Il Guerin sportivo occupato per un giorno

Il 14 ottobre 1920 due redattori ribelli mandarono in stampa un numero “bolscevico” della rivista sportiva

di David Lifodi

Il 14 ottobre 1920 le modalità di comunicare gli eventi sportivi cambiarono radicalmente, anche se per un solo giorno. Al linguaggio maschio e nazionalista che celebrava sui quotidiani le imprese pedatorie, ciclistiche e di altre discipline, si sostituirono le parole d’ordine della lotta di classe. Lo sport inteso in senso popolare, aperto e antirazzista, che oggi è sostenuto e propagato da una miriade di realtà sociali antagoniste al sistema, era ovviamente aldilà da venire. Fu l’austero Guerin sportivo a trasformarsi, seppure per un solo numero, in una rivista che assomigliava molto di più a Sport e proletariato, pubblicazione sorta nel 1923 e in grado, per un certo periodo, di fare concorrenza alla Gazzetta dello sport.

Quel 14 ottobre di 97 anni fa i lettori del Guerin sportivo si trovarono tra le mani un numero assai particolare. Già l’editoriale, Piazza pulita, caratterizzato da un Guerin con la falce e martello, faceva capire che i curatori della rivista avevano deciso di dare un taglio assai diverso a quello consuetudinario. Approfittando dell’assenza, per alcuni giorni, del fondatore e direttore della rivista, Giulio Corrado Corradini, due redattori rimasti senza nome, ma di certo di spirito sovversivo, ribaltarono completamente l’impostazione di quel giornale fondato nel 1912. Non che sul Guerino non si parlasse di sport, ma in quel numero i due redattori che presero le redini della rivista lo fecero in chiave proletaria e del resto basta leggere il libro di Pasquale Coccia, Storie di sport ribelle (manifestolibri 2016), o Sport e proletariato. Una storia di stampa sportiva, di atleti e di lotta di classe (Mursia, 2016) di Alberto Di Monte, per capire come già negli anni Venti fossero in molti ad agognare ad un’idea dello sport in chiave non mercantilistica ed elitaria.

Fatto sta che quell’edizione del Guerin sportivo del 14 ottobre 1920 fu definita come “bolscevica” e in effetti, da pagine di innegabile umorismo, come ad esempio quella dove al numero telefonico del giornale era stato sostituito quello della Camera del Lavoro, a pagine dove erano contenute riflessioni più serie, era evidente come il tentativo dei due coraggiosi redattori, poi licenziati, fosse quello di sensibilizzare le masse. Ad esempio, nell’editoriale che annuncia “lo sfratto al direttore Corradini”, si ragiona anche sullo “sport che anestetizza le menti”, sintomo del difficile rapporto che ha sempre caratterizzato i rapporti tra la sinistra e lo sport. Come ha evidenziato Pasquale Coccia, a cui va il merito di aver diffuso la storia del Guerin sportivo occupato, sui due redattori influirono molto gli ideali del biennio rosso, nonché i recenti fatti della rivoluzione russa, ma fin da allora iniziò a farsi strada un’altra idea di giornalismo, anche sul versante sportivo. Di fronte al fascismo che stava per arrivare e ai quotidiani sportivi sostenuti da quegli industriali che se ne servivano per arginare quell’idea di sport insofferente rispetto ai valori di allora, i due redattori ribelli erano riusciti a dar voce ad un modo assai diverso di intendere e percepire la’informazione, non solo a livello di pratica agonistica. A colpire, in particolar modo, fu il loro rifiuto ad accettare le pubblicità degli industriali, ben sintetizzata dall’annuncio che rifiutava “abbonamenti e inserzioni dei pescicani”. Quanti sono, ancora oggi, i quotidiani che per andare avanti sono costretti a ricorrere a pubblicità di questo tipo che poi ne condizionano anche la linea editoriale? La maggioranza.

Al suo ritorno, il direttore Corradini corse ai ripari e licenziò immediatamente i due redattori facendoli passare prima come “giovani russi venuti in Italia da pochi mesi” che avevano mandato in stampa quella versione del Guerin sportivo in seguito ad una solenne sbornia, e poi come “due emissari di Lenin”, venuti nel nostro paese per sondare lo stato d’animo della classe operaia e vedere se ci fossero stati i margini per fare la rivoluzione anche in Italia. Quell’esperienza del Guerin sportivo, divenuto strumento di propaganda dei lavoratori, rappresentò comunque un primo atto di ribellione, in ambito sportivo, a cui ne sarebbero seguiti molti altri, nonostante i tentativi posti in essere anche dall’incombente regime fascista di utilizzare lo sport come strumento di propaganda.

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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