Honduras-1991: assassinio di Marco Tulio López Hernández

Il 22 luglio 1991, veniva ucciso in Honduras Marco Tulio López Hernández per mano di un sicario. Oggi la situazione è non è migliorata: la pubblicazione della Red contra la Violencia Antisindical, “El costo de defender el derecho a la libertad sindical 2019”, presentata il 15 giugno scorso, segnala che l’Honduras continua ad essere tra i primi Paesi al mondo dove si perseguitano sindacalisti e attivisti.

di Maria Teresa Messidoro (*)

Il 22 luglio 1991, veniva ucciso in Honduras Marco Tulio López Hernández per mano di un sicario, che verrà arrestato subito dopo.

I mandanti non sono mai stati individuati, nonostante le proteste e gli appelli internazionali.

Oggi, i rapporti e le denunce della Red contra la Violencia Antisindical, della Confederación Unitaria de Trabajadores de Honduras (CUTH) e del Comité de Familiares de Detenidos Desaparecidos en Honduras (COFADEH), riportate in recenti articoli di Giorgio Trucchi, segnalano che la situazione nel paese centroamericana non è migliorata.

IERI.

Così scrivevamo in bottega il 21 luglio 2014 (1):

“22 luglio del ’91, sono le prime ore del pomeriggio. Fa caldo a Giaveno, è una giornata limpida, mi sto godendo il paesaggio dall’immensa finestra tondeggiante del mio salotto. Suona il telefono e la voce strozzata dal pianto del segretario dell’AICT (Associazione Internazionale contro la Tortura) – nel suo spagnolo perfetto da nordamericano – mi comunica che Marco Tulio López Hernández è stato ammazzato all’alba, alla fermata del bus, dopo aver accompagnato i figli a scuola, a San Pedro Sula, in Honduras.

Non ricordo più se già in quella prima telefonata o nelle molte successive di quei giorni vengo a conoscenza della dinamica dell’episodio, so però che la imparo a memoria.

Quando vedrò il filmato, con il corpo di Marco supino, a terra, nella pozza di sangue, con la gente che si stringe intorno a semicerchio, la scena è già dentro di me.

Chi era Marco Tulio ? Perché è stato ammazzato ?

Marco Tulio era figlio di Liduvina Hernández, allora presidente di Cofadeh, l’Associazione dei Familiari degli Scomparsi di Honduras, il corrispondente delle Madres de Plaza de Mayo argentine.

Liduvina ha infatti già perso un figlio, inghiottito dalla terribile tecnica della “desapareción”, utilizzata in quegli anni in tutta l’America Latina da governi militari o civili ma dittatoriali.

L’Honduras non fa eccezione, anche se lì le persone scomparse sono relativamente poche – all’inizio del ’91 si parla di 150 – ma selezionate: si cerca di colpire le organizzazioni popolari, si “costruiscono” sindacati paralleli a quelli veramente in lotta, si diffonde la corruzione e la sottomissione agli Stati Uniti che lì fanno da padrone.

Dall’Honduras partono le operazioni dei Contras per sfiancare il governo sandinista del Nicaragua; in Honduras si addestrano gli squadroni della morte ed i battaglioni speciali che agiranno impuniti in Salvador e Guatemala.

Marco Tulio non è ancora trentenne, ha raccolto il testimone del fratello: limpido nella sua onestà, intelligente, cocciuto, determinato, raccoglie attorno a sé giovani e meno giovani, cercando di tessere una paziente ragnatela di contatti tra organizzazioni giovanili e contadine che fino ad allora – per paura, per diffidenza – non si erano mai confrontate allo stesso tavolo.

Per l’agosto del 1991 è previsto un incontro nazionale di queste organizzazioni, a cui dovrebbe partecipare un gruppo di italiani, fra cui anch’io.

E’ già stato minacciato di morte: per questo, nel dicembre del ’90, una delegazione italiana dell’AICT, associazione di cui Marco fa parte, come me, lo accompagnerà in Italia, dove rimarrà nostro ospite fino al giugno del 1991, quando decide di ritornare in patria.

E’ una decisione improvvisa, probabilmente dettata dalla convinzione che qualcosa non quadra, che qualcuno sta facendo il doppio gioco, che qualcuno (anche a lui molto vicino) in realtà è un traditore.

Sono nostre supposizioni, la verità non la sapremo mai; solo Marco avrebbe potuto aiutarci a dipanare ciò che realmente stava succedendo.

