Il fascismo è un reato non un’opinione

Questa è la lettera di Rina Zardetto – capolista a Reggio Emilia per “Potere al popolo” – inviata al direttore di “La gazzetta di Reggio” in cui spiega, fra l’altro, perchè non è rimnasta nello studio tv con Casa Pound

Gentile direttore, mercoledì mattina sono stata ospite di “Buongiorno Reggio”. Erano state invitate 5 forze politiche, tra queste Casa Pound. Il sorteggio ha fatto sì che fossi la prima a parlare. I due minuti concessi per i punti programmatici li ho utilizzati solo a metà e nell’altro minuto ho cercato di spiegare perché come lista Potere al Popolo ritenevo inopportuno restare nello studio con Casa Pound. Il pensiero dilagante è: “hanno raccolto le firme, dunque hanno diritto a presentare il programma ed essere invitati ai confronti.”  La Rai pubblica e altre tv li chiamano oramai a tutti i programmi.

Questa operazione di “sdoganamento del fascismo” – condotta contemporaneamente a forme di negazionismo, locale, nazionale ed europeo – è iniziata in modo evidente in Italia almeno 20 anni fa.

Inizia a Trieste con Violante e Fini  – “I morti sono tutti uguali” –  e persevera nella intitolazione di vie nei Comuni italiani, compreso il busto di Graziani e relativo sacrario nel 2012 in provincia di Roma; l’esposizione del busto di Mussolini a Cesenatico; la medaglia al merito da parte dell’allora sottosegretario Graziano Del Rio al repubblichino Mori di Parma. Il saluto romano, con sentenza di questi giorni,  fatto dagli imputati non è stato ritenuto tale. Per i giudici di merito è stata dirimente la natura puramente commemorativa della manifestazione. E tante altre … che l’elenco diventa lunghissimo.

Senza contare pseudo storici come David Irving definito dalla Corte Britannica  “attivo negatore dell’Olocausto“, antisemita e razzista, nonché “associato con degli estremisti di destra che promuovono il neonazismo“, dove “per le sue ragioni ideologiche aveva continuativamente e deliberatamente manipolato e alterato l’evidenza storica”.

Questo semplicemente per delineare il quadro che ha portato lentamente all’oggi, anche se fatto in alcuni casi “in buona fede”. Oggi un ministro dell’Interno crede di poter affrontare lo sdoganamento dei partiti neofascisti relegandolo a ‘banale’ questione di ordine pubblico.  Questo approccio si risolve puntualmente in cariche indiscriminate contro chi cerca di impedire il dilagamento delle idee razziste, xenofobe e violente di partiti come Casapound e Forza Nuova. E mentre gli esponenti di questi gruppi che si richiamano esplicitamente al fascismo vengono protetti, le forze democratiche vengono picchiate e denunciate.

Pavia: 25 skinheads a volto coperto contro cinque ragazzi inseguiti al grido di  “negri figli di puttana”. Il giorno precedente a Roma: due militanti di Casapound condannati per aver picchiato e derubato un ragazzo. Qualche giorno prima l’attentato fascista di Macerata a opera del candidato della Lega Luca Traini che apre il fuoco prendendo di mira i neri e ferendone sei. A fine gennaio a Torino alcuni studenti picchiati all’uscita di scuola dai militanti di Blocco studentesco. Due settimane prima a Genova un militante antifascista viene circondato, picchiato e accoltellato due volte alla schiena da militanti di Casapound. La lista si allunga e le modalità si ripetono: la premeditazione, i coltelli, il volto coperto, la vigliaccheria dei molti contro pochi.

