Honduras: frutta avvelenata

di David Lifodi

 

 

Il salario dei lavoratori non si avvicina nemmeno lontanamente a quello minimo garantito, i diritti sindacali vengono costantemente violati e, per finire, i licenziamenti sono all’ordine del giorno: questo è ciò che è emerso dalla missione internazionale delle organizzazioni Banana Link, Gmb (General, Municipal, Boilermakers and Allied Trade Union), Foro Internacional de Derechos Laborales e Rel-Uita (Regional Latinoamericana de la Unión Internacional de Trabajadores de la Alimentación), che nei mesi scorsi si è occupata di monitorare la difficile situazione dei lavoratori honduregni al servizio della transnazionale irlandese Fyffes, dedita al commercio della frutta.

Tra coloro che hanno svelato le malefatte dell’impresa, la quale detiene sotto il suo controllo centinaia di aziende, l’italiano Giorgio Trucchi, storico corrispondente dal Centroamerica per molti siti di movimento e controinformazione. La sua intervista a Bert Schouwenburg, delegato del sindacato inglese Gmb, è servita in primo luogo a smascherare quell’Iniziativa di commercio etico a cui anche Fyffes aderisce, ma che in realtà si fonda su principi tutt’altro che etici. Quindi, non c’è solo il caso di Fyffes e delle sue pratiche antisindacali, ma anche quello legato all’Iniziativa di commercio etico, struttura fortemente corrotta, come emerge dall’intervista, e che garantisce alla stessa multinazionale irlandese un seggio nel suo direttivo nonostante sia a conoscenza delle violazioni dei diritti dei lavoratori. Non solo. Gmb ha partecipato all’assemblea straordinaria degli azionisti di Fyffes e, in quell’occasione, il presidente David McCann ha ammesso apertamente di non essere interessato a migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti delle imprese che si trovano in Honduras e Costarica. L’Iniziativa di commercio etico, secondo Bert Schowenburg, è colpevole di legittimare non solo Fyffes, ma tutte le imprese impegnate nella violazione dei diritti sindacali. Ciò di cui c’è bisogno, con urgenza, sarebbe l’apertura di un negoziato tra le parti di fronte a un Ministero del lavoro non casualmente silente. Finora, nonostante la campagna Libertad Sindical y Justicia para las y los Trabajadores de Fyffes abbia avuto il merito di favorire il reintegro della maggioranza dei lavoratori ingiustamente licenziati, ancora 35 non sono stati riassunti. Gran parte dei lavoratori alle dipendenze di Fyffes appartengono alle organizzazioni sindacali honduregne Sindicato de Trabajadores de la Agroindustria y Similares (Stas) e alla Federación de Sindicatos de Trabajadores de la Agroindustria (Festagro) e sono impiegati da imprese sussidiarie della transnazionale irlandese, ad esempio Melon Export SA e Sur Agricola SA.

Le piantagioni di Fyffes dove i lavoratori sono dediti alla raccolta della frutta si trovano principalmente nel sud dell’Honduras e, come ha evidenziato Giorgio Trucchi in un suo articolo, l’80% della manodopera è femminile. La sindacalizzazione dei lavoratori ha spinto Fyffes ad operare licenziamenti di massa in un contesto dove il conflitto sociale era già fortissimo per via di estenuanti giornate di lavoro senza alcun pagamento di straordinari o garanzie dal punto di vista previdenziale. Inoltre, gran parte delle donne in gravidanza è stata licenziata dall’impresa, colpevole di aver creato addirittura delle liste nere di proscrizione. Tuttavia, nonostante le denunce degli ispettori regionali, il Ministero del lavoro honduregno ha deciso di lavarsene le mani, adducendo come scusa che i lavoratori stagionali non hanno diritto ad iscriversi ad un sindacato. È per questi motivi che la campagna Libertad Sindical y Justicia para las y los Trabajadores de Fyffes si è rivolta all’Unione europea, ai governi e alle catene della grande distribuzione per sollecitare un adeguato pagamento della frutta tropicale e invitarle ad adoperarsi affinché non vengano violati i diritti sindacali né sia inquinato l’ambiente. Nel dicembre 2016 Fyffes è stata acquistata a sua volta dal colosso giapponese della grande distribuzione Sumitomo , presente in 66 paesi del mondo con oltre 65mila lavoratori. La campagna Libertad Sindical y Justicia para las y los Trabajadores de Fyffes chiede alla transnazionale irlandese di farsi garante di condizioni di lavoro soddisfacenti, di salari equi e di garantire il diritto alla libertà sindacale e alla negoziazione collettiva.

Questi sono i principi a cui dovrebbe allinearsi anche l’Iniziativa di commercio etico, se non vuole continuare ad essere complice dello sfruttamento dei lavoratori.

 

 

 

 

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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