IL GRANDE PASTICCIO LIBICO

(a cura di Franco Astengo)

LA NOTIZIA DI OGGI E’ QUESTA: GLI USA CHIEDONO ALL’ITALIA MAGGIOR IMPEGNO IN LIBIA

La domanda: maggior impegno per far cosa? Risposta: la guerra.

Breve riassunto della situazione libica: notizie tratte da vari siti web e organi di stampa.

Mettiamo a confronto queste notizie:

11 Luglio (ieri)

“L’Esercito Nazionale Libico (LNA) del maresciallo Khalifa Haftar si aggiudica un altro successo nella “battaglia del Fezzan” combattuta nella regione desertica meridionale libica contro le milizie di Misurata e i loro alleati legati indirettamente al governo riconosciuto dalla comunità internazionale di Fayez al-Sarraj.

Ieri le truppe di dell’uomo forte del governo laico di Tobruk, il generale Khalifa Haftar, hanno conquistato la base aerea di Al-Jufra, 500 chilometri a sud di Tripoli e i centri di capoluogo Hun e Sukna, cittadine fra i 30 mila e i 10 mila abitanti e situati a circa 250 km in linea d’aria a sud di Sirte, dove sono state trovati depositi di munizioni e veicoli. LNA controlla ora i centri nevralgici militari del Fezzan dopo che il 25 maggio le truppe di Haftar avevano preso il controllo della base aerea di Tamenhant vicino a Seba.”

Chi appoggia Haftar?

“Haftar s’è costruito un ruolo da uomo forte nella Cirenaica, un riferimento non solo militare ma anche politico-diplomatico per chiunque voglia veicolare la soluzione della crisi libica passando da Oriente. È così che l’Egitto si appoggia a lui per tessere le proprie mire in Libia: è un segreto ormai svelato dalla storia la volontà del Cairo di allargare la propria influenza in Cirenaica, area che gli egiziani considerano quasi di proprietà, ricca di interessi strategici ed economici.”

( N.B. : L’Egitto di Al – Sisi, quello dell’assassinio Regeni tanto per capirci)

Inoltre:

Il coinvolgimento della Russia nella guerra libica è cresciuto negli ultimi mesi ed è interessante per almeno tre ragioni. Primo: potrebbe cambiare effettivamente i rapporti di forza tra i gruppi che stanno combattendo, soprattutto se i russi dovessero cominciare a impiegare le forze speciali e addestrare gli uomini di Haftar. Secondo: perché rischia di diventare un motivo di scontro diplomatico tra Italia e Russia, visto che il governo italiano è impegnato a difendere il potere di Serraj (con risultati peraltro non particolarmente brillanti). Terzo: perché mostra come il governo russo abbia intenzione di continuare a perseguire una politica estera aggressiva e interventista, confermando quello che si era già visto in Siria.

Come si è mossa (stupidamente) l’Italia:

Qualsiasi esecutivo, dotato di un minimo senso di realpolitik, si sarebbe mosso con i piedi di piombo nel mutato contesto internazionale.

Ormai da tempo è emerso come Faiez Al-Serraj, appoggiato dall’Italia che continua a puntare su di un ipotetico governo di solidarietà nazionale, controlli solo qualche edificio di Tripoli e che le milizie siano libere di fare il bello ed il cattivo tempo nella capitale. Insistere nell’appoggio al ridicolo “governo d’unità nazionale”, è non solo ridicolo, ma addirittura controproducente per gli interessi italiani.

Il premier Paolo Gentiloni ed il Ministro degli Interni Marco Minniti, due prodotti dell’establishment atlantico uscito clamorosamente sconfitto alle elezioni americane dell’8 novembre, hanno invece labrillante idea di muoversi come se nulla fosse cambiato, col risultato di aumentare esponenzialmente i danni alla già traballante posizione dell’Italia nel Mediterraneo. Gli esiti dell’azione del duo Gentiloni-Minniti sono così catastrofici che, ex-post, c’è da chiedersi se un un sano vuoto di potere a Roma non fosse e non sia preferibile.

 

L’Italia non solo continua così  con l’appoggio  al  ridicolo “governo d’unità nazionale”. Non pago, Minniti (che pare svolgere contemporaneamente il compito di ministro dell’Interno e degli Esteri essendo il titolare della Farnesina impegnato nella eterna campagna elettorale del suo collegio di Agrigento) avvalla in contemporanea la riapertura del’ambasciata italiana a Tripoli, chiusa dal 2015: “Libia, riapre l’ambasciata italiana a Tripoli” scrive la Repubblica, che etichetta la mossa di Minitti come “una scommessa rischiosa”7.

