Guarire con i fanta-libri

Farmaci preziosissimi quasi solo per il martedì (*)   

Popoli delle galassie, se la salute è un bene primario sotto qualsiasi sole prendetevi cura di voi. E se leggete una lingua terrestre, in particolare l’italiano, procuratevi (per ora temo che non sia disponibile nella versione telepatica o ygb) subito «Curarsi con i libri» – sottotitolo: «rimedi letterari contro ogni malanno» – di Ella Berhtoud e Susan Elderkin: è un volumone (640 pagine verde-azzurro per 18 euri; traduzione di Roberto Serrai) a cura di Fabio Stassi, tradotto da Sellerio ma pubblicato contemporaneamente in vari Paesi europei. Più lo leggo e più guarisco; quasi da tutto. Altri particolari li trovate qui in blog 7 giorni fa.

Ma il martedì di solito si parla di fantascienza e dintorni.

E dunque…

Vediamo il catalogo o meglio il ricettario.

Senz’altro interessa (proselitismo? Siamo esordienti? Dibattito ricco mi ci ficco?) sbirciare «I dieci migliori romanzi per principianti di fantascienza».

Parimenti (o quasi, io a esempio ho un sopracciglio alzato) può interessare un altro decalogo, «I dieci migliori romanzi fantasy».

Mooooooooolto coinvolgenti/sconvolgenti due «disturbi della lettura»: «Paura della fantascienza» e «Non leggere altro che fantascienza».

Poi ci sono, è ovvio, i singoli fanta-libro da usare come rimedi.

Andiamo per ordine.

Contro la paura della fantascienza le curatrici (o curandere?) consigliano «ripensare il genere». Andate a leggere ma… vi anticipo la conclusione: «La narrativa speculativa apre universi paralleli nei quali possiamo fuggire per dare sfogo alla nostra passione per tutte le cose che vanno oltre la nostra comprensione. Se evitate questi universi, lo fate a vostro rischio e pericolo». Approvo. Forse stiamo già viaggiando dalle parti di un suggerimento dickiano: come costruire un universo che non cada a pezzi in pochi giorni…

A seguire «I dieci migliori romanzi per principianti di fantascienza». Vedo già alcune/i di voi – soprattutto delle categorie “fans da sempre” e/o “monogenere” – con la penna (o con il laser?) in mano. Prendete una camomilla, sedetevi comodamente e continuate a leggere.

Ometto la breve introduzione ed ecco l’elenco:

«Guida galattica per autostoppisti» di Douglas Adams.

«Io, robot» di Isaac Asimov.

«Deserto d’acqua» di James Ballard.

«Crash» di James Ballard.

«Ma gli androidi sognano pecore elettriche?» di Philip Dick.

«Solaris» di Stanislaw Lem.

«Perdido Street Station» di China Mieville.

«L’uomo che cadde sulla Terra» di Walter Tevis.

«Mattatoio numero 5» di Kurt Vonnegut.

«La guerra dei mondi» di H. G. Wells.

Dopo la camomilla (seguo i miei consigli, che credete?) ho posato penna e laser. Ho sussurrato «buona scelta in fondo, brave», poi colto da un raptus ho preso la scolorina e ho cancellato cinque titoli (chi indovina quali?) sostituendoli con «Eymerich l’inquisitore» di Valerio Evangelisti, «I reietti dell’altro pianeta» di Ursula Le Guin, «I mercanti dello spazio» di Frederik Pohl e Cyril Kornbluth, «Nascita del superuomo» (o se preferite «Più che umano», in un’altra traduzione) di Theodore Sturgeon e infine la trilogia «Www» di Robert Sawyer. Piangevo alla fine per cancellazioni e omissioni, un’esperienza stremante, ma chiarisco che dei 5 titoli “sostituiti” soltanto 2 li ho bocciati perché contesto la qualifica di «migliori» mentre per tre obietto solo alla specificazione «principianti». Adesso la curiosità vi attanaglia, vero? Cosa mi offrite per dirvi i titoli che casserei?

Nel libro di Elderkin e Berthoud ecco, subito a seguire, un «disturbo di lettura» opposto al precedente ovvero «Non leggere altro che fantascienza»; la cura consigliata è «scoprire il pianeta Terra». Non posso che concordare ed emettere un fiiiiiiischio di approvazione per l’ardito e geniale paragone fra «Dune» di Frank Herbert e «Guerra e pace» di Lev Tolstoj.

