I nove punti per non far la fine di Ilhan Omar

di Claudio Canal (*)

Lévy vs Bds. Dopo la lettura dell’articolo dell’ex nuovo filosofo Bernard-Henry-Levy contro la deputata americana di origine somala, qualche appunto per non essere tacciati di antisemitismo

Ho letto l’articolo dell’ormai collaboratore fisso de La Stampa, l’ex «nuovo filosofo» Bernard-Henry Lévy a proposito di Ilhan Omar, eletta al Congresso degli Stati uniti nelle ultime elezioni. È nera. Di origine somala. È musulmana e indossa l’hijab, esordisce B-H.L.

Il titolo è chiaro, e pure il testo dell’articolo: Il caso Ilhan Omar, anche in America la sinistra radicale sposa l’antisemitismo. Ho preso appunti e ho capito quali sono le regole per non essere accusati di antisemitismo. D’ora in avanti mi atterrò rigorosamente a questi 9 punti perché proprio non vorrei ricadere nell’infamante accusa:

1. Lo Stato di Israele occupa, occupa? Soggiorna nei Territori Soggiornati per puro spirito umanitario portando civiltà tra i palestinesi , per natura, terroristi.

2. Sono più di cinquant’anni che lo Stato d’Israele indugia nei Territori Soggiornati popolandoli di amabili cittadini israeliani animati da una profonda fede nell’amicizia fra i popoli.

3. Gaza è un posto di merda che viene giustamente raso al suolo ogni due o tre anni per far fiorire nuove energie e nuove idealità, come sempre succede nei dopoguerra.

4. Il governo di Israele coltiva l’amicizia con governi che non si fanno mettere i piedi in testa, tipo l’Ungheria e l’Arabia saudita ecc. Mi auguro un culo e camicia con il prossimo governo italiano guidato da Matteo Salvini. Per fortuna ci sono le premesse.

5. Di Sionismo ce n’è uno solo ed è quello che ha governato e governa attualmente lo Stato di Israele. Di eventuali altri Sionismi non è il caso di parlare. Solo fumo negli occhi.

6. La lobby filoisraeliana (citata da B-H.L.) non interferisce mai con le politiche né degli Stati uniti né di altri Paesi. Benvenuto ai Sionisti Evangelici che sono in effetti la lobby filoisraeliana più gloriosa e potente.

7. Chi pensa al boicottaggio del governo israeliano è antisemita più di Adolf Hitler. D’altra parte siamo già molto impegnati a boicottare/sanzionare Russia, Venezuela, Cina, Cuba e di recente Unione europea e, fra poco, Italia, che non è il caso di faticare ancora.

8. Il bollettino di qualsiasi ambasciata israeliana è l’unica versione vera e indiscutibile di qualsiasi cosa.

9. Affermare pubblicamente che nello Stato di Israele, certe volte, tira un vento fastidioso è una dichiarazione spudoratamente antisemita.

9bis. Anch’io non porto la cravatta, come B-H.L.

(*) pubblicato ieri sul quotidiano “il manifesto”

 

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