Il termine più adatto non è però “rischiosa”ma semplicemente “idiota”: il governo Gentiloni, del tutto incapace di comprendere i mutamenti internazionali in atto, aumenta le puntante in Libia e lo fa scommettendo tutto il capitale politico italiano sulla fazione politicamente più debole, coll’effetto collaterale, tutt’altro che secondario, di alienarsi le simpatie del governo di Tobruk e di Khalifa Haftar, sempre più forti dopo il sostegno russo e la vittoria di Donald Trump.

Mentre la situazione “migranti”, che discende direttamente dallo stato di cose in Libia, diventa sempre più difficile da controllare la notizia di oggi è questa (Titoli da “Repubblica”)

“Traffico di migranti. L’America in campo.

Si pensa a un sostegno al governo libico per arginare il fenomeno illegale dei barconi dei disperati”

Come dovrebbe avvenire questo sostegno ?

Si prevede una nuova linea politica e militare sulla Libia che potrebbe espandere significativamente il coinvolgimento americano”:

E’ dalla guerra di Cuba del 1899 (senza arrivare al Viet Nam,a  Grenada, a Panama, Al Libano, all’Afghanistan, all’Iraq, alla Siria) conosciamo benissimo il significato delle frase “espandere significativamente il coinvolgimento americano”: tanto più che è facile il collegamento con la presenza russa in appoggio ad Haftar.

Cosa viene chiesto all’Italia?

A parte che c’è già chi scrive di “imposizione” e non di “richiesta” l’ipotesi è quella di “ una missione militare, con compiti di addestramento per far nascere un embrione di esercito nazionale libico.” E si aggiunge, impudentemente : “ la presenza delle truppe occidentali potrebbe garantire anche un deterrente contro le fazioni armate”. Prevedibili gli stessi brillanti risultati di Afghanistan, Iraq, Siria.

E’ troppo facile trarre conclusioni da tutto questo ambaradan: siamo di fronte ad una nuova escalation bellica favorita da una politica estera sciagurata portata avanti in particolare proprio dall’Italia che ha sempre (stoltamente) rivendicato un ruolo da protagonista in Libia, memore dei propri trascorsi coloniali e in presenza di corposi interessi economici : ENI E NON SOLO, ma anche Finmeccanica, Salini – Impregilo, Unicredit.

 

Ancora una volta siamo di fronte a scelte sciagurate assunte di fronte a situazioni drammatiche e in assenza di un dibattito politico e di un serio confronto pubblico.

Questioni delle quali nessuno sembra interessarsi: tutti con la testa rivolta non solo alle questioni di cucina politica interna ma verso impossibili sponde europee.

L’UE è sul piano del totale disinteresse: Lady PESC non serve proprio a niente e l’unica preoccupazione rimane quella di come fermare i migranti.

Può anche darsi che qualcuno punti sulla VI flotta a presidio del mar libico per bloccare i russi: una soluzione ideale per portare vicino alle nostre coste il rischio di confronto bellico: però i barconi dovrebbero fermarsi e lo scopo sarebbe così raggiunto.

http://www.ninin.liguria.it/2017/07/12/leggi-notizia/argomenti/mezza-politica-1/articolo/il-grande-pasticcio-libico.html