Se faticate a trovare l’elenco dei «Dieci migliori romanzi di fantasy» vi svelo il trucco: le due autrici lo hanno infilato alla voce «Prosaicità» o meglio «Sentirsi oppressi dalla prosaicità del mondo». Dei 10 libri qui prescritti ne conosco 6 ma si potrebbe discutere (io sono per un netto no) se «Frankenstein» di Mary Shelley sia fantasy.

Poi ci sono i singoli libri di science fiction come farmaco. Non ve li svelo tutti ma trovo geniale la scelta (e le motivazioni) di curare il «Trovarsi in una sala d’attesa» con «La tigre della notte» di Alfred Bester.

Sarebbe stato divertente (o no?) trovare «Fahrenheit 451» a pagina 451 o ancor meglio come cura contro «aspiranti piromani» e invece viene giustamente consigliato «alla ricerca della felicità» con un paio di “istruzioni per l’uso” appassionanti. Le autrici consigliano un altro Bradbury, quello di «Il popolo dell’autunno», meglio ancora se in versione audio-libro; ma contro cosa? Non vi voglio togliere il piacere della scoperta. Tralasciando i cugini del “fantastico” (che so? «Il maestro e Margherita») almeno un altro novetto – se si dice ottetto per indicare 8 titoli si potrà dire “novetto” per 9? – di fantascienza fa bella mostra di sé nella “farmacia”: a esempio «Arancia meccanica» di Anthony Burgess è uno dei 10 migliori romanzi «per darvi una scossa» (in tutti i sensi, no?) mentre «Il mondo nuovo» di Aldous Huxley è uno dei tre antidoti all’«abuso di droghe»; «Fiori per Algernon» di Daniel Keyes è in bella vista fra i «10 migliori» da leggere «tra le superiori e l’università» mentre a proposito di «dover fare a meno della famiglia» bella la scelta (ed eccellenti le motivazioni, specie nel finale) per «Io sono leggenda» di Richard Matheson; contro l’«odio» anch’io consiglierei «1984» di Orwell; gli ultimi tre sono il classico «L’isola del dottor Moreau» di H. G. Wells (antidoto al «malumore»), «Noi» di Evgenij Zamjatin (uno dei due libri-medicine a proposito di «amore predestinato»), infine «Ventimila leghe sotto i mari» di Jules Verne torna buono sia per combattere la «febbre da fieno» che fra i «10 migliori romanzi per settantenni».

Vi ho imbrogliato, il novetto è un 11 (undicetto?). Ci sono anche «Le cosmicomiche» di Italo Calvino. “Dove?” state chiedendo; “ma che peccato me lo sono scordato” rispose db indossando la sua miglior faccia da dispettoso. Io poi considero fantascienza anche «Cecità» di Josè Saramago e sono contento di trovarlo qui come antidoto a… su, non è difficile arrivarci. A ben cercare troverete altri due Vonnegut: uno certamente fantascientifico e l’altro chissà. E poi scavate, scavate.

(*) La recensione per lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica è stata postata in blog 7 giorni fa. Ho chiarito in quell’occasione che gli autori di questi due post che viaggiano fra i libri-medicine sono un litigioso trio. Infatti d. b. è stavolta affiancato dai due amici-affittuari delle sue ascelle: sotto la destra Severo De Pignolis (e dal nome si intuisce qualcosa) e sotto la sinistra Horny To Rinko (un ornitorinco visibilmente “extracomunitario”). Dicesi dialettica o anche rischi condominiali. Tenetene conto.

 

Redazione
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3 commenti

  • Secondo me hai cassato L’uomo che cadde sulla terra, Perdido Street Station (che secondo me non può considerarsi fantascienza) e Crash.
    Ci ho preso?
    Mò ti tocca esporti, caro Daniele.
    Clelia

    • non posso espormi su richiesta della sola Clelia
      per due motivi:
      1) peso il doppio di lei: in una eventuale rissa non c’è gusto (per la serie: dentro db dormicchia un pitecantropo rissoso?)
      2) stasera il blog ospita un racconto di Clelia, sembrerebbe una manfrina fra noi.
      PROPONGO…. che altre/i almeno tre si espongano e poi svelerò la (mia) verità, tutta la verità, la penultima (dickiana) verità

  • aggiungerei a quei tre di Clelia Farris
    «Mattatoio numero 5» e «Deserto d’acqua»

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