamo al governo Letta e ai neo-eletti deputati e senatori di sapere la verità sulle relazioni fra armi e politica.
Per questo chiediamo che venga costituita una
commissione incaricata di investigare la connessione fra vendita d’armi e politica. Non possiamo più accettare che il Segreto di Stato copra tali intrecci!
Ci appelliamo a voi, neodeputati e neosenatori, perché abbiate il coraggio di prendere decisioni forti, rifiutandovi di continuare sulla via della morte (le armi uccidono!) e così trovare i soldi necessari per dare vita a tanti in mezzo a noi che soffrono.
E’ immorale per me spendere 26 miliardi di euro in “difesa” come abbiamo fatto lo scorso anno, mentre non troviamo soldi per la sanità e la scuola in questa Italia.
E’ immorale spendere 15 miliardi di euro per i cacciabombardieri F-35 che potranno portare anche bombe atomiche, mentre abbiamo 1 miliardo di affamati nel mondo.
E’ immorale il colossale piano dell’Esercito italiano di ‘digitalizzare’ e mettere in rete tutto l’apparato militare italiano, un progetto che ci costerà 22 miliardi di euro, mentre abbiamo 8 milioni di italiani che vivono in povertà relativa e 3 milioni in povertà assoluta.
E’ immorale permettere sul suolo italiano che Sigonella diventi entro il 2015 la capitale dei droni e Niscemi diventi il centro mondiale di comunicazioni militari, mentre la nostra Costituzione «ripudia la guerra» come strumento per risolvere le contese internazionali.
Mi appello a tutti i gruppi, associazioni, reti, impegnati per la pace , a mettersi insieme, a creare un Forum nazionale come abbiamo fatto per l’acqua. Cosa impedisce al movimento della pace, così ricco, ma anche così frastagliato, di mettersi insieme, di premere unitariamente sul governo e sul Parlamento?
E’ perché siamo così divisi che otteniamo così poco.
Dobbiamo unire le forze che operano per la pace, partendo dalla Lombardia e dal Piemonte come stanno tentando di fare con il convegno a Venegono Superiore (Varese), fino alla Sicilia dove è così attivo il movimento pacifista contro il MUOS a Niscemi.
Solo se saremo capaci di metterci insieme, di fare rete, credenti e non, ma con i princìpi della nonviolenza attiva, riusciremo a ottenere quello che chiediamo.
Alex Zanotelli (Napoli, 28 maggio 2013)

Per aderire all’appello cliccare qui

(**) Se la memoria non vi aiuta e vi state chiedendo come è finita l’inchiesta ma non avete voglia di andare in rete… la “bottega” vi offre un brevissimo riassunto. Nel maggio 2019 la Cassazione (sempre sia lodata) ha confermato il proscioglimento (dall’accusa di corruzione internazionale e false fatture) per gli ex amministratori delegati di Finmeccanica e Agusta Westland, Giuseppe Orsi e Bruno Spagnolini, in relazione alle tangenti per la fornitura di elicotteri all’India. Respinto il ricorso del procuratore generale di Milano contro la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano l’8 gennaio 2018: 4 anni e 6 mesi per Orsi e 4 anni per Spagnolini (nel frattempo uno degli episodi contestati è caduto in prescrizione). Ora pro nobis. La prima condanna in appello era stata annullata con rinvio da parte della Corte di Cassazione nel dicembre 2017. Ite missa est. Lo Stato e in particolare chi vende armi è sempre innocente. Amen.

(*) Anche quest’anno la “bottega” ha recuperato alcuni vecchi post che a rileggerli, anni dopo, sono sembrati interessanti. Il motivo? Un po’ perché oltre 17mila e 700 articoli (avete letto bene: 17 mila e 700) sono taaaaaaaaaaanti e si rischia di perdere la memoria dei più vecchi.E un po’ perché nel pieno dell’estate qualche collaborazione si liquefà: viva&viva il diritto alle vacanze che dovrebbe essere per tutte/i. Vecchi post dunque; recuperati con l’unico criterio di partire dalla coda ma valutando quali possono essere più attuali o spiazzanti. Il “meglio” è sempre soggettivo ma l’idea è soprattutto di ritrovare semi, ponti, pensieri perduti… in qualche caso accompagnati dalla bella scrittura, dall’inchiesta ben fatta, dalla riflessione intelligente: con le firme più varie, stili assai differenti e quel misto di serietà e ironia, di rabbia e speranza che – lo speriamo – caratterizza questa blottega, cioè blog-bottega. [db]

 

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