Il 7 febbraio ho scritto una lettera al prefetto di Reggio Emilia, Maria Forti, dove ho espresso sgomento e preoccupazione per il moltiplicarsi di eventi, come la tentata strage del 3 febbraio a Macerata, i quali, sulla base del richiamo esplicito al fascismo, fomentano odio e incitano alla violenza di stampo razzista. Ritengo che tale tipologia di atti – che ottengono copertura politica e giustificazione morale sulla base di un presunto pericolo costituito dalla presenza di migranti nel territorio nazionale – possano ripetersi anche in altre aree del nostro Paese e, nello specifico, anche a Reggio Emilia e nella nostra provincia. Fatti i dovuti richiami alle leggi vigenti (XXII disposizione transitoria, Lg. 645 del 1952, Convenzione di New York del 1966, Lg. 205 del 1993) chiedo perché sollecitati da una parte della cittadinanza di sciogliere organizzazioni quali Forza Nuova e Casapound o, in subordine, di escluderle dalla competizione elettorale in vista del concreto pericolo che, attraverso gli strumenti della democrazia, le istituzioni vengano contagiate dal virus fascista e razzista; e di non concedere più alle suddette organizzazioni neofasciste l’autorizzazione a occupare spazi pubblici a Reggio Emilia e nel territorio provinciale per il concreto pericolo di incitamento alla violenza e di turbamento dell’ordine pubblico. Inoltre come Lista Politica ci riserviamo in tutti i casi l’eventualità di presentare esposto di analogo contenuto alla Procura della Repubblica ai fini dell’apertura di un fascicolo d’indagine a carico delle suddette organizzazioni neofasciste.

Ci sembra paradossale che dobbiamo essere noi a ricordare al ministro, che ha giurato sulla Costituzione, che il fascismo non è un’opinione, ma un reato.   Potere al popolo chiede lo scioglimento delle organizzazioni fasciste così come prevede la Costituzione e chiede il sequestro dei loro beni come avviene per i beni dei mafiosi. Esse sono state ammesse alle elezioni dal ministero dell’Interno e dunque dal ministro Minniti. Il legame di Casapound con il fascismo non è presunto ma confessato e anzi rivendicato dal loro stesso leader Di Stefano: “Siamo gli eredi della tradizione della Repubblica Sociale Italiana, siamo fascisti, non è un reato”. Ecco perché molto brevemente mi sono alzata e sono uscita dallo studio di “Buongiorno Reggio” dove per rispettare la legge si danno gli spazi a chi le leggi per troppi anni le ha sottese e ignorate. Inutile che Costa Andrea del PD dica che era meglio se stavo là a dire le mie ragioni. La violenza che racchiudono certe formazioni al loro interno e che sviluppano attraverso il disconoscimento dell’uguaglianza e del rispetto fra tutti gli esseri umani non comporta un confronto per spiegare le mie ragioni. Questo non ci farà certo retrocedere dall’opporci al dilagare del fascismo. Continueremo a difendere con forza i valori di solidarietà e tolleranza dei quali siamo portatori.

Rina Zardetto, capolista plurinominale alla Camera collegio Reggio Emilia-Parma-Piacenza

LE IMMAGINI – scelte dalla “bottega” – sono di Mauro Biani.

 