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

2 commenti

  • ECCO IL TESTO di Claudio SENZA ERRORI (scrivere con il telefono non è che sia facile cambia in automatico certe parole).
    TUTTO VERO, TUTTO FALSO?
    Io scrivo ma è ovvio che alcune informazioni possono essere inesatte. Vere ma inesatte.
    Anzi, faccio così. È un racconto di fantascienza scritto da un demente.
    Haftar v/s Al-Sarraj? Ma siamo ancora a credere che ci sia gara?
    Scusate se inserisco una doverosa avvertenza. Controllate pure su Wikipedia o altro chi sono, serve per avere una vaga idea. Ma più della metà delle informazioni sono volutamente errate o da interpretare e solo da chi conosce bene e dall’interno tutta la storia che nasce nel 2011 o meglio nel 1912. Maledetti francesi e tutti quelli che hanno dato inizio a tutto il casino.
    Al-Sarraj non è niente, ma proprio niente. Chiesto a chi conosce molto bene la situazione libica ”ma scherzi Claudio, è un bottegaio, nel senso che aveva un negozio!” Capacità politiche? Nessuna, un livello inferiore a Renzi e non ha il controllo su niente.
    Ovviamente l’Italia, ufficialmente, parla con lui ma non con Haftar. Come sempre si gioca su vari tavoli, ma qui il problema sono i migranti a cui non frega niente a nessuno. Arma di ricatto usata in maniera ignobile e non dai libici ma da stati della Comunità Europea. Motivo, se si pacifica tutto l’Italia ne ha solo da guadagnare e tanto. A Francia and C. non sta bene. La torta deve essere divisa bene.
    Non parlo del petrolio.
    Bando alle balle. Haftar era un generale di Gheddafi e ha un esercito vero. Ha un jolly che si è giocato ora.
    Aveva e ha in mano il secondo figlio di Gheddafi, Saif che ora ha liberato!? Era l’unico che poteva tenete unite le fazioni, ovvio che è stato tenuto fermo e criminalizzato. Ma ha ancora un potere enorme e sarebbe la soluzione. Vi chiederete perché? Semplice è quello che ha in mano tutti i fondi sovrani libici “ufficialmente” sotto sequestro internazionale. Su internet potete trovare la marea di partecipazioni di alto valore strategico e le relative quote, ma sono dati pre caduta di Gheddafi, ma vi farete una idea. Un solo dato, hanno oltre il 7% di Unicredit. Moltissimi investimenti sono in Italia.
    Ma non ci sono solo quelli ufficiali, ce ne sono altri. Quelli ufficiali li puoi tenere solo bloccati, ma prima o poi devi sbloccarli, quelli non ufficiali solo un nucleo ristretto di fedelissimi di Gheddafi e famiglia ne hanno il controllo.
    Ad una mia domanda specifica “chi pilota i fondi ex Libia?” , risposta ” sempre quelli di prima ma la chiave di tutto è il figlio di Gheddafi”.
    Haftar e El- Satraj si dividono il petrolio.
    Spiego. L’Italia sta con El-Sarraj (abita su una moto nave al largo di Tripoli sempre pronto a sbarcare a Pantelleria (non sto scherzando). L’ENI ha il controllo dei pozzi di petrolio della zona controllata da Haftar assieme ai terminal e con un accordo con i petrolieri francesi e inglesi. El-Sarraj riceve elemosine da chi gestisce i fondi libici all’estero, Haftar se vuole estrarre e vendere il petrolio deve avere a che fare con company di cui sono soci importanti i Fondi Sovrani Libici (ufficiali e non).
    Riassumendo tre contendenti, potrei anche sottigliare con le 140 chebile, un’altra volta.
    – El-Sarraj
    – Haftar
    – e chi ha il controllo dei fondi sovrani libici esteri.
    (un inciso, se volessero hanno la possibilità di prende il controllo totale di Unicredit).
    Noi pensiamo ai migranti?
    Pippe. Qui si parla di tanti di quei soldi e che voi non immaginate neanche.
    Voi pensate al petrolio.
    Pippe. Qui si parla del controllo di chi traffica sul petrolio e non parlo dei distributori di benzina dotto casa.
    Credetemi, il problema dei migranti potrebbero risolverlo in 5 minuti. È che non riescono a mettersi d’accordo sulla divisione del bottino. Gheddafi Junior lo sa ed è l’ago della bilancia. Ora è libero/prigioniero, ma chiedetevi perché è ancora vivo.
    È lui, attraverso gli uomini della sua chebila, che hanno il controllo dei FONDI SOVRANI LIBICI. Ultimo chiarimento, non si parla solo di oro, diamanti, titoli di stato. No questi hanno il teorico controllo di multinazionali. Basta avere dal 3 al 7% di azioni che nei hai il teorico controllo. Poi hanno anche liquidità.
    Queste multinazionali vivono nel terrore. Se domani mattina i Fondi Libici fossero dissequestrati e decidessero di aumentare, nelle multinazionali, le quote o meglio ancora chiedere un aumento di capitale pro-quota sai te che cosa succede?!
    Gheddafi Junior è considerato un criminale internazionale, unica maniera per poter bloccare sti cavoli di Fondi Sovrani. Ma poi non possono andare oltre, nei CDA ci sono regole che devono essere rispettate. Se vai in deroga per quelli libici poi crolla tutto.
    Io mi metto a ridete che non pensate.
    Ultima. Alcune chebile sono talmente armate che hanno droni da combattimento aria/aria.
    Chi ha pagato? Chi ha i soldi. Chi ha i soldi …
    Allegri, allegri. Ci sarà da divertirsi ma intanto si muore sul Mediterraneo e viene negato lo sbarco su porti francesi, spagnoli, tedeschi etc.
    L’Italia, per la Comunità Europea deve arrendersi. Lo avrebbe già fatto, infatti tratta con il due di coppe, ma la situazione è talmente ingarbugliata che non riescono a trovare una soluzione.
    E poi a chi ha in mano i Fondi Sovrano Libici fa più comodo avere un partner debole e che conosce benissimo che tanti partner forti e avidi. Tanto avidi da causare migliaia di morti.

