Il condominio dove mangeremo i cani

«High-Rise – La rivolta» di Ben Wheatley, tratto dal romanzo di James Ballard

di Bianca Menichelli

PPM: Piccola Premessa Marte-diana

Come si può rimanere insensibili al grido di dolore che si leva sulle nostre terre e massimamente dalle parti di Imola? (*) Noi non lo saremo! Ma con il plurale maiestatico basta. Quindi, rimboccati i guanti, invio un modestissimo contributo al Marte-dì prossimo venturo (se non saremo già tutti deportati nei campi di lavoro).

PPP: Piccola Premessa Personale

Avevo già pensato a questo pezzullo, poi i casi della vita avevano stornato la mia determinazione verso altre mete. Comunque, come mi insegna Strega Fusilla, il momento arriva sempre, basta saperlo aspettare (e cogliere, mi suggerisce Mago Zampetto).

Fine del culturale, inizio del ricreativo.

Il film è «High-Rise» di Ben Wheatley (Uk, 2015)

«Era trascorso qualche tempo e, seduto sul balcone a mangiare il cane, il dottor Robert Laing rifletteva sui singolari avvenimenti verificatisi in quell’immenso condominio nei tre mesi precedenti».

Interno giorno, il protagonista – Tom Hiddleston provvidenzialmente non doppiato – riflette con le stesse parole con le quali inizia«High Rise» (1975) di James G. Ballard (edito in Italia prima come «Condominium» su Urania, traduzione di Beata della Frattina, poi come «Il condominio», Feltrinelli, tradotto da Paolo Lagorio) dove appunto il dottore assapora con evidente gusto il cosciotto dell’alano ben arrostito.

Il film ricalca passo passo la trama del romanzo senza cedere a tentazioni di riferimento all’oggi; era già tutto presente nel 1975. L’unica concessione, che comunque non appare forzatura, è il discorso di insediamento di Margareth Thatcher prima della fine.

Se poi qualcuna/o ritenga di allargare il significato del film faccia pure, non sarò certo io a impedirglielo.

La “salita” agli inferi – già ben presente nel libro di Ballard, si evidenzia (posso dire con plasticità, senza essere presa a fischi?) – nella pellicola che sa ben amalgamare la didattica con la metodologia, ma soprattutto il significante con il significato e vieppiù la politica con la grammatica.

Fuor di metafora – che fa sempre il suo bell’effetto – si sprofonda, nel film come nel libro, negli abissi fisici e mentali della vita di un grattacielo/mondo, con le sue definite classi sociali (ops), con le rivalse meschine e atroci, con le sopraffazioni, le prevaricazioni, le violenze estreme: come in un qualsiasi condominio si dispiegano in maniera subdola, ma efficace, in un climax sempre più feroce, fino all’annientamento dei deboli, alla loro assimilazione (nel senso più fisico del termine) e alla vittoria del maschio alfa attorniato dai sudditi sottomessi e dalle suddite adoranti, o viceversa.

E’ solo “fantascienza”? Mannaggia a chi ancora osa sollevare il sopracciglio con aria di superiorità.

Vorrei aggiungere solo un retropensiero: le arti e la creatività ci lanceranno quella gomena di cui abbiamo tanto disperato bisogno? Ci faranno pensare a quanto siamo fragilmente idioti e a quanto i riflessi della coazione a ripetere e della violenza cieca siano profondamente inseriti nel nostro Dna?

Qualsiasi riferimento a fatti e persone realmente esistenti (e votanti) è assolutamente voluto.

PS: Soprassiedo alla critica cinematografica di «High-Rise», anche se meriterebbe considerazione; vorrei invece sottolineare, pur non essendo una estimatrice di premi e onorificenze, la considerazione della critica britannica:

– British Independent Film Awards: 4 nomination (migliore sceneggiatura, attore, attrice e attore non protagonista)

– Empire Awards: nomination per il miglior film britannico

– British Film Designers Guild Awards: migliore scenografia per un film indipendente

(*) Il riferimento è a un msg (alla sua piccola lista di fantascienza e dintorni) di db che suonava così: “beh, se il Marte-dì volete sempre 3 post datemi un mano”. Confidavo in risposte e in effetti per ora ne sono arrivate 5 (grazie Bianca a tutte/i). Un po’ mi sorprende scoprire che il mio era un “grido di doooooooolore” come quello di Vittorio Emanuele (secondo della serie) nel 1859; pensavo il mio fosse più un ululato ma che volete farci? Noi lupacchiotti siamo ignoranti e poco risorgimentali. [db]

Redazione
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Un commento

  • Francesco Masala

    l’ho visto qualche mese fa, ecco cosa ne avevo scritto:

    “un racconto di un futuro prossimo venturo, in cui un grattacielo ospita e fa convivere persone di classi (un tempo non lontano si sarebbe detto così) diverse.
    un po’ come in Snowpiercer, dove un treno, e non un grattacielo, raccoglie persone di classi molto diverse, in vagoni diversi.
    in High-Rise ai pieni alti ci sono i più abbienti e fanno la loro bella vita fino a che le cose cambiano, e molto.
    non sarà un film perfetto, ma merita di certo la visione”

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