Redazione
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3 commenti

  • Bene argomentato e con equilibrio. Manca solo l’aspetto più propriamente politico, quello che meglio definisce il comunista. Cioè il richiamo ai rapporti di forza tra le classi. Non è un caso che lo sdoganamento del fascismo, che pure conosce tentativi precedenti abortiti (governo Tambroni), si sviluppa con il consolidarsi della sconfitta operaia e la manifesta incapacità dei lavoratori di invertire la tendenza o anche solo contrastarla. Il ministro dell’interno, il peggiore dai tempi di Scelba, in tanto può imperversare nel manifestare complicità con il neofascismo in quanto è sicuro che pagherà un prezzo politico minimo (l’auspicio è che si sbagli); il sistema in tanto si concede di scatenare media e ideología in quanto ritiene possa dare il colpo di grazia politico alle masse attraverso la istituzionalizzazione del fascismo per: a) disporre di uno strumento militare già bello e pronto (il fascismo non essendo altro, in ultima istanza, che la borghesia in armi) per intimidire, reprimere e mistificare sulla realtà della lotta di classe; b) ricattare le residue forze borghesi che mantenessero velleità democratiche con il ricatto del pericolo fascista; c) recuperare il terreno perduto sul piano dell’opinione (anche elettorale) con un colpo di Stato sostenuto dai fascisti; d) imporre un compito in più ai comunisti nel loro immane compito di dare la scalata al cielo; e) utilizzarlo come arma di distrazione di massa per imporre ai comunisti di parlare del pericolo fascista mentre procede la realtà dell’oppressione e dello sfruttamento. E bisogna farlo! Bisogna parlare del fascismo e del pericolo che rappresenta, altrimenti sarebbe peggio, minore agibilità politica, peggiore sfruttamento.
    IL fascismo il miglior affare che la borghesia abbia mai fatto senza, ancora, aver pagato un vero prezzo politico. Da nessuna parte a tutt’oggi la borghesia ha perso il potere per aver promosso e poi complottato con i FASCISTI.
    Dunque per un comunista il tema “fascismo” è un tema che solo marginalmente può essere affrontato sul piano legale, in ragione di leggi basate su rapporti di forza che non esistono più. Per cui le stesse leggi, in pratica, non esistono più (vedi anche il tema Costituzione). Argomentare il ripudio del proprio legittimo antifascismo basandosi sul piano legale costituisce un atteggiamento debole, difensivo, la borghesia non ha sovrastrutture ideologiche, salvo che una: la perpetuazione dello sfruttamento, l’accumulazione di capitale. Le ragioni fandatissime degli antifascisti la fanno ridere. Le risposte che fornisce sono di scherno e d’arroganza, la moltiplicazione della dura legge del manganello.
    Dalla difensiva dunque è importante passare all’offensiva. Svelare le ragioni vere che impediscono la piaga del fascismo sia eliminata. Fondamentalmente ESSE Risiedono nel carattere mafioso fascista della classe dirigente italiana, la quale non entra in contraddizione con se stessa e i propri principi proprio in ragione dei servizi preziosi irrinunciabili di mafia e fascismo.
    BENE ha fatto la compagna Zardetto a lasciare la trasmissione, una puntura di spillo efficace contro laudatori e cerimonieri di corte, che hanno visto rotto il tran tran del politicamente incorretto; bene anche ricordare a costoro che la borghesia è tenuta al rispetto delle sue stesse leggi. Dobbiamo però non contentarci di questo, andare oltre mettere ministri e capitalisti di fronte alle loro COMPLICITÀ, denunciare connivenze e tendenze. Mostrare come la lotta al fascismo costituisce un tutt’uno non solo della lotta per l’allargamento della democrazia borghese, ma un tutt’uno con la lotta per la sopravvivenza quotidiana, per il posto di lavoro, per le condizioni di lavoro, la casa, i trasporti, la scuola, la sanità ecc. Far vedere come dietro l’opposizione fascista ci sia in realtà l’obiettivo di eliminare chiunque lotti seriamente per la realizzazione degli interessi del lavoro.

    Si è contro il fascismo perché si è contro il capitale, per motivi concreti, reali, non solo ideologici.
    Noi tutti siamo contro il fascismo non solo perché è una cosa brutta, ma perché costituisce la prima linea del fronte borghese, un ostacolo al progresso dei lavoratori.

    Diciamo allora abbasso il fascismo per dire abbasso al Capitale.

    In ogni cado grazie a tutti coloro che nelle difficilissime condizioni di oggi hanno il coraggio di alzare un dito e obiettare.

