«I crimini contro la vita li chiamano errori»
Eppure il vento soffia ancora: riascoltando Pierangelo Bertoli ma pensando all’Ilva di Taranto e/o alle trivelle…
Eppure il vento soffia ancora
L’acqua si riempie di schiuma il cielo di fumi
la chimica lebbra distrugge la vita nei fiumi
uccelli che volano a stento malati di morte
il freddo interesse alla vita ha sbarrato le porte
un’isola intera ha trovato nel mare una tomba
il falso progresso ha voluto provare una bomba
poi pioggia che toglie la sete alla terra che è vita
invece le porta la morte perché è radioattiva
Eppure il vento soffia ancora
spruzza l’acqua alle navi sulla prora
e sussurra canzoni tra le foglie
bacia i fiori li bacia e non li coglie
Un giorno il denaro ha scoperto la guerra mondiale
ha dato il suo putrido segno all’istinto bestiale
ha ucciso, bruciato, distrutto in un triste rosario
e tutta la terra si è avvolta di un nero sudario
e presto la chiave nascosta di nuovi segreti
così copriranno di fango persino i pianeti
vorranno inquinare le stelle la guerra tra i soli
i crimini contro la vita li chiamano errori
Eppure il vento soffia ancora
spruzza l’acqua alle navi sulla prora
e sussurra canzoni tra le foglie
bacia i fiori li bacia e non li coglie
eppure sfiora le campagne
accarezza sui fianchi le montagne
e scompiglia le donne fra i capelli
corre a gara in volo con gli uccelli
Eppure il vento soffia ancora
DUE PAROLE PER CHI E’ GIOVANE E dunque NON LO HA CONOSCIUTO: «Canterò le mie canzoni per la strada / e affronterò la vita a muso duro / un guerriero senza patria e senza spada / con un piede nel passato / e lo sguardo dritto». Si presentava così Pierangelo Bertoli, a muso duro. Ovviamente ai dirigenti Rai non piaceva: per i testi e per… la carrozzina. Se proprio bisognava mandarlo in onda – il successo a volte scardina i palinsesti dei censori – alle telecamere si dava l’ordine tassativo di inquadrarlo dal collo in su. (db)