Il giorno prima del suo assassinio, Marco Tullio avrebbe dovuto depositare nella sede di Cofadeh una testimonianza, che non fece per mancanza di tempo: fu rimandata al giorno successivo, ma non avvenne mai più.

L’assassino è stato arrestato, condannato e ora già si trova fuori dal carcere, probabilmente negli Stati Uniti, grazie ai mandanti che hanno ordinato questo assassinio e che hanno cercato di infangare la memoria di Marco Tullio, diffondendo la notizia che probabilmente si è trattato di un regolamento di conti all’interno del suo gruppo politico.

Quell’incontro previsto per l’agosto ’91 non avvenne, né allora né dopo: l’assassinio di Marco Tulio ha raggiunto il suo scopo e diffidenza, paura, rassegnazione hanno ripreso il sopravvento.

Adesso che sono passati molti anni da allora, quando ascoltiamo la storia di nuove resistenze in Honduras, di persone che si ribellano e scendono in piazza, pensiamo che Marco Tullio sarebbe in mezzo a loro, a combattere per recuperare la dignità del popolo honduregno.

Ma una mano omicida ha stroncato la sua vita e a noi resta soltanto il ricordo di un amico, di un compagno di vita e di lotta.

Compagno Marco Tulio, presente!”

OGGI

La situazione è complessa oggi in Honduras: secondo l’ultima pubblicazione della Red contra la Violencia Antisindical, El costo de defender el derecho a la libertad sindical 2019, presentata il 15 giugno scorso, L’Honduras continua ad essere tra i primi paesi al mondo dove si perseguitano sindacalisti e attivisti. Si documentano 54 atti di violenza, quasi tutti avvenuti durante le manifestazioni popolari contro l’intento del governo honduregno di privatizzare la salute e l’educazione; il 61% delle aggressioni, minacce o intimidazioni, sono subite da uomini, il 39% da donne.

Inoltre, un nutrito gruppo di organizzazioni sociali, popolari e sindacali, denunciano il nuovo codice penale, approvato l’anno scorso ed entrato in vigore il 25 giugno del 2020. Secondo le tre confederazioni operaie honduregne, il nuovo codice introduce ben 50 nuovi tipi di reati, attentando contro la libertà di stampa, di espressione, riunione e manifestazione. Viene così attacca il diritto alla protesta pacifica, mentre riduce le pene per i delitti di corruzione e violenza contro le donne.

Joel Almendares, segretario generale della Confederación Unitaria de Trabajadores de Honduras (CUTH) afferma “si sta combattendo contro un governo criminale e dittatoriale. Non possiamo permettere che questo nuovo codice penale entri in vigore. Inoltre, l’emergenza sanitaria e le conseguenti limitazioni dei diritti costituzionali non permettono che il movimento sociale si organizzi e scenda in piazza”.

Infine, il 30 giugno di quest’anno, il COFADEH,  Comité de Familiares de Detenidos Desaparecidos en Honduras , ha presentato ufficialmente il suo ultimo bollettino La zona sur, el nuevo escenario de la violencia capitalista.

COFADEH, in collaborazione con Heks-Eper e Redehsur denuncia che il sud dell’Honduras vive da alcuni anni una brutale scalata repressiva, dovuta all’imposizione di progetti energetici, agroindustriali, minerari e turistici, nel contesto dell’installazione della prima Zona de Empleo e Desarollo Económico (ZEDE). Il grande capitale, nazionale e internazionale, ha assaporato l’idea di moltiplicare i propri guadagni, danneggiando territori e beni comuni, peggiorando le condizioni di vita delle popolazioni locali. La frode elettorale del 2017 ha fatto esplodere a livello nazionale una crisi che ha portato nuovi elementi di tensione e conflitto, scatenando proteste di massa e una lotta tenace di resistenza dal cosiddetto “Bastione del Sud”.

Dirigenti comunitari sono stati accusati e sottoposti a giudizio indiscriminato, la protesta sociale è stata criminalizzata, il territorio militarizzato. (2)

Ascoltando le denunce di COFADEH, non abbiamo dubbi dove starebbe oggi Marco Tulio.

E noi con lui.

http://www.rel-uita.org/honduras/honduramente-antisindical/#mobile-site-navigation

http://www.rel-uita.org/honduras/quieren-acallar-la-protesta-social/ e http://www.rel-uita.org/honduras/sur-de-honduras-y-la-violencia-capitalista/

(*) Vicepresidente Associazione Lisangà culture in movimento, www.lisanga.org

 

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

Teresa Messidoro

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