HO PARLATO COL DOTTORE

(Roba del Pabuda…)

 

lo spavento

per un paio (o tre?) dei sintomi                   

della sindrome

più in voga del momento

è uno spavento:

senza ritmo, senza cuore,

senza nome né cognome,

senza spessore,

senza il rombo d’un motore

all’attraversamento.

è un’attenzione tutta speciale

da esercitare

– con gli occhiali, senza occhiali,

con gli occhiali! –

sulle lineette del termometro.

lo spavento del momento

è un ascolto sempre più attento

del tuo respiro:

per misurare:

se è un fiatone preoccupante

o se arranca normalmente.

lo spavento d’oggigiorno

è proprio un’arte da critico d’arte:

a interpretare fedelmente

(ma senza scadere nel didascalico!)

il messaggio contenuto:

nel suono, nell’impeto,

nella frequenza dello starnuto.

lo spavento più aggiornato,

al passo colla moda, con la scienza

e con l’intuizione olistica,

impone quasi una psicoanalisi

della spossatezza.

con un simile spavento

ti ritrovi talmente indaffarato

che per la paura non rimane

né spazio né tempo.

 

(nell’immagine: Il mio Medico, by Pabuda)

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

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