    Grazie Rina

  • Daniele Barbieri

    IL FASCISMO NON SI INVITA, SI RIPUDIA
    comunicato di Imola Antifascista
    Apprendiamo che il settimanale «Il Nuovo Diario Messaggero» organizza per il 28 febbraio un incontro pubblico tra alcuni dei candidati alla Camera per il collegio di Imola. Tra i partecipanti è stata invitata anche una esponente di Casapound, formazione neofascista spesso salita ai (dis)onori della cronaca.
    Nel 2011 un militante di Casapound a Firenze, Gianluca Casseri, ha compiuto una strage razzista sparando contro dei senegalesi, uccidendone due e ferendone tre.
    Amedeo Mancini, simpatizzante di Casapound, nel 2016 ha ucciso, dopo averlo aggredito per motivi razzisti, un ragazzo nigeriano di nome Emmanuel.
    Solo quest’anno i militanti di Casapound hanno accoltellato un ragazzo a Genova e un attivista di Potere al Popolo a Perugia, semplicemente perché antifascisti.
    Dal 2014 ad oggi un osservatorio che monitora le aggressioni fasciste ha registrato 61 aggressioni imputabili a Casapound, tutte verificate da fonti di stampa.
    Senza neanche considerare le ultime deliranti dichiarazioni del leader Di Stefano, come quella tanto nostalgica quanto ridicola di “prendersi un pezzo di Libia” o quella di “non rinnegare il fascismo”, detta tra l’altro a poche centinaia di metri dalla Stazione di Bologna dove nel 1980 una strage neofascista causò 85 morti.
    Includere in un dibattito politico le posizioni di chi si rifà al fascismo non aiuta di certo lo sviluppo di un incontro democratico, come immaginiamo si vorrebbe promuovere nelle intenzioni.
    Anzi lo danneggia gravemente, contribuendo allo sdoganamento mediatico e alla legittimazione di posizioni razziste e discriminatorie che non sono opinioni, ma crimini.
    Sicuramente Casapound si presenterà con un volto pulito e dialogante, perché fa parte del suo gioco, volto a nascondere la sua ideologia violenta e fascista dietro ad una maschera accettabile.
    Il tutto con la complicità dei media: negli ultimi mesi le TV e i giornali nazionali, per qualche copia o punto di share in più, hanno fatto a gara per sovraesporre la presenza di partiti neofascisti.
    Ora questo comincia a verificarsi anche a Imola, città che ha sempre rifiutato con forza il neofascismo: nonostante Casapound non abbia mai svolto alcuna attività in città, mai fatto un banchetto o dato un volantino, ora viene invitata a partecipare ad un dibattito pubblico, malgrado la candidata non abbia nulla a che fare con Imola, se non per il fatto che è stata piazzata in questo collegio. Per quale motivo?
    Ci chiediamo anche se chi parteciperà al dibattito in rappresentanza degli altri partiti, in particolare quelli che ultimamente tanto rivendicano a parole la discriminante antifascista per chi fa politica, riterrà accettabile dialogare con chi rivendica con orgoglio la propria ideologia fascista.
    IMOLA ANTIFASCISTA
    Visto che db abita a Imola, si inserisce per un’info e una domanda: «Il Nuovo Diario Messaggero» fa parte della Fisc ovvero la Federazione italiana settimanali cattolici; chissà se le altre 192 testate Fisc sono d’accordo che Casa Pound è una forza poltica come un’altra.

  • Riporto da ecn/infoantifa:
    “Ti segnaliamo l’inizio della pubblicazione del lavoro di Giacomo Matteotti che stiamo mettendo on line per affinita’ ideale e necessita’ storica
    http://www.ecn.org/antifa/article/5720/informazione-antifascista-1923-gennaio-febbraio-a-cura-di-giacomo-matteotti
    da “Un anno di dominazione fascista”, che contiene la Parte seconda di un fascicolo rarissimo, uscito nel 1923.
    È la prima opera, sostanzialmente, che analizza la politica fascista in tutti i settori dell’attività di governo.”
    https://www.lafeltrinelli.it/libri/giacomo-matteotti/contro-fascismoun-anno-dominazione-fascista/9788890709920

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