Grazie Gianni (40): due brevi testi

quarantesimo appuntamento – di 52 – con Rodari (*): la scelta di Carlo Birocchi

«Lo scandalo succede sempre quando qualcuna delle innumerevoli e multiformi gerarchie su cui si regge il mondo è messa in crisi da uno qualunque dei gruppi che, nell’ordine costituito, hanno ricevuto in sorte l’obbedienza. Tutto andrebbe bene (anzi, malissimo) se gli operai potessero accontentarsi di obbedire ai padroni, i negri ai bianchi, i sudamericani ai nordamericani, eccetera; e le mogli ai mariti, i figli ai genitori, gli studenti ai professori, i professori alle autorità scolastiche, le autorità scolastiche alle autorità politiche e via dicendo. L’ordine regnerebbe allora in tutte le “Varsavia “immaginabili. E la storia si fermerebbe. Perché la storia è disobbedienza».

dedicato alla figlia Paola

Il gioco di fare da sola
È quello che più ti tenta
Già non vuoi che ti tenga la mano
Ogni giorno vai più lontano
Per questo sono così pronto
A dirti sempre di sì
Per ripagarmi fin d’ora
Dei no che mi dovrai dire
Per essere giusta con te stessa.

(*) Gianni Rodari è nato il 23 ottobre 1920. Per ricordarlo è partito “L’ANNO RODARIANO”. Io lo amo molto e penso di essere in numerosa (e bella) compagnia. Così ho deciso di festeggiarlo in bottega almeno fino all’ottobre 2020, cioè per 52 settimane. Ho chiesto a 51 fra amiche e amici di scegliere un suo brano. Perciò ogni lunedì – dalle 02 – lettori e lettrici della bottega potranno scoprire come qualcuna/o ricorda Rodari e magari commentare o fare le loro proposte. Ho una ideuzza per tutte/i: nello spirito “rodariano” mi parrebbe una bella iniziativa se ogni lunedì chi passa di qui poi regalasse il testo letto a qualcuna/o, possibilmente proprio a persone che leggono poco o nulla. Così per «vedere l’effetto che fa». Ci state? [db]

Redazione
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