I nazifascisti conquistano la Galassia?

di Dibbì (*)

Ovviamente una fantascienza di estrema destra è sempre esistita; e a onor del vero, qualche libro – ogni tanto – era interessante da leggere, pur se disgustoso come idee.

Non era mai capitato però che nazifascisti dichiarati vincessero molti dei più importanti premi del settore. Una mutazione genetica? Di certo una congiura, anzi un tipico golpe, ma forse c’è qualcosa di più.

E’ accaduto al Premio Hugo 2015. E la destra statunitense ha cantato vittoria così: «È finita l’oppressione dei guerrieri della giustizia sociale», ovvero l’egemonia della science fiction “di sinistra”. Portando al voto persone estranee al fandom (cioè all’ambiente della fantascienza science) e pagando iscrizioni per consentir loro di votare… quest’anno ha trionfato letteratura razzista, maschilista, antigay e religiosamente (nel senso di cristianesimo) oltranzista. Uno dei manovratori di fili è Vox Day, alias Theodore Beale, un fondamentalista battista che fra l’altro è contrario al diritto di voto alle donne.

Ha commentato Alessandra Daniele (vedi qui: L’anno della locusta dalla bella rivista «Carmilla»): «sarebbe consolatorio» raccontarsi che i fascisti hanno preso i premi solo perché hanno imbrogliato; «se hanno avuto successo è perché il fandom ha perso gli anticorpi contro il fascismo. E non è certo l’unica comunità a cui sia successo. Anzi, è un microcosmo che rispecchia il macrocosmo».

Triste ma doveroso aggiungere che fantascienza e soprattutto fantasy con evidenti simpatie naziste girano anche in Italia: piccola diffusione per ora (il microcosmo) ma vista la rivalutazione dell’estrema destra nel macrocosmo forse domani andrà peggio. Tanto per fare un esempio: Gianluca Casseri, il killer dei due senegalesi (a Firenze nel dicembre 2011) era attivo in Casa Pound, aveva pubblicato «La chiave del caos», vagamente fantascientifico, con la prefazione del ben più noto, Gianfranco De Turris, fascista anche lui ma “in guanti bianchi”. Ma passa qualche mese e Casa Pound torna – presso molti “facitori” della pubblica opinione – al di sopra di ogni sospetto pur se la sua azione squadrista è condannata in qualche tribunale.

GianlucaCasseri-IlSuoRomanzo

Tornando al Premio Hugo e alla fantascienza, Alessandra Daniele aggiunge: «In tutto il mondo le tendenze ur-fasciste sono egemoniche: nazionalismo, imperialismo, colonialismo, militarismo, leaderismo, razzismo, sessismo, omofobia, xenofobia, integralismo religioso, darwinismo sociale. Quel neoliberismo che traduce l’imperativo categorico “vincere” con “vendere”, e che condivide col fascismo storico la dottrina della disuguaglianza – fondamentale tratto distintivo del fascismo – in forma di classificazione degli esseri umani in base al loro prezzo/costo di mercato, come scatolette, o polli surgelati. Un totalitarismo mascherato da democrazia, ormai indiscutibile come una teocrazia».
Allora
«a preoccuparsi della scalata fascista del premio Hugo oggi si rischia di sembrare qualcuno che si lamenti d’una mosca nella minestra, in mezzo a uno sciame di locuste. I fascisti non si stanno prendendo l’Hugo, si stanno prendendo il pianeta». La conclusione di Alessandra Daniele però ci ricorda che «un altro mondo è possibile». Sta a noi prima sognarlo e poi costruirlo. Tempo fa il mio amico Dimitris, ragionando attorno alle “utopie” di Boal e Freire, parlava di «essere pragmatici ma con i piedi saldamente ancorati nelle nuvole». Altrimenti se non è un mondo davvero diverso dall’oggi… perché lottare?

EsisteUnaSolaRazza

(*) Questo mio articolo è uscito sull’ultimo numero della rivista «Cem Mondialità»; chi passa spesso in “bottega” (soprattutto il martedì) già aveva incrociato queste informazioni e riflessioni. Ma un “ripasso” forse è utile.

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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