Gramsci 44: il confino a Ustica di Antonio Gramsci nel docu-film di Emiliano Barbucci.

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di Santa Spanò

2.I.1927

Carissimo,

ho ricevuto i libri da te annunziatimi nella penultima lettera e un primo blocco di quelli da me commissionati. Così ho da leggere abbondantemente per qualche tempo. […]

La vita scorre senza novità e sorprese; unica preoccupazione è l’arrivo del vaporetto che non sempre riesce a fare le quattro corse settimanali (lunedí, mercoledí, venerdí, sabato) con grande dispiacere di ognuno di noi che aspetta sempre con ansia la corrispondenza. Siamo già una sessantina, dei quali 36 amici di località diverse; predominano relativamente i romani.

Abbiamo già iniziato una scuola, divisa in vari corsi: 1° corso (1°  e 2°  elementare), 2° c. (3°  elem.), 3° c. (4°  -5° elem.), corso complementare, due corsi di francese (inferiore e superiore), un corso di tedesco. I corsi sono stabiliti in relazione alla coltura nelle materie che possono ridursi ad un certo corredo di nozioni esattamente determinabili (grammatica e matematica); perciò gli allievi dei corsi elem. frequentano le lezioni di storia e geografia del corso complementare, per esempio. […]

È lo stralcio di una delle lettere che Antonio Gramsci indirizza all’amico Piero Sraffa durante il periodo di confino a Ustica.

L’8 novembre 1926 Antonio Gramsci, in violazione dell’immunità parlamentare, venne arrestato e rinchiuso nel carcere di Regina Coeli. E da qui confinato a Ustica, dove avrebbe dovuto scontare 5 anni, i giorni di permanenza sull’isola furono invece solo 44: dal 7 dicembre 1926 al 20 gennaio 1927.

Antonio Gramsci, 1922

Antonio Gramsci, 1922

 

 
Dai resoconti dell’arresto pare che Gramsci avesse in tasca un biglietto con una notazione per la redazione de L’Unità  sulla necessità di abituarsi a «pensare e studiare anche nelle condizioni più difficili».

 

 

Ad Ustica queste sue parole, grazie soprattutto all’aiuto di Piero Sraffa, prendono corpo in maniera determinante, scrive infatti all’amico : «… Siamo ad Ustica in 30 confinati politici: abbiamo già iniziato tutta una serie di corsi, elementari e di cultura generale, per i diversi gruppi di confinati; inizieremo anche delle serie di conferenze. Bordiga dirige la sezione scientifica, io la sezione storico-letteraria; ecco la ragione per cui ho commissionato determinati libri…».

Foto storica di A. Gramsci a Ustica, 1927/1927 - revleft.com

Foto storica A. Gramsci a Ustica, 1926/1927 – revleft.com

«… D’altronde, la nostra venuta ha determinato un mutamento radicale nel luogo e lascerà larghe tracce…»

Queste tracce le ha percorse Emiliano Barbucci, regista trentenne di Reggio Calabria, che ha raccontato in un docu-film i 44 giorni vissuti sull’isola di Ustica dall’intellettuale e politico italiano Antonio Gramsci.

Emiliano Barbucci - ph Mathia Coco

Emiliano Barbucci – ph Mathia Coco

Gramsci 44 è l’opera prima di Barbucci scritta con un altro giovane reggino talentuoso lo sceneggiatore Emanuele Milasi, il film, prodotto dalla Ram Film di Reggio Calabria qui, ha come protagonista Peppino Mazzotta nel ruolo di Antonio Gramsci, affiancato dal produttore Americo Melchionda nei panni di Amadeo Bordiga, la fotografia del film è affidata a Daniele Ciprì che non ha certo bisogno di presentazioni; partner del film il Comune di Ustica, l’Istituto Gramsci siciliano e il Centro Studi Ustica.

 

Daniele Ciprì con Emiliano Barbucci durante le riprese - Cortesia E. Barbucci

Daniele Ciprì con Emiliano Barbucci durante le riprese – Cortesia E. Barbucci

Emiliano Barbucci racconta queste 44 giornate con un linguaggio a metà strada tra il documentario e la finzione cinematografica. Un dialogo tra il leader comunista di allora e le immagini di Ustica oggi nel racconto che gli isolani fanno di quel passaggio, di quelle poche settimane che cambiarono volto all’isola.

 

Emanuele Milasi - Cortesia E. Milasi

Emanuele Milasi – Cortesia E. Milasi

«… Si sta combinando per impiantare la luce elettrica,» scrive Gramsci in una delle sue lettere «dato che tra i confinati ci sono i tecnici capaci di condurre a termine l’iniziativa. L’orologio del campanile, che era fermo da 6 mesi, è stato riattivato in due giorni: forse sarà ripreso il disegno di costruire la banchina nella cala d’approdo del vaporetto… », ma l’iniziativa rivoluzionaria, il vero cambiamento, fu la realizzazione di una scuola per i “coatti”, tra loro molti analfabeti, aperta anche alla cittadinanza.

Gramsci 44, Faro di Punta Cavazzi Ustica

Gramsci 44, Faro di Punta Cavazzi Ustica

 

Emiliano Barbucci nel raccontare lo sviluppo del film, iniziato circa 6 anni fa, si sofferma sulla situazione in cui si trova oggi la scuola, l’argomento è per così dire inevitabile, se si pensa alla costruzione di una scuola in condizioni eccezionali, qualcosa che ha dell’incredibile in un ambiente, come traspare dalle stesse lettere, in cui l’abbrutimento era la regola. Raccontare di un riscatto attraverso la cultura, lo studio è ancora oggi necessario, necessaria testimonianza di un grande intellettuale.

E il regista confessa questa sua debolezza sentimentale: «… ho ceduto alle lusinghe della finzione perché volevo Antonio Gramsci nel mio racconto».

 

 

Amadeo Bordiga (Americo Melchionda) e Antonio Gramsci (Peppino Mazzotta) in una scena del film Gramsci 44

Amadeo Bordiga (Americo Melchionda) e Antonio Gramsci (Peppino Mazzotta) in  Gramsci 44

Da questo bisogno di avere Gramsci nella narrazione il documentario si trasforma e diventa film, in un intreccio di memorie locali, dove è ancora forte il ricordo, e di ricostruzioni storiche.

L’occhio della telecamera cerca il momento d’incontro tra l’isolamento di Gramsci e quello proprio dell’isola, un incontro che per un brevissimo periodo realizza una condizione diremo utopica, ciascuno sembra riappropriarsi del proprio destino. Ustica rassegnata all’isolamento per condizioni geo-politiche e Gramsci che doveva essere “zittito”, famosa la frase del pubblico ministero Isgrò a conclusione della sua requisitoria:

«Per vent’anni dobbiamo impedire a questo cervello (quello di Gramsci) di funzionare»

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La scuola dei confinati, improvvisata da Antonio Gramsci e Amadeo Bordiga, aperta a tutti ribalta le aspettative di Isgrò e la condizione di “emarginazione” di Ustica attivando attraverso lo studio un circuito di riscatto e di emancipazione.

Questi “sintomi di libertà” durarono poco, vennero messe in piedi tutta una serie di accuse contro i confinati e gli stessi residenti,  nel gennaio del ’27 Gramsci venne trasferito e nel settembre dello stesso anno la scuola smantellata.

Amadeo Bordiga, 1924

Amadeo Bordiga, 1924

La cultura ha sempre fatto paura al potere, non solo nel periodo fascista, perché come scriveva Antonio Gramsci dal carcere:

 «Cultura non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri […] Cosicché essere colto, essere filosofo lo può chiunque voglia. Basta vivere da uomini, cioè cercare di spiegare a se stessi il perché delle azioni proprie e altrui, tenere gli occhi aperti, curiosi su tutto e tutti, sforzarsi di capire;[…] »

 

Peppino Mazzotta nel ruolo di Antonio Gramsci, da Gramsci 44 - Foto Mathia Coco

Peppino Mazzotta nel ruolo di Antonio Gramsci, da Gramsci 44 – Foto Mathia Coco

Il trailer di “Gramsci 44”Gramsci 44 sarà presentato ufficialmente sabato 23 gennaio, alle ore 20.30, al Cinema “Vittorio De Seta” di Palermo, alla presentazione saranno presenti insieme al regista Emiliano Barbucci, lo sceneggiatore Emanuele Milasi, i produttori Americo Melchionda e Maria Milasi, l’attore Peppino Mazzotta e il compositore Marco Betta.

 


Antonio Gramsci “Lettere dal carcere” – Liberliber qui

 

  • Le immagini in questo post sono presenti solo a scopo illustrativo. Copyright dei rispettivi aventi diritto che ringrazio.
  • Un grazie va anche a  Canale di TheFilmTheatre per il video
Santa Spanò
Diceva Mark Twain: "Ci sono due momenti importanti nella vita: quando nasci e quando capisci perché". E io nacqui. Sul perché ci sto lavorando, tra la bottega, il mio blog http://lasantafuriosa.blogspot.it/ e... il resto ve lo racconto strada facendo.
Dimenticavo, io sono Santa!

6 commenti

  • Nell’attesa di poterlo vedere facciamo i complimenti per la scelta dell’argomento che auspichiamo e riteniamo volta ad un reale, convincente, vero modo di fare cultura.

  • “Pensare e studiare anche nelle condizioni più difficili” è una frase che amo molto e alla lunga da i suoi frutti.
    Aspetto anch’io di poter vedere il film in sala, come sempre il grosso problema di molte produzioni è la distribuzione, in questo caso caro armasago speriamo non incontri freni.
    Un'”esperienza” e un contesto che molti dovrebbero conoscere.

    • Credo che si riuscirà a vedrlo: qualche cinema “resistente” è ancora presente! Grazie per aver fornito la tua recensione ed informazione.

  • Grazie a te Armasago per esserci. Adesso non ci resta che aspettare l’uscita e le recensioni degli amici cinefili.

  • Due minuti e passa usticogramsciani davvero indimenticabili. Quel Gramsci piegamara che emerge da mare, che poi guarda dall’alto in basso: e che parla di amici e nemici, di sassi e di dita prensili… Quei due volti straordinari di vecchi usticani dalle parole dure come le pietre vulcaniche del del luogo. Quel faro genius loci testimone oculare che fa luce di notte e ombra di giorno… Come procedere per poter vedere “Gramsci 44” con i miei studenti della Casa Caridi di Siano/Catanzaro e farne oggetto di lezione e di recensione nel nostro Laboratorio di scrittura e lettura?

    • Buongiorno Nicola,
      ho scritto al regista Emiliano Barbucci , lasciando la tua e-mail. Guarda la distribuzione e poi ti contatterà, così avrete modo magari di organizzare un incontro.
      Complimenti per l’iniziativa e buon lavoro a te ed ai ragazzi del Laboratorio.

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