  • Metto come commento la segnalazione della discussione e del voto su mozioni relative alla guerra in Yemen che si svolgeranno da lunedì 17 luglio alla Camera dei Deputati. Posto il commento anche come prova, perché finora non sono mai riuscito a farlo.

    Lunedì 17 luglio nell’ ordine del giorno dei lavori dell’ Assemblea della Camera dei Deputati è prevista la discussione e il voto di due, per ora, mozioni sulla guerra in Yemen
    nelle quali è incluso anche un punto che riguarda la vendita di armi italiane all’ Arabia Saudita utilizzate per bombardare lo Yemen, uccidendo bambini, civili e provocando una enorme crisi umanitaria con epidemia di colera che ha ucciso 1.600 persone e una carestia che ne ha messo alla fame milioni.

    Le mozioni sono: di Sinistra Italiana, Possibile, Articolo 1 MDP (Bersani-D’Alema) e Democrazia Solidale, un gruppo di 12 deputati tra i quali Mario Marazziti, ex presidente della Comunità di Sant’ Egidio;
    al link il testo integrale:

    http://lecorvettedellelba.blogspot.it/2017/07/lunedi-17-luglio-guerra-in-yemen.html

    del Movimento 5 Stelle che però pare avesse presentato una mozione nei mesi scorsi mai messa nel calendario dell’ aula di Montecitorio. Al link di seguito il testo integrale:

    http://lecorvettedellelba.blogspot.it/2017/07/lunedi-17-luglio-guerra-in-yemen_14.html

    lo stesso giorno riprenderà la discussione nel Consiglio comunale di Iglesias, uno dei comuni che ospita la Rwm Italia che fabbrica le bombe vendute ai Sauditi,
    al link un resoconto della discussione del 13 luglio

    http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2017/07/14/iglesias_il_consiglio_comunale_alle_prese_con_la_questione_rwm-68-623296.html

    il Consiglio comunale è stato convocato su richiesta del comitato per la riconversione della fabbrica,
    l’ appuntamento è stato disertato però da Confindustria e dai sindacati Cisl e CGIL, gli unici rappresentati nella RSU della fabbrica di Domusnovas.

    Al link potete leggere il commento del senatore Cotti del M5S

    http://lecorvettedellelba.blogspot.it/2017/07/sardegnacgil-e-cisl-vogliono-costruire.html

    Qui invece potete leggere il testo integrale del comunicato congiunto di Confindustria sarda, Femca Cisl e Filctem CGIL: “imprenditori e lavoratori hanno il diritto a lavorare serenamente….”, quindi cari amici dei bambini yemeniti non disturbateli……

    http://lecorvettedellelba.blogspot.it/2017/07/bombe-dalla-sardegna-sullo-yemen.html

    la vendita di bombe ai sauditi usate per bombardare lo Yemen uccidendo civili e bambini che già vivono una epidemia di colera e sono alla fame, ci sono stati in settimana denunce allarmate di OMS, FAO e Unicef,
    è assolutamente impopolare e difficilmente difendibile,

    il silenzio però consente, fino ad oggi, di poter far tutto senza eccessivi problemi,
    è importante quindi parlarne il più possibile e accendere le luci sulla discussione e il voto di lunedì 17 luglio nell’ aula di Montecitorio,
    La mozione è al quarto e ultimo posto dell ‘ordine del giorno. La seduta inizia alle 13 ma, se necessario, proseguirà anche